Stoccata al Pdl: critiche sulle liberalizzazioni da chi ha governato per tre anni. Il Professore tratta tutto il giorno con i partiti. Il Consiglio dei ministri dà l´ok sulla fiducia. Il premier cita i sondaggi: “Anche l´elettore leghista apprezza”. Oggi il decreto in aula. Alle sera, dopo sei ore di estenuanti trattative all´arma bianca con i partiti e le lobby, quando finalmente l´emendamento del governo alla manovra viene depositato in commissione Bilancio e Finanze della Camera, Mario Monti può distendersi in un sorriso. «Non è vero che pagano i soliti noti – dice ai rappresentanti del Terzo polo – e penso che anche i sindacati adesso se ne siano accorti. Abbiamo dovuto fare un´azione di forza, pesante, per dare un segnale all´esterno, fuori dall´Italia, ma adesso la manovra è equilibrata».
Il premier rivendica il lavoro fatto anche ieri notte parlando in commissione e chiarendo che l´alternativa alla medicina sarebbe «un avvitamento nella crisi del debito sovrano che porterebbe non alla recessione, ma alla distruzione del patrimonio e all´evaporazione del reddito degli italiani». E comunque «basta ai luoghi comuni», «a partire dal “pagano sempre i soliti noti”». Al contrario, «abbiamo individuato “nuovi noti”, il che ci consente di tassare meno l´impresa e il lavoro». Quanto alla patrimoniale, di fatto c´è considerando tutte le imposte sulla ricchezza immobiliare e finanziaria. Certo non quella voluta dalla sinistra e dai sindacati, quella non sarebbe stata possibile «tecnicamente» e «avremmo abbaiato, ma non morso». «Abbiamo invece introdotto – sostiene Monti – l´imposta patrimoniale possibile in questo momento storico, una cosa alla quale nessun altro comunque si era finora nemmeno avvicinato». «Equità», «equità», «equità», ripete Monti ricordando di aver salvato le pensioni basse e i redditi da lavoro. Perché anche i tecnici «hanno sentimenti e valori». Il premier rifila poi una stoccata (con garbo, com´è nel suo stile) ai parlamentari del Pdl che lo incalzano «sull´insufficienza delle liberalizzazioni». «Noi abbiamo agito in due settimane – replica Monti – e le critiche provengono da una parte politica che ha fatto parte della maggioranza di governo negli ultimi tre anni». Subito dopo ribadisce che «l´Italia ha perso involontariamente qualche quota di troppo di sovranità negli ultimi tempi perché si è messa in condizioni di debolezza».
Ma la manovra sarà approvata a tempo di record, ieri il Cdm ha autorizzato la fiducia, oggi il decreto approderà in aula. Un esito niente affatto scontato, visto che in mattinata lo stallo è ancora totale, tanto da richiedere a Monti – accompagnato da Vittorio Grilli e Piero Giarda – di condurre le trattative in prima persona, precipitandosi a Montecitorio. Blindato nel suo ufficio di fianco al Transatlantico, il premier riceve, ascolta, riscrive. Il Pdl fa catenaccio sulle farmacie, si oppone alla liberalizzazione. Tutto si blocca. C´è un problema anche sulle coperture per Imu e pensioni. Monti non molla, Grilli e Giarda si tengono in contatto con il Tesoro e la Ragioneria. «Da quando sto qua dentro – sussurra Dario Franceschini al collega Pierluigi Castagnetti – non ho mai visto un capo del governo che si trasferisce alla Camera a lavorare». È anche un segno di rispetto formale del premier “tecnico” nei confronti della politica. Un professore che sembra averci preso gusto. «Mi ha inorgoglito – confessa Monti a Bruno Tabacci – rappresentare il mio Paese in Europa. Quando in passato si parlava di me come capo del governo pensavo alla prospettiva con preoccupazione e la respingevo. Adesso invece lo considero un impegno civile e mi auguro che gli italiani comprendano che tutto quello che stiamo facendo punta in un´unica direzione: tirare l´Italia fuori dai guai». Il “civil servant” Monti fa notare che gli ultimi sondaggi indicano che persino tra gli elettori leghisti c´è «una maggioranza di favorevoli» ai suoi provvedimenti. A dimostrazione che «anche i cittadini che abitano nella parte più ricca del paese hanno capito il lavoro che abbiamo iniziato». Nonostante le bordate di Bossi. Il capo del governo aveva ieri un cruccio su tutti. Quello di essere stato messo con le spalle al muro sulle liberalizzazioni, rinviate di un anno nella prima ipotesi di emendamento del governo. «Siamo delusi» aveva sentenziato Benedetto Della Vedova, tra i principali sponsor del professore nel terzo polo. Monti punta i piedi. «Io in Europa la concorrenza l´ho respirata davvero – spiega a Giarda – e su questo non intendo farmi portare fuori strada da nessuno». Alla fine almeno sulle farmacie ma non sui taxi l´avrà vinta lui.
