Giorno: 6 Dicembre 2011

L’Italia prima di tutto

Uscire dall’emergenza, preparare la ricostruzione. Berlusconi ci ha portato a un centimetro dal fallimento, con il rischio di restare senza stipendi, senza pensioni e con le imprese e le famiglie al collasso. La manovra d’emergenza per evitare questo esito è inevitabilmente dura. Ma poteva essere più equa. Berlusconi ci ha portato a un centimetro dal fallimento, con il rischio di restare senza stipendi, senza pensioni e con le imprese e le famiglie al collasso. La manovra d’emergenza per evitare questo esito è inevitabilmente dura. Ma poteva essere più equa. Il Partito Democratico ha già imposto alcuni temi, come la tassazione dei capitali scudati, la tracciabilità nei pagamenti, l’abbassamento di un anno dei contributi previsti per le pensioni di anzianità (prima la manovra prevedeva 43 e 42) , la copertura fino alla pensione dei lavoratori in mobilità. Ma non basta. Il Pd garantirà responsabilmente il proprio sostegno per evitare il fallimento, ma lavora per mettere, per quanto possibile, più equità nell’intervento deciso dal governo di emergenza presieduto da Mario Monti. Quattro sono i temi sui quali …

L’offensiva del Pd: in Parlamento bisogna cambiare", di Maria Zegarelli

Il Pd lavorerà affinché la manovra venga modificata per allegerire le misure su pensioni e Ici. «Ci aspettavamo misure più eque». Bersani: «Proporremo agenda di riforme in Parlamento». Una manovra dura, «di cui si percepisce la dolorosa necessità», come dice Pier Luigi Bersani, ma «ce l’aspettavamo più equa». Per questo ora ci si aspetta «correzioni, anche se ci sono tracce delle nostre proposte». Il segretario Pd commenta così gli interventi da 30 miliardi di euro lordi tesi a «salvare l’Italia» dal rischio fallimento. Si può e si deve migliorare, lo dice il numero uno del Nazareno nel corso del coordinamento del partito, lo dicono i due capigruppo di Camera e Senato Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, e lo dice la quasi totalità dei democratici, compresi i Modem, con sfumature più morbide i lettiani. Ed è per questo che da ieri pomeriggio, subito dopo il discorso del premier alla Camera, è entrata in azione l’alta diplomazia dei partiti con il governo alla ricerca di una «sintesi» che lo stesso esecutivo dovrebbe trovare sulla base delle indicazioni …

"Via le province ora è possibile", di Giovanni Cocconi

Non è vero che nella manovra non ci sono tagli ai costi della politica. Anzi Il governo Monti non poteva abolire le province. Ha fatto di più: le ha svuotate. L’intervento draconiano previsto all’articolo 23 del decreto salva- Italia non poteva cancellare un ente previsto dalla Costituzione ma di fatto lo trasforma in un ente inutile. Quindi da chiudere. «Sulla Casta è ancora poco» ha scritto sul Corriere della Sera Sergio Rizzo, intestatario del copyright della campagna contro i costi della politica. Sicuro che sia così? Solo pochi mesi fa, il 25 luglio, il parlamento aveva bocciato una proposta di legge per l’abolizione delle province con il voto contrario anche del Pd. «La cancellazione delle province non è nel nostro programma » aveva spiegato il capogruppo Dario Franceschini. Ora Monti si propone di trasformarle in organi non esecutivi e non politici, di soli dieci componenti (al posto dei 45 attuali), non eletti direttamente dal popolo ma dai comuni di riferimento e, soprattutto, senza funzioni, le quali devono essere trasferite dalle regioni ai comuni «entro il …

"Università: valutare come nel resto d'Europa", di Giunio Luzzato

Un tema decisivo per il sistema universitario italiano è rappresentato dalla valutazionen di esso attraverso l’entrata in funzione della Agenzia Nazionale a ciò preposta (ANVUR). Il precedente governo ha presentato in Parlamento, per acquisire i pareri delle competenti Commissioni, undecreto che tratta di valutazione e di accreditamento dei corsi universitari e di meccanismi di finanziamento basati sulla qualità dei loro risultati: obiettivi eccellenti. Per conseguirli, il testo però propone strumenti del tutto inadeguati. Esso afferma anche che occorre conformarsi agli standard europei; mai contenuti normativi smentiscono l’affermazione. Due sono i punti principali che caratterizzano le procedure europee. Primo, la valutazione si attua attraverso tre fasi successive strettamente correlate: l’autovalutazione interna all’Ateneo, la valutazione esterna e l’accreditamento come conclusione. Secondo, essa si fonda su elementi diversi nella fase iniziale, quando si tratta di autorizzare il decollo di un nuovo corso di studio, ovvero a corso attivato, quando si tratta di monitorare la qualità del suo funzionamento. Entrambi i punti non trovano rispondenza nel decreto proposto. Esso prevede infatti tre sistemi del tutto separati, in cui accreditamento, …

