"Se comuni e regioni investono in cultura", di Andrea Ranieri*
Giorgio Napolitano ha ricordato molte volte, durante gli anni della sua presidenza, il valore decisivo che hanno per lo sviluppo del Paese, l’istruzione, la ricerca, il suo patrimonio culturale, quello storico e quello che vive, nei nostri musei, nei nostri teatri, nelle nostre biblioteche e nei nostri cinema. L’ha ricordato di fronte a tanti giovani e meno giovani artisti e ricercatori che a lui si sono rivolti per avere conforto in anni di grande difficoltà economiche, in cui il sapere e la cultura erano al margine dell’azione e della progettualità dei governi. E ce l’ha ricordato inviando un messaggio di grande significato, agli Stati generali della cultura del settembre scorso, in cui gli assessori alla cultura di Comuni, Province e Regioni si sono uniti, assieme alle imprese e alle istituzioni culturali rappresentate da Federculture, assieme al mondo dell’arte e dello spettacolo,per lanciare un grido d’allarme per lo stato della cultura del nostro Paese, eper avanzare le loro proposte. È stata forse la più unitaria delle manifestazioni politiche durante la scorsa legislatura. Perché chi amministra la …