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«Pensioni, Iva, evasione si deve cambiare Pd unito e responsabile», intervista a Rosi Bindi di Maria Zegarelli

Noi abbiamo scelto la linea della responsabilità e saremo coerenti, anche se sappiamo che dovremo pagare
un prezzo». Un prezzo anche in termini di consenso, perché se il premier Mario Monti non dovesse recepire le proposte di modifica alla manovra avanzate dal Pd, sarà difficile spiegare al proprio elettorato il voto favorevole in Aula a interventi che entrano nella carne viva del ceto medio-basso del Paese.
Rosy Bindi lo sa bene, ha letto tutti i messaggi arrivati al suo indirizzo di posta elettronica, su Facebook e al Nazareno. La base è in sofferenza e il partito non ha l’umore alto.
Bindi, voi chiedete a Monti di modificare la manovra, la base chiede a voi di essere più incisivi. Si troverà la quadra?
«Spero che il nostro elettorato capisca che la nostra sofferenza dipende dalla consapevolezza della loro sofferenza e di quella di tutto il popolo italiano. Ma anche in queste ore stiamo lavorando affinché questa manovra diventi più equa».
Non teme che nonc apiscano un voto favorevole se non dovessero arrivare quei miglioramenti che chiedete?
«La nostra gente sa bene quanto drammatica sia la situazione del Paese e sa che noi, come al solito, ci stiamo comportando in maniera responsabile, pensando all’Italia e alla complessità del momento con la consapevolezza che, a differenza di altri, siamo liberi dalle colpe. Se siamo a questo punto non è certo a causa nostra che, pur stando all’opposizione, sono due anni che diciamo che la crisi c’è. Abbiamo avanzato proposte in Parlamento, ma il governo Berlusconi- Bossi ha alzato un muro e adesso ecco i risultati. Lo ricordino tutti».
Casini vi ha bacchettato, ha detto che la dovete smettere di prendere le distanze dalle misure anticrisi e metterci la faccia.
«Mi sembra davvero inutile polemizzare tra di noi. Se c’è una forza politica che si è intestata la responsabilità di questo governo, quella è il Pd. Il governo Monti nessuno ce lo ha imposto, lo abbiamo voluto, ma guardiamo questa manovra tenendo presente da una parte la raffigurazione del Paese e dall’altra le tre parole con le quali l’ha presentata il presidente del Consiglio: equità, crescita, risanamento. Sull’equità
bisogna ancora lavorare. Ci sono grandi punti di sofferenza per quello che c’è e per quello che non c’è».
Iniziamo da quello che c’è.
«Il blocco delle indicizzazioni delle pensioni appena sopra i 900 euro, l’età del pensionamento delle donne, il fatto che molti lavoratori rischiano di restare nella zona grigia, senza ammortizzatori sociali e senza pensione, l’Ici sulla prima casa che pesa di più sulle famiglie con reddito medio basso…».
E quello che non c’è è facile immaginarlo: vera lotta all’evasione, ulteriore prelievo per i capitali scudati. Proprio quello che fa inorridire Berlusconi. «Io parlo di ciò che è fondamentale per noi. Le misure per la lotta all’evasione sono ancora insufficienti. Aver introdotto il prelievo sui capitali scudati, è un nostro successo, ma l’1,5% è poco. Alzandolo di qualche punto percentuale si possono reperire risorse da destinare all’indicizzazione delle pensioni e a misure meno dure per la prima casa». Su Ici e pensioni anche il Pdl è insofferenza. Ritiene possibile, partendo da qui, far digerire a Berlusconi un ulteriore aumento del prelievo sui capitali scudati da inserire in un maxiemendamento del governo?
«Penso che nessuno di noi abbia interesse a creare maggioranze variabili sugli emendamenti, quindi bisogna fare un lavoro tutti insieme pensando al Paese e il governo dovrebbe ancora una volta recepire le nostre indicazioni».
Secondo Casini lo strumento potrebbe essere il coordinamento tra le forze che sostengono il governo.
«Potrebbe essere una strada. Sia chiaro che noi, pur essendoci sensibilità diverse, abbiamo intenzione di continuare ad agire come abbiamo fatto finora, appoggiando con lealtà questo esecutivo, con l’unità del gruppo parlamentare e del partito. Ma abbiamo una consapevolezza: certe misure introdotte da questa manovra vanno ad incidere così profondamente nella vita delle persone che sono sopportabili soltanto se si fa dell’equità un principio imprescindibile».
Veltroni rilancia l’annullamento dell’asta delle frequenze per ripartire da zero e fare cassa.
«Non si capisce perché non si debba fare un’asta. Noi abbiamo dato la fiducia ad una persona che riteniamo ibera da ogni conflitto di interessi, trasparente, pensiamo di aiutarlo con questi consigli ad andare nella direzione che ha sempre contraddistinto la sua carriera professionale».
Nel suo intervento al coordinamento
lei ha detto che se in Europa non cambia la linea i sacrifici dell’Italia rischiano di essere vanificati.
«L’Europa deve cambiare passo, non ci sono sacrifici sufficienti a saziare la speculazione. Gli Stati devono fare la propria parte, ma anche l’Europa deve fare la sua: dall’introduzione della tassazione sulle transizioni finanziarie, al conferimento di veri poteri alla Bce, ad una dimensione europea che non sia solo di pareggio di bilancio,ma frutto di politiche armonizzate. Soltanto in uncontesto di questo tipo i nostri sacrifici hanno un senso. Monti andrà in Europa forte delle misure che voteremo
e lo sarà ancora di più se accoglierà i nostri suggerimenti perché se ci allineamo all’Europa non solo per i parametri sulla previdenza ma anche per la fedeltà fiscale, sarà sicuramente
più forte. E con questa forza dovrà chiedere all’Europa di fare
la sua parte». Il Pd rilancia il tema delle riforme in Parlamento, a partire da legge elettorale e dal superamento del bicameralismo perfetto. Berlusconi ha esortato ad aprire un tavolo di confronto.È iniziata una nuova stagione anche su quel fronte?
«La disponibilità annunciata da Berlusconi mi sembra un segnale positivo, soltanto dieci giorni fa non se ne parlava affatto. Noi continueremo a perseguire la nostra strada: le riformepiù urgenti vanno fatte utilizzando questi mesi che abbiamo davanti. Vediamo quali sono le reali intenzioni del Pdl, l’importante è iniziare a discutere».

L’Unità 07.12.11

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