Giorno: 7 Dicembre 2011

"Editoria, fondi in estinzione Pluralismo in pericolo", di Roberto Monteforte

Cancellato il sostegno alla libertà d’informazione. Le risorse pubbliche saranno destinate a tutte le testate, compresi i grandi gruppi. A rischio sopravvivenza centinaia di giornali, da l’Unità a Il Secolo d’Italia. Pesa e in modo drammatico anche sull’editoria il decreto «Salva Italia» di Mario Monti. Al di là delle esigenze di rigore e di moralizzazione, si annunciano tagli che poco hanno a che fare con l’equità. Che anzi finiranno per mettere seriamente in discussione il pluralismo informativo del nostro paese. Quello che è stato annunciato con l’articolo 29 comma 3 della manovra sarà praticamente la cancellazione dell’editoria di idee, cooperativa, non-profit e politica. Dal 1 ̊ gennaio rischiano di non essere più in edicola testate come l’Unità, Liberazione, Europa, Il Secolo d’Italia, la Padania, il Riformista, Il Manifesto, l’Avvenire, Terra, i settimanali diocesani, periodici come Rassegna sindacale, Salvagente o Conquiste del Lavoro, giornali editi da cooperative e tutti gli altri che sino ad oggi hanno avuto diritto ai finanziamenti «diretti» da parte dello Stato. I NUOVI CRITERI Ieri è arrivato secco l’annuncio. In nome del …

L’informazione nel dopo Berlusconi

Tra curiosità e necessità di una riconversione. Interviste a Stefano Menichini, Claudio Sardo e Antonio Padellaro. E adesso di che cosa scriviamo? Scomparsa all’improvviso la corte, con i favoriti del giorno, il gran ciambellano, le amanti, dove si trovano le notizie? Chi sono i personaggi da inseguire? Dopo oltre tre lustri di egemonia culturale e politica, l’improvviso cambiamento dello scenario politico ha lasciato giornalisti politici e redazioni in apnea. In una settimana sono cambiati interlocutori, temi (adesso i contenuti della manovra, prima le beghe tra i favoriti del sovrano), comportamenti, perfino il linguaggio. E c’è voluto uno sforzo di riconversione. Il berlusconismo prevedeva il trionfo dell’immagine rispetto alla realtà, del gossip rispetto alla ricerca. All’improvviso è cambiato tutto. I primi ad accorgersene sono stati i cronisti dei quotidiani e delle agenzie in Transatlantico. I primi giorni del dopo Berlusconi vagolavano da un capo all’altro non sapendo ancora bene come fare. Ma soprattutto si sono dovuti porre il problema quei quotidiani che per anni hanno, per convinzione, per collocazione politica, ma anche per collocazione sul mercato …

"Il Pd aveva presentato al premier un dettagliato piano di undici punti sul tema specifico", di Bianca Di Giovanni

Appena tre misure, per di più blande o inefficaci, e in alcuni casi infilate all’ultimo minuto. Questa la «mini-cura» antievasione proposta dalla squadra Monti, che tuttavia chiede sacrifici «per salvare l’Italia». Non si sa cosa dicono nell’Ue dei record di infedeltà fiscale: pare che a Bruxelles preferiscano parlare di pensioni (almeno così raccontano). Così alla fine, come al solito, il Belpaese si salverà grazie agli onesti, che spesso si concentrano tra i meno abbienti e in quello sterminato ceto medio che sta diventando sempre più povero. Tracciabilità dei pagamenti a mille euro, regime premiale per gli autonomi che accettano di essere «radiografati» dall’amministrazione, e comunicazione degli operatori finanziari (banche e simili) alle agenzie delle entrate dei movimenti dei loro clienti. Questa la lista degli interventi. L’ultimo punto è entrato in zona Cesarini nel testo finale solo dopo un poderoso pressing del Pd. Peccato che non sia entrato nella versione che i Democratici volevano. Su questo fronte c’è stato un braccio di ferro: Pier Luigi Bersani ha incontrato Mario Monti e ha messo sulla sua scrivania …