La Repubblica 14.12.11
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“Arriva il bonus Imu per i figli pensioni protette sotto 1405 euro Patrimoniale su fondi e titoli”, di Roberto Petrini
Sale la soglia per l´adeguamento all´inflazione: così salvati nel 2012 i tre quarti degli assegni pensionistici. Prime case, viene aggiunta una detrazione di 50 euro per ogni figlio fino a un massimo di 400 euro. Conti correnti, non si paga il bollo fino a 5 mila euro. Previdenza, sale il contributo di solidarietà sui redditi alti. Monti e la maggioranza correggono la manovra con maggiori dosi di equità. Gli emendamenti presentati ieri da governo e relatori ed esaminati in nottata oggi approderanno in aula dopo una giornata di febbrili consultazioni tra governo e partiti che sostengono l´esecutivo. Intanto ieri il consiglio dei ministri ha autorizzato il governo a porre la fiducia sul provvedimento. Dopo l´incontro con i sindacati di domenica e la lunghe trattative di ieri viene modificato il pacchetto pensioni: salvate nel 2012 dalla sterilizzazione quelle sotto i 1.400 euro (circa i tre quarti dei pensionati); eliminati gli scaloni per il 2012 per donne e uomini che solo per il prossimo anno potranno mantenere il criterio dei 35 anni di anzianità (20 per le donne) ma con 64 anni di età. Interventi all´insegna dello slogan che salva i redditi più modesti e colpisce i più ricchi: arriva la patrimoniale sulle attività finanziarie che colpirà proporzionalmente anche gli stock di ricchezza sopra 1,2 milioni con una tassa dell´1 per mille dal 2013. Cambia anche il prelievo sui capitali rientrati in Italia nel 2009 grazie allo scudo fiscale: non sarà più una tantum ma diventerà strutturale e con il pagamento del 10 per mille (che si ridurrà al 4 per mille dal 2014) si continuerà a mantenere l´anonimato. Il Fisco italiano si propone anche di dare la caccia ai redditi immobiliari e mobiliari detenuti all´estero: le case possedute in terra straniera dagli italiani pagheranno una sorta di Imu extraterritoriale.
Arriva anche la correzione dell´Imu-Ici sulla prima casa a favore dei redditi più bassi e delle famiglie numerose. La franchigia di 200 euro che continua a valere per tutti salirà fino ad un tetto di 400 euro per una famiglia che ha quattro figli (50 euro per ciascun figlio). Tra la marea di bolli e tasse in arrivo, uno viene cancellato: è quello che riguarda di estratti conto dei conti correnti bancari sotto i 5 mila euro.
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Immobili oltre confine colpiti come seconde case
Arriva la tassa sui capitali e sugli immobili detenuti dagli italiani all´estero. A partire dal 2011 arriva un´imposta sugli immobili posseduti dagli italiani all´estero, a qualsiasi uso destinati. Sarà pari al 7,6 per mille, esattamente la stessa aliquota che sarà imposta con l´Imu sulle seconde case su tutto il territorio nazionale. L´imposta è dovuta proporzionalmente alla quota di possesso e ai mesi dell´anno nei quali si è protratto il possesso. Ma non è tutto: il governo ha anche proceduto a tassare la ricchezza finanziaria posseduta all´estero: dal 2011-2012 è infatti istituita un´imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all´estero. Sarà dell´1 per mille annuo già nel 2012, e salirà all´1,5 per mille a decorrere dal 2013.
