"L'urgenza di attendere", di Mario Calabresi
È urgente attendere», recita un motto della diplomazia inglese citato ieri su Twitter dal vignettista Massimo Bucchi. La contraddizione tra due necessità, quella dell’urgenza e quella dell’attesa, può rappresentare perfettamente lo stato d’animo che anima oggi molti italiani. Quando è caduto il governo Berlusconi abbiamo ripetuto tutti che non c’era tempo da perdere, perché l’Italia non poteva sopportare tassi di interesse superiori al 7 per cento, uno spread di oltre 500 punti e la mancanza di ricette chiare per uscire dalla crisi. Gli italiani hanno capito, la percezione del senso del dramma è stata talmente avvertita che molti si aspettavano l’immediato varo di misure drastiche di taglio della spesa. Addirittura due domeniche fa si era arrivati a immaginare che la nomina di Monti e l’immediata formazione del governo potessero essere seguite da un decreto – da varare prima della riapertura dei mercati del lunedì – contenente, a scelta, la patrimoniale, la reintroduzione dell’Ici o perfino un prelievo forzoso sui conti correnti del tipo fatto da Giuliano Amato nel 1992. D’altronde, era il ragionamento di molti, …