"Misure da cambiare. Non possiamo tacere", di Cesare Damiano

All’atto del suo insediamento il Presidente del Consiglio aveva promesso rigore, sviluppo ed equità. Adesso che la manovra è stata presentata, possiamo constatare che i temi dell’equità e dello sviluppo sono rimasti in ombra. Abbiamo apprezzato le modifiche dell’ultima ora che sono state prodotte dal Consiglio dei Ministri di domenica scorsa e che hanno introdotto una tassazione dell’1,5% sui capitali scudati e rientrati dall’estero. Tassazione che ha consentito di cancellare il blocco delle indicizzazione delle pensioni fino a quelle di importo pari a 960 euro lordi mensili, cioè due volte il minimo. Però tutto questo non è sufficiente. Rintracciamo nella manovra un intervento eccessivo a scapito dei soliti noti, soprattutto dei pensionati e di coloro che sono in procinto di diventarlo. Questo intervento così sbilanciato si basa su una affermazione infondata: che il sistema pensionistico del nostro Paese sia statico,non sufficientemente riformato nel corso di questi anni e che per questo non abbia consentito di far risparmiare sufficiente risorse. Non condividiamo questa affermazione anche perché nella Nota di aggiornamento al Def approvata nel settembre scorso …

"Mettere fine al bicameralismo e cambiare la legge elettorale in 18 mesi si può fare tutto", intervista a Dario Franceschini di Goffredo De Marchis

C´è un clima nuovo, diverso, tra avversari che lo sono ancora e lo saranno alle prossime elezioni. Il Parlamento può cambiare le regole del gioco. Ci vuole una Camera non elettiva, il Senato delle regioni. Avremo così un´automatica riduzione del numero dei parlamentari. Sono tutti d´accordo. Dario Franceschini propone un patto alle forze politiche che sostengono il governo Monti. «Possiamo fare in 18 mesi quello che non siamo riusciti a fare in 20 anni». Non solo con la cura da cavallo sui conti pubblici. Ma una riforma delle regole fondamentali dello Stato. Questa è la proposta del capogruppo democratico alla Camera. Prima di tutto: c´è ancora spazio per modificare la manovra in Parlamento secondo le vostre indicazioni? «L´esecutivo, muovendosi tra vincoli europei e opinioni lontane, ha dovuto costruire una sintesi. Non è espressione del centrosinistra come non lo è del centrodestra. Ma senza snaturare la manovra si può arrivare ad altre correzioni». Questo è quello che chiede il suo partito a Monti. Cosa si chiede invece ai partiti mentre il governo salva l´Italia? «C´è un …

"Crolla la formazione professionale", di Emanuela Micucci

Meno abbandoni. Pochi iscritti alla formazione professionale. Calo dei frequentanti e delle risorse alle scuole per adulti. Il Censis fotografa la dispersione scolastica italiana nel 45° Rapporto annuale, presentato venerdì a Roma (www.censis.it). Mentre dal Parlamento europeo arriva la ricetta per contro gli abbandoni nell’Unione: obbligo d’istruzione a 18 anni, scuole di seconda opportunità, coinvolgimento di enti pubblici, servizi sociali e sanitari. Lontani dall’obiettivo europeo del 10% di dispersi nel 2020, in Italia i 18-24enni con la sola licenza media non inseriti nei percorsi formativi sono scesi nel 2010 dal 19,2% al 18,8%, tranne al Centro (14,8%). Tuttavia, punti critici e discontinuità d’intervento influiscono sulla prevenzione e lotta alla dispersione. Eppure, spiega l’UE, già una riduzione dell’1% degli abbandoni permetterebbe all’economia europea di avere 500mila giovani lavoratori qualificati in più al giorno. Nel biennio delle superiori i dispersi sono saliti dal 15,6% nel 2006-07 al 16,7% nel 2009-10, in misura maggiore nei professionali. Disomogenea la sinergia tra scuola e i soggetti che lottano il disagio giovanile. Il 57% dei 1.000 presidi intervistati dal Censis conta …