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Manovra, Bersani incontra i sindacati Le sigle compatte: "Cambiare subito", da la stampa.it

Il no alla manovra correttiva compatta i sindacati che ieri sono scesi in piazza per la prima volta tutti insieme (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) per chiedere al Governo cambiamenti in particolare sulle pensioni e sull’Ici. Lo sciopero di tre ore proclamato per oggi per il settore privato ha avuto secondo i sindacati buone adesioni, ma iniziative ancora più forti potrebbero essere messe in campo qualora il Governo decidesse di tirare dritto e di non fare modifiche a un provvedimento che, come ha sintetizzato il leader della Cgil, Susanna Camusso «fa male al Paese e ai lavoratori».

Questa mattina saranno presentati gli emendamenti dei relatori alla manovra mentre alle 14.00 è previsto un incontro dei sindacati con il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. Ieri migliaia di lavoratori hanno manifestato davanti alle prefetture in 100 città e per lunedì prossimo è confermato lo sciopero di otto ore dei lavoratori del pubblico impiego e disagi potrebbero esserci soprattutto nel settore della sanità e della scuola.

Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito al Governo la richiesta di rivedere le norme sul blocco della rivalutazione delle pensioni superiori ai 935 euro e sulla reintroduzione dell’Ici sulla prima casa. «La manovra fa male al lavoro, ma fa male anche al Paese – ha detto Camusso nel suo intervento al presidio a Roma di fronte a Montecitorio tra le bandiere di Cgil, Cisl, Uil e Ugl – non vediamo equità nè crescita. E anche il rigore non ci piace perchè è solo sui redditi più bassi e non su chi non ha mai pagato». «Non daremo tregua al Governo fino all’ultimo – ha incalzato il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni – e anche dopo. La manovra così come è strutturata è iniqua e squilibrata a danno di lavoratori e pensionati. Questo provvedimento istiga alla ribellione».

«La manovra correttiva dovrebbe salvare l’Italia – ha detto il leader Uil, Luigi Angeletti – ma anche gli italiani che invece hanno avuto qualche colpo dal provvedimento piuttosto che prospettive di salvezza. Rischia di aumentare la disoccupazione e questo rischia di condurci a una nuova manovra». «Se il Governo non ci ascolterà – ha avvertito il numero uno dell’Ugl, Giovanni Centrella – siamo pronti a uno sciopero generale di un’intera giornata e a una manifestazione a Roma».

da www.lastampa.it