"Svolta contro le doppie indennità. Ma tanta calma sui costi della politica", di Gian Antonio Stella
«Se c’era solo da arza’ ‘a bbenzina ce tenevamo Pomicino». Prima che qualcuno faccia su di lui la battuta che Francesco Storace dedicò al governo simil-tecnico di Lamberto Dini (delegato alle faccende rognose con la diffida a occuparsi d’altro) è bene che Mario Monti prenda il toro per le corna. Perché se pensa di poterla spuntare con la pazienza e la saggezza, passo passo, rischia di essere rosolato allo spiedo dai professionisti dello status quo. Finché, fatte le cose elettoralmente più antipatiche, gli diranno: «Grazie professore…». Ma come: non aveva esordito alla Camera, nel ruolo di premier, parlando di una situazione gravissima, di un compito «difficilissimo» («sennò ho il sospetto che non mi troverei qui oggi»), di «tempi ristrettissimi»? Non aveva spiegato che «di fronte ai sacrifici che dovranno essere richiesti ai cittadini, sono ineludibili interventi volti a contenere i costi di funzionamento degli organi elettivi»? Non aveva dichiarato indispensabile, da subito, «stimolare la concorrenza, con particolare riferimento al riordino della disciplina delle professioni» e alle «tariffe minime»? Dirà: «Non mettetemi troppa fretta, ho appena …