Giorno: 14 Dicembre 2011

"Dal mare di Ventotene alle brume di Bruxelles", di Federico Orlando

Partiva settant’anni fa, dalle isole pontine, il messaggio degli Stati Uniti d’Europa di Spinelli, Rossi, Colorni, ispirati da Einaudi e dagli illuministi inglesi del Settecento Deutschland, einig Vaterland, diceva il quarto verso dell’inno nazionale nella Germania comunista. «Sorta dalle rovine,/ rivolta al futuro/ nel bene lascia che ti serviamo,/ Germania, patria unita». Sono versi di una poesia di Johannes Becher. Negli ultimi anni della divisione del paese in Repubblica federale e Rdt, le autorità comuniste evitavano che nelle cerimonie si intonasse anche questa strofa. Ma, per un beffardo gioco della storia, quando il Muro cominciò a crollare, a intonarla furono i berlinesi dell’Ovest, insieme a quelli di Honecker stanchi di dittatura e di separazione. Con la Germania unificata abbiamo fatto in queste settimane, e non è finito, il braccio di ferro, perché la grande idea europeista cammina ancora su “una sola gamba”, la politica monetaria, secondo la definizione di Massimo Giannini. Che si è chiesto se a un’Europa incapace di visione politica comunitaria basterà il «piccolo passo nella nebbia» fatto a Bruxelles dai 27 meno …

"Zagrebelsky, Monti e il governo senza partiti", di Michele Prospero

Ma che tipo di governo è quello di Monti? È forse un governo di destra? Ed è vero che comanda sempre lui? Né di destra né di sinistra, quello di Monti è piuttosto un governo di compromesso, a visibile prevalenza moderata, espresso in una fase di chiara emergenza, priva delle normali risorse della politica. Il fisiologico sbocco di una emergenza esterna (catastrofe economica) ed interna (dissoluzione non solo della maggioranza ma degli equilibri sistemici) altrove è una grande coalizione. In Italia questa strada è preclusa per ragioni storico-politiche. Non si può infatti passare da un ventennio di bipolarismo oltranzista a una condivisione esplicita di una stagione di governo. Questa impossibilità politica di stipulare un accordo temporaneo ha imposto un surplus di iniziativa del Colle. Lo stato di eccezione di Schmitt evocato dal Corriere della Sera non c’entra proprio nulla. Accadde così già con il governo Ciampi. Con una modica forzatura delle regole tradizionali, il capo dello Stato fu anche vent’anni fa il regista delle operazioni necessarie per attutire i contraccolpi di una caduta repentina del …

"È la politica la risposta alla Casta", di Pierluigi Castagnetti

Come si fa a non parlare della “casta” e dei suoi privilegi? Anticipo subito la conclusione di questo articolo: i parlamentari italiani devono decidere (attraverso gli uffici di presidenza delle due camere) di ridurre la loro indennità al di sotto della media europea. Anche negli altri paesi dell’Europa c’è la crisi, ma non si parla di questo? Non importa, noi dobbiamo farlo! Quando si chiedono sacrifici così pesanti ai pensionati e ai lavoratori, come è stato detto, chi sta meglio deve farne di più. Sacrifici. Anzi, in questo caso mi sembra non si debba parlare nemmeno di sacrifici: contenimento, riduzione, ma non sacrifici. Punto. Ciò premesso e ciò concluso, vorrei aggiungere qualche altra considerazione. Domenica scorsa non c’è stata prima pagina di giornale che non titolasse: i parlamentari si rifiutano di tagliare i loro stipendi. Una grande testata si è limitata a un brevissimo editoriale dal titolo: «Senza vergogna». Per la verità io ne ho provata moltissima. Mi sentivo come un cittadino incolpevole sbattuto in prima pagina senza possibilità di difendersi. Per di più la …

"Quelle parole che fomentano la paura", di Gianni Biondillo

Non chiedetemi di entrare nella mente dell’assassino. Ci penseranno i criminologi di grido a sbizzarrirsi negli show televisivi. Parleranno di follia, di impulso criminale, analizzeranno la triste storia personale del sicario suicida. Qualcuno spruzzerà di sociologismo il tutto: la crisi, l’incertezza del futuro, la paura del diverso. Altri si dissoceranno dalle sue frequentazioni neonaziste: non basta essere simpatizzanti di Casa Pound per trasformarsi in un delirante giustiziere della notte. Giustificazioni buone per tutte le stagioni. La televisione nazionale, che ha colonizzato il nostro immaginario di questi ultimi decenni, richiede spiegazioni semplici, facili da applicare nel mondo reale. Tipo quelle dei bravi cittadini torinesi che hanno trovato ovvio organizzare un pogrom in un campo rom alla notizia (falsa) di uno stupro ai danni di una minorenne. Le nostre donne le difendiamo noi. «Nostre», come se ci appartenessero. Che poi lo stupro fosse una menzogna della ragazzina per difendersi da due genitori oppressivi cambia poco. Non era vero, è stato detto, ma non ne possiamo più dei nomadi. Curioso sillogismo. Cioè: non è che siamo razzisti, è …