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Corretti i sacrifici per “classe 52” e per le donne prossime a uscire
Sale da 936 e 1.400 euro la soglia al di sotto della quale l´indicizzazione delle pensioni sarà del 100 per cento. Si salvano, in questo modo, il 78 per cento delle pensioni. La norma varrà solo per il 2012, dal 2013 saranno esentate dal tagli solo le pensioni fino a 936 euro anche se fino a notte è si trattata per allargare l´esenzione dai tagli anche al 2013. Intervento “eccezionale” per salvare dallo scalone gli uomini e le donne che con il vecchio sistema sarebbero andati in pensione nel 2012 con le quote e che la nuova «linea» di 41-42 anni di contributi richiesti avrebbe costretto ad attese di 6 anni (in particolare la classe 1952). Costoro potranno andare con 35 anni (uomini) e 20 (le donne) purché abbiano 64 anni anagrafici. Dimezzata la penalizzazione per chi va in pensione a 60 o 61 anni, cioè prima dei 62 anni, con 42-41 anni di contributi: sarà dell´1% per ogni anno che manca ai 62.
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Un bollo ogni anno si parte dal 10 per mille
Cambia la tassa sui capitali che furono scudati grazie al provvedimento di Tremonti nel 2009. La prima versione prevedeva un prelievo una tantum dell´1,5 per cento sui capitali rientrati. La nuova versione invece è strutturale e pagando si continua a garantirsi l´anonimato: per il 2012 e il 2013 sui capitali scudati si applica l´aliquota del 10 per mille. Successivamente si applicherà un´imposta di bollo speciale annuale pari al 4 per mille (una sorta di tassa sull´anonimato).
Saranno gli intermediari a trattenere l´imposta dal conto del soggetto che ha effettuato l´emersione oppure ricevendo la provvista dal contribuente. I contribuenti che non pagano sono segnalati all´agenzia delle entrate che procede all´iscrizione a ruolo delle somme.
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Per molte famiglie scatterà l´esenzione dal nuovo tributo
Si scioglie il nodo del peso dell´Ici-Imu sulla prima casa e per molte famiglie, soprattutto abitanti nelle case più modeste, l´esenzione potrà essere totale. Come richiesto da più parti le detrazioni, che la prima versione della manovra stabiliva in 200 euro per tutti, indipendentemente dal reddito, vengono aumentate in relazione al numero dei figli a carico: ne beneficeranno le famiglie fino a quattro figli. L´emendamento prevede una maggiorazione della detrazione che spetta per le abitazioni principali, di 50 euro per ciascun figlio: si potrà accedere alla detrazione fino ad un massimo di 4 figli (tetto massimo totale dunque 400 euro). Per beneficiare dello sconto Ici-Imi i figli dovranno avere meno di 26 anni, la dimora abituale e la residenza anagrafica nella abitazione principale. Per quanto riguarda lo sconto-base di 200 euro, sarà ridotto a 170 euro dal 2014.
