Giorno: 9 Dicembre 2011

“Il nepotismo si batte con regole valide per tutti gli atenei italiani”, di Andrea Rossi

Le racconto il mio primo giorno al Cnr. Arriva un impiegato con un faldone di telegrammi da firmare. Da buon ligure chiedo quanto costa. E lui: 500 euro ciascuno. E io: non se ne parla, d’ora in poi si mandano le mail. È rimasto stranito. Dopo un po’ è tornato per dirmi che aveva consultato i regolamenti: si potevano convocare le riunioni via posta elettronica». La scuola che Francesco Profumo ha in mente è così: senza burocrazia, senza carta, forse anche senza cattedre, magari con pochi soldi, però spesi bene. Quanti? Il ministro dell’Istruzione di una cosa è certo: non saranno meno che in passato. Basta tagli. «Questo governo, pur nelle difficoltà, pur tenendo ferma la barra del rigore, avvierà una politica per il futuro partendo da giovani, scuola e ricerca». Ministro, il passato non promette bene. La scuola è stata immolata sull’altare dei conti pubblici. «È vero. Però dobbiamo riflettere su un dato: non si è investito in tecnologia. La conseguenza è che una parte della spesa è parassitaria». Soldi buttati? «Già. Io voglio …

"Pendolari, i treni della vergogna", di Fabio Tonacci e Corrado Zunino

Per andare in treno da Matera a Potenza, 102 chilometri, un´ora e ventinove minuti in auto, servono sette ore e due cambi. Bisogna transitare in Puglia, cambiare a Bari, quindi a Foggia e rientrare in Basilicata. Si sale e scende tra regionali e nazionali. La velocità media del trasferimento è di 14,5 chilometri orari. Un fondista con tempi da Olimpiade, correndo tra i due capoluoghi, impiegherebbe un´ora in meno. L´alternativa per il Matera-Potenza è un regionale su binario unico con cambio ad Altamura: impiega dalle tre ore alle quattro e quaranta, ma in “orario da pendolare” ne passa soltanto uno al giorno. Da Cosenza a Crotone (110 chilometri tutti in Calabria e un cambio) si impiegano tre ore. Per coprire Ragusa-Palermo (250 chilometri tutti in Sicilia, tre cambi) i convogli regionali di Trenitalia hanno bisogno di sei ore e dieci minuti. L´orario invernale prevede due treni, tutti e due a ridosso dell´ora di pranzo. O a Ragusa becchi questi o cerchi un pullman o fai l´autostop. La littorina è così lenta, poi, perché non è …

"Torna la scuola reale", di Fabrizio Dacrema

Archiviato l’ultimo governo Berlusconi, la nuova fase politica si giocherà su questa affermazione del nuovo premier: “Il vero costo della politica è aver guardato per decenni al consenso e non al futuro delle nuove generazioni”. Se, sull’orlo del baratro, il paese troverà il coraggio di accantonare la prevalenza degli interessi a breve termine, allora, nonostante l’emergenza finanziaria, si riscoprirà il buonsenso contadino secondo il quale, quando le cose vanno male, si tira la cinghia ma non si smette di seminare. La conoscenza è, per eccellenza, un investimento a redditività differenziata, i suoi ritorni sociali e individuali sono certi e superiori a qualsiasi altro tipo di investimento, ma gli effetti si manifestano solo nel medio e lungo periodo. Le stanze dei bottoni sono oggi popolate da persone che queste cose le sanno bene, non solo perché le hanno studiate, ma perché hanno promosso, realizzato e divulgato ricerche tese a dimostrare che investire in conoscenza conviene sempre. Penso all’Ufficio Studi della Banca d’Italia o alla recente pubblicazione dell’attuale Governatore Ignazio Visco significativamente intitolata “Investire in conoscenza. Per …

"I cinque nodi dell´equità", di Tito Boeri

La prima manovra del Governo Monti deve passare nel Paese prima ancora che in Parlamento. Solo in questo modo il nuovo esecutivo avrà il tempo di occuparsi davvero delle misure per la crescita, di cui sin qui non si ha traccia o quasi. Sono fondamentali per portarci fuori dal baratro perché con questa manovra, la pressione fiscale salirà ben oltre il 46 per cento e il peso delle entrate sul totale del reddito generato in Italia supererà il 50 per cento. Roba da uccidere un canguro di media stazza. Figuriamoci una lumaca come è stato il nostro paese in questi anni. Perché la manovra sia accettata dagli italiani deve apparire equa, deve richiedere sacrifici ben distribuiti. Diverse critiche mosse alla manovra in nome dell´equità non sono affatto eque, nel senso che sono sbagliate o superficiali il che distoglie dal trovare correttivi adeguati. Ma è indubbio che l´equità della manovra può essere molto migliorata nel passaggio parlamentare. Cominciamo dalle tre aree fondamentali su cui si gioca la distribuzione dei sacrifici – casa, pensioni ed evasione fiscale …