"Ecco la prima traccia della particella di Dio", di Elena Dusi

L´ultimo latitante è alle corde. Da quasi 50 anni i fisici sono alla caccia del bosone di Higgs, unico tassello mancante del puzzle della materia a noi nota. Oggi l´ultima delle 17 particelle elementari, soprannominata “particella di Dio” ha lasciato un´impronta nel Large Hadron Collider (Lhc), l´acceleratore di particelle del Cern di Ginevra. A trovare il segnale, considerato la pista giusta ma non ancora tanto nitido da far gridare alla scoperta, sono stati due esperimenti guidati da fisici italiani. Fabiola Gianotti è a capo di Atlas, un rivelatore di 46 metri e 7 tonnellate che osserva i frammenti di materia prodotti dalle collisioni fra i protoni spinti al 99,99% della velocità della luce in Lhc, anello sotterraneo di 27 chilometri. Compito sovrapponibile ha Cms, altra “macchina fotografica” per particelle elementari, 21 metri per 12,5 tonnellate, guidato da Guido Tonelli. I due rivelatori hanno raccolto dati segretamente l´uno dall´altro. Per essere sicuri di aver raggiunto l´Higgs, occorre infatti che i due esperimenti scattino la stessa foto segnaletica. Al lavoro ci sono 6mila fisici di oltre 100 …

Spettacolo, la riforma necessaria

Pubblichiamo qui di seguito l’appello al ministro per i Beni e le attività culturali, Lorenzo Ornaghi, per il varo di una legge quadro sullo spettacolo che preveda tra l’altro incentivi fiscali in favore di un settore in sofferenza. Tra i firmatari, esponenti del mondo della politica, della cultura e dello spettacolo: Alessio Boni, Gabriella Carlucci, Vincenzo Cerami, Emilia De Biasi, Carla Fracci, Alessandro Haber, Gabriele Lavia, Giuseppe Pambieri, Michele Placido, Gigi Proietti, Franco Scaglia, Giulio Scarpati, Silvio Orlando. La musica, il teatro, la danza, il circo, lo spettacolo viaggiante, gli artisti di strada attendono da decenni il varo di una riforma legislativa che riconosca in maniera irreversibile la funzione culturale, educativa, sociale, occupazionale ed economica dello spettacolo dal vivo. L’instabilità del settore, messo a dura prova da anni di decurtazione degli stanziamenti pubblici, l’assenza di regole adeguate ai repentini mutamenti sociali, la costante precarietà del lavoro e la mancanza di politiche di welfare, la sfiducia degli operatori verso istituzioni che disconoscono il ruolo delle imprese e lo status professionale degli operatori stanno compromettendo la capacità …

Monti: "Non è vero che pagano i soliti la patrimoniale c´è, quella fattibile", di Francesco Bei

Stoccata al Pdl: critiche sulle liberalizzazioni da chi ha governato per tre anni. Il Professore tratta tutto il giorno con i partiti. Il Consiglio dei ministri dà l´ok sulla fiducia. Il premier cita i sondaggi: “Anche l´elettore leghista apprezza”. Oggi il decreto in aula. Alle sera, dopo sei ore di estenuanti trattative all´arma bianca con i partiti e le lobby, quando finalmente l´emendamento del governo alla manovra viene depositato in commissione Bilancio e Finanze della Camera, Mario Monti può distendersi in un sorriso. «Non è vero che pagano i soliti noti – dice ai rappresentanti del Terzo polo – e penso che anche i sindacati adesso se ne siano accorti. Abbiamo dovuto fare un´azione di forza, pesante, per dare un segnale all´esterno, fuori dall´Italia, ma adesso la manovra è equilibrata». Il premier rivendica il lavoro fatto anche ieri notte parlando in commissione e chiarendo che l´alternativa alla medicina sarebbe «un avvitamento nella crisi del debito sovrano che porterebbe non alla recessione, ma alla distruzione del patrimonio e all´evaporazione del reddito degli italiani». E comunque «basta …