Giorno: 15 Dicembre 2011

Bersani: «Ora però gli ammortizzatori sociali», da unita.it

«Dopo la riforma delle pensioni si deve affrontare immediatamente il problema degli ammortizzatori sociali e specialmente dei giovani». Il segretario del Pd alla riunione dei deputati alla Camera, tornando a spronare il governo a fare di più sulle liberalizzazioni. Pier Luigi Bersani è tornato a spronare il governo a fare di più sulle liberalizzazioni. «Sulle liberalizzazioni non siamo ancora a posto, aspettiamo il governo al prossimo appuntamento», ha riferito il segretario del Pd al termine della riunione del gruppo alla camera. «Diremo qualcosa su quello che è necessario e non è solo il mercato del lavoro», ha spiegato Bersani, «se non lo si capisce subito prima o poi si capirà meglio». «Domani diremo ciò che ci piace ma anche che resta del lavoro da fare. Ciò che non abbiamo ottenuto fin qui, ci impegneremo insieme per ottenerlo in futuro». Pier Luigi Bersani garantisce così, all’assemblea dei deputati, l’impegno ad incidere nei prossimi provvedimenti del governo. «Noi domani diremo – spiega Bersani – che siamo fedeli al nostro impegno e a essere chiari e trasparenti con …

"Dall´assalto ai rom alla furia omicida l´Italia scopre la polveriera nera", di Carlo Bonini

La diaspora neo-nazista si è fatta “cultura egemone”, senso comune delle grandi cinture metropolitane. E in difesa dei militanti accusati di violenze si riaffacciano “vecchi maestri” come Franco Freda. Le mazze dei giustizieri nel campo Rom di Torino, il sangue senegalese innocente di Firenze, il culto osceno di “Militia” e il suo nazional-socialismo antisemita che dovrebbe farsi “avanguardia rivoluzionaria”. In quattro giorni, il vulcano di risentimento e odio sociale su cui è seduto il Paese torna a dare segni di sé. E interpella innanzitutto una “diaspora” neofascista e neo-nazista che, negli ultimi dieci anni, è stata “cultura egemone”, perché diventata “senso comune” nelle cinture urbane delle grandi aree metropolitane. «Purtroppo, temo che si sia arrivati oltre la soglia – dice Ugo Maria Tassinari, uno dei più acuti osservatori da sinistra della storia della destra in Italia dal dopo-guerra ad oggi – Perché nella radicalità della nostra crisi sociale ed economica, i codici di impazzimento dei singoli, come delle piccole comunità, si moltiplicano. Si rischia di non riuscire più a ricacciare il genio dalla lampada da …

"La sfida della sinistra va oltre Monti e questa manovra", di Vincenzo Visco

Sulle pagine dell’Unità, all’ interno del PD e del più ampio mondo della sinistra è in corso un dibattito sulla natura del governo Monti: è un governo di destra? Conservatore? Progressista? È il «nostro governo»? Il dibattito appare per certi versi surreale. Il governo Monti infatti è nato come governo di salvezza (unità) nazionale, ed è sostenuto in Parlamento da tutte le forze politiche con l’eccezione della Lega e dell’Idv, quindi non può che rappresentare (nella composizione e nella linea) un punto di equilibrio, un minimo comune denominatore, delle forze politiche e degli interessi rappresentati. Il governo Monti quindi è un governo di tutti che, in quanto tale, potrebbe anche diventare improvvisamente di nessuno. Èquesto il tentativo in corso ed è bene per tutti che possa riuscire. Analoghi interrogativi riguardano le posizioni di Monti. Ho conosciuto per la prima volta personalmente l’attuale presidente del Consiglio molti anni fa negli Stati Uniti, dove ambedue studiavamo in diverse università, e ho avuto modo di incontrarlo successivamente più volte e di lavorare insieme, io da ministro e lui …

Università, Pd: bene approvazione unanime a modifiche riforma Gelmini

Ghizzoni: introdotto anche adeguamento stipendiale per ricercatori assunti nel 2010. “Per la prima volta la commissione Cultura ha votato all’unanimità il parere di modifica ai decreti legislativi applicativi della riforma Gelmini. Si tratta di un voto importante posto a valle di un processo di confronto tra tutte le forze politiche presenti in commissione che servirà a superare gli elementi di criticità presenti nei decreti approvati dal precedente governo sulla centralità degli Atenei e sul sistema di valutazione e accreditamento del sistema universitario. Un metodo nuovo che ci auguriamo possa caratterizzare i futuri lavori di esame dei restanti decreti attuativi della riforma Gelmini. La modifica dei due decreti, nell’indirizzo indicato dalla commissione che è stato accolto anche dal ministro Profumo, consentirà l’autonomia responsabile delle università attraverso un sistema di valutazione e di assicurazione della qualità degli Atenei e di accreditamento periodico secondo le linee guida europee. Positivo infine che sia stato riconosciuto l’adeguamento stipendiale ai ricercatori a tempo indeterminato assunti nel 2010”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni. ****** …