Minzolini a processo per peculato "In 14 mesi spesi 65 mila euro", di Elsa Vinci

«Sessantacinquemila euro di spese non giustificate». Il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, è stato rinviato a giudizio per peculato, ovvero conti di ristorante pagati per 14 mesi con la carta di credito Rai . «Senza indicare né i motivi di lavoro né gli ospiti». Il giornalista ha già restituito la somma in questione. In udienza ha detto di non «aver avuto la percezione di commettere un illecito», ma la procura ha sottolineato «l´uso disinvolto del denaro altrui». Il gup, Francesco Patrone, ha fissato l´inizio del processo l´8 marzo 2012 davanti al tribunale di Roma. La Rai ha annunciato la costituzione di parte civile. Cioè chiederà il risarcimento «per il danno di immagine». Pd, Italia dei valori e Fli sollecitano le dimissioni. Il comitato di redazione del Tg1 va all´attacco, chiede al direttore un passo indietro e all´azienda una nuova nomina «autorevole». «Vogliono farmi fuori», sbotta Minzolini appena fuori dall´aula. «Per due anni nessuno mi ha contestato nulla. Poi improvvisamente, due settimane prima del voto di fiducia al Senato del 14 dicembre dell´anno scorso, quando si …

"Salvare l'euro ora o mai più", di Antonio Polito

Forse un giorno questo dolore ci sarà utile. Non perché possa bastare l’austerità o perché la salvezza dell’Italia dipenda da quanto sudore e lacrime verseremo: più dei nostri compiti a casa, a decidere sarà l’esame di maturità che aspetta l’Europa tra domani e venerdì. Ciò che ha fatto il governo Monti è però una precondizione perché tre giocatori ben più decisivi, la signora Merkel, il signor Draghi e il signor Mercato, possano fare ciò che devono. L’Europa è chiamata al suo «momento Hamilton», chiedono a gran voce gli investitori. Il riferimento è al primo segretario al Tesoro dei neonati Stati Uniti d’America, leader dei «federalisti»: dopo una battaglia durata sei mesi riuscì a risolvere la crisi del debito pubblico facendo assumere al governo federale anche quello dei singoli Stati. Però anche allora c’era chi resisteva. Gli Stati-formica, più forti e meno indebitati, erano riluttanti a farsi tassare per ripagare i debiti degli Stati-cicala. Ci volle una contropartita. In cambio dei voti degli Stati virtuosi del Sud, Hamilton accettò che la capitale fosse spostata al Meridione, …

"Se la corruzione si insinua in magistratura", di Vladimiro Zagrebelsky

L’ arresto di un giudice e la condanna in un non lontano passato di qualche altro sono per fortuna eventi rarissimi. Si può immaginare che esista un numero oscuro di casi di corruzione che rimangono nascosti, ma si tratta comunque di fenomeno estremamente limitato. Tuttavia è necessaria una riflessione che vada oltre i commenti sulla capacità delle organizzazioni mafiose di infiltrarsi nelle istituzioni e sulla potenza del denaro. Occorre una riflessione sulla magistratura. Naturalmente ciò riguarda anche i parlamentari, le articolazioni governative, gli enti locali, l’amministrazione pubblica, gli organi di polizia, ecc., ma per la magistratura l’urgenza e la gravità delle questioni che si pongono sono di speciale forza. Il ruolo assegnato dalla legge ai magistrati e la larga discrezionalità loro riconosciuta nell’esercitarlo spiegano perché da essi, ancor più che da altri, si richieda personale indiscutibile integrità; oltre i confini di ciò che è normale chiedere a chi esercita altre, pur importanti, funzioni. E forte è il rilievo che assumono anche le sole apparenze, così come è sempre sottolineato da chi si occupa di etica …

"Dopo il rigore ora una svolta culturale", di Luigi Zingales

Dopo le prime tre settimane è venuto il momento di tirare i primi (provvisori) bilanci sul Governo Monti. Nei rapporti con i nostri partner europei, Monti ha conseguito un istantaneo successo. La sua esperienza e competenza lo collocano una spanna sopra Sarkozy e la Merkel. Il suo programma di austerità, pur con luci ed ombre, è coraggioso. Rappresenta il massimo di rigore fiscale che il nostro Paese può sostenere (e forse anche di più). Il vero tallone d’Achille riguarda quello che io considero l’obiettivo principale: una riforma culturale. Può sembrare strano che un economista anteponga la riforma culturale a quella fiscale. Ma proprio perché economista mi rendo conto che il rigore fiscale è condizione necessaria ma non sufficiente per salvare l’Italia. Il vero problema dell’Italia è la mancanza di crescita e alla base di questa mancata crescita ci sono due cause: la peggiocrazia e la conseguente mancanza di fiducia che questa genera. La peggiocrazia non è solo mancanza di merito nelle nomine, ma anche mancanza di rigore logico e morale nelle scelte. I balzelli casuali …