"Ammainabandiera a Bagdad", di Vittorio Zucconi
Tutti a casa e non si capisce ancora se questa da Bagdad sia una fuga o una vittoria. È finita con un sospiro, non con un botto, la guerra che avrebbe dovuto inaugurare il “nuovo secolo americano” nel mondo. Da ieri, nessun soldato americano morirà più per Bagdad. Se ne stanno andando gli ultimi 4.500 rimasti, in una crudele ironia dei numeri: sono tanti quanti coloro che già se ne erano andati dal 2003. Da morti. È finita in silenzio, quasi di nascosto, tra l´indifferenza e l´imbarazzo. Un´Apocalisse in bianco. Nessun volo di elicotteri dal tetto della ambasciata come nella Saigon 1975, con i disperati aggrappati alle porte. Niente folle assiepate per fuggire dal nemico in arrivo, nella Bagdad dell´addio alle armi americane. Soltanto un cortile interno protetto da mura altissime per evitare razzi e cecchini, accompagnati dalle note dell´inno eseguite, con qualche straziante stonatura di trombe, da una piccola banda di sette marine musicanti in uniforme mimetica da fatica, ha salutato la più dolorosa, costosa, sanguinosa avventura militare americana dopo il Vietnam. Per un …