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"Dall'Ici alle pensioni: ecco come si muove il governo", da unita.it

Finito il tempo del rodaggio, con il Consiglio dei Ministri di oggi Monti comincia un tour de force tecnico-politico per approvare entro l’8 dicembre il suo