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“Taxi salvi, farmacie sul piede di guerra strada in salita per aprire alla concorrenza”, di Roberto Mania
Ancora dodici mesi per il varo definitivo della riforma degli ordini professionali Nasce l´Authority dei trasporti, che vigilerà su treni, autostrade e autotrasporto. Il ministero della Salute deciderà quali medicinali di “fascia C” saranno venduti anche nelle parafarmacie. Ma le misure “superstiti” partiranno ugualmente dal 1 gennaio 2012: i relatori cancellano il rinvio al 2013. Si salvano i tassisti e forse anche i farmacisti. Per ora. Perché sulle liberalizzazioni si consumano battaglie feroci e, quasi sempre, non vincono né la concorrenza né i consumatori, bensì le lobby trasversali. Per questo non è mai detta l´ultima parola. Il governo ha deciso di tenere duro sull´estensione della vendita nelle parafarmacie e nei supermercati dei medicinali di fascia C con obbligo di ricetta ma non rimborsati dallo Stato (dagli antinfiammatori al viagra), anche se i due relatori al decreto “Salva Italia” avevano proposto un rinvio al 2013. «Non torniamo indietro», ha detto il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ma nella notte il ministro per i rapporti del parlamento, Piero Giarda, ha presentato un emendamento che nei fatti annacqua la possibilità di vendere la gran parte dei medicinali in fascia fuori dalle farmacie. La modifica, non concordata con il Pd ma con l´appoggio del Pdl, lascia al ministero della Salute e all´Aifa la competenza di definire per quali medicinali non cambierà nulla e per quali ci saranno più canali di vendita, venendo incontro ad una delle proposte di Federfarma, che per ora conferma l´ipotesi di una serrata, probabilmente lunedì prossimo. Critico il presidente del Forum delle farmacie non convenzionate (parafarmacie) Giuseppe Scioscia: «Un fatto gravissimo così si mortifica la funzione del farmacista fuori dalle farmacie tradizionali, ci lasceranno poche “molecole”».
Invece esultano i tassisti insieme a quei politici – come il sindaco di Roma, Gianni Alemanno – che al consenso della corporazione devono un pezzo della propria elezione. Per la mini-liberalizzazione dei taxi se ne riparlerà nel 2013. Difficile però che succeda qualcosa a ridosso delle prossime elezioni. È la strada tortuosa, piena di inciampi e compromessi, delle liberalizzazioni contro le corporazioni. Per la riforma degli ordini professionali (se ne discute ormai da decenni), per esempio, ci sono ancora a disposizione dodici mesi. Troppi. Mentre vanno avanti le liberalizzazioni nel settore dei trasporti, con la nascita di un´Authority (le competenze potrebbero anche essere attribuite all´Antitrust) che vigilerà sui treni (dal prossimo anno arriverà la concorrenza di Ntv alle Fs sull´alta velocità) ma anche sulle autostrade e l´autotrasporto.
La rimonta in extremisdei farmacisti
Mario Monti da Commissario europeo sconfisse un gigante monopolista come Microsoft, ora sta facendo i conti con gli agguerritissimi farmacisti d´Italia. Che – comprando pagine di pubblicità sui giornali – hanno parlato di «follia». Ma si potranno aprire anche più farmacie: una ogni 4 mila abitanti. Fine del numero chiuso, insomma, delle farmacie che si ereditano dai propri avi. Esclusi da questo tourbillon solo i centri con meno di 15 mila dipendenti per difendere le farmacie rurali. Secondo i farmacisti sarebbero a rischio 18 mila posti di lavoro. Le associazioni dei parafarmacisti, al contrario, stimano 8 mila nuove assunzioni e risparmi per i consumatori di circa 200 milioni di euro. Perché la liberalizzazione nel settore delle farmacie ha già creato lavoro (8 mila posti) e una riduzione dei prezzi. Ha scritto l´attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, quando era presidente dell´Antitrust: «Nelle parafarmacie si spende l´8,3 per cento in meno per le medicine da banco rispetto alle farmacie».
La lobby in Parlamento
I colpi di coda in Parlamento comunque non si possono mai escludere: 73 parlamentari del Pdl, Terzo Polo e Io sud avevano scritto a Monti perché rivedesse il provvedimento. Primo firmatario il senatore del Pdl, Luigi D´Ambrosio Lettieri, farmacista e presidente dell´Ordine dei farmacisti di Bari. No comment.
I taxi cari e potenti
Liberalizzazione rinviata per i taxi. C´era il rischio che i 60 mila tassisti bloccassero le città a Natale. La norma prevedeva che un tassista potesse lavorare in tutte le città. L´interpretazione autentica spiegava che in realtà poteva andare da una città a un´altra con un altro passeggero al ritorno. Slitta tutto, comunque. «Per ora stiamo tranquilli», ha commentato Lorenzo Bittarelli, capo dei potenti tassisti della Capitale tra i più cari al mondo.
La Repubblica 14.12.11
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