«I miglioramenti alle misure, frutto del nostro lavoro», intevista a Dario Franceschini di Maria Zegarelli

Qui ci si sta dimenticando della premessa: questo è un governo sostenuto in parlamento a forze politiche avversarie. Non è che siamo diventati maggioranza…». Dario Franceschini preferisce chiarire ancora una volta i «fondamentali» di questa vicenda politica che sta vivendo il Paese. Perché, aggiunge, «soltanto se teniamo bene a mente questo particolare, non proprio insignificante, allora si riescono a valutare le cose per quello che sono». E alla luce del fatto che non è la vostra maggioranza, come giudica la manovra, alla fine di questa serrata trattativa tra i partiti e il governo? «Come il meglio che potevamo ottenere considerando che ogni singolo cambiamento è stato frutto di un’intesa che abbiamo dovuto, e lo sottolineo, trovare con il Pdl. Questo non è il governo dei progressisti o del centrosinistra: è un esecutivo sostenuto da avversari politici. Quello che abbiamo ottenuto è un risultato positivo che, per certi versi, non mi aspettavo». Cioè? «Ma lei avrebbe scommesso, venti giorni fa, un solo euro sul fatto che saremmo riusciti a far tassare i capitali scudati e poi …

"Liberalizzazioni, carniere (quasi) vuoto", di Dario Di Vico

È difficile dar torto ai delusi delle liberalizzazioni. Questo governo ha in squadra Mario Monti e Antonio Catricalà, il commissario europeo antitrust per antonomasia e l’ex presidente dell’autorità per la concorrenza, eppure si presenta con il carniere quasi vuoto. Le liberalizzazioni, dicono i sacri testi, sono importanti per un doppio ordine di motivi, creano un ambiente imprenditoriale propedeutico alla crescita e Dio sa quanto in questa congiuntura ne abbiamo bisogno. In qualche caso poi l’apertura dei mercati produce in tempi brevi nuovi posti di lavoro. Non è automatico ma è sicuramente una condizione necessaria. In Italia il campo delle deregolazioni da attuare è vasto, proviamo a vedere come si è mosso il governo, dove ha trovato resistenza e dove forse non ha affondato il colpo per oggettiva debolezza. Se prendiamo in esame gli interessi dei grandi monopoli è facile individuare almeno tre dossier di grande interesse: il gas, le concentrazioni televisive e le autostrade. Nei primi due casi un difensore d’ufficio della coppia Monti-Catricalà sosterrebbe che sono mancati i tempi tecnici. Una scelta di liberalizzazione …

E al Senato scoppia la rissa Lega insulta Schifani e Monti "Vergogna, pagliaccio", di Francesco Bei

Il capo del governo assiste terreo. Poi risponde “Scusate, valorizzo il Parlamento”. Il presidente del Senato sospende la seduta. Censura per il lumbard Montani. È la prova del fuoco di Mario Monti, la prima mischia d´aula dopo gli unanimismi delle prime settimane. A scatenare il circo è la Lega, con personaggi che fino a ieri erano ministri, come Roberto Calderoli, oppure la vicepresidente del Senato Rosy Mauro, e oggi giocano ad acchiapparella con i commessi, inalberando cartelli contro le tasse. «Vergogna», «Buuu», «Vattene». E il professore come reagisce? Resta zitto finché non smettono, a parlare per lui è la faccia. Terrea, come quella dei ministri Terzi e Moavero che gli siedono accanto. Volti che esprimono sconcerto e una distanza umana siderale rispetto a chi gli sta di fronte e urla. I leghisti non demordono, insultano: «Sei un maggiordomo». Tanto che Schifani, duramente contestato, è costretto a sospendere la seduta: «Basta, è una pagliacciata!». Alla ripresa, quando il leghista Enrico Montani si guadagna una censura (ha dato del «buffone» a Schifani) e finalmente il presidente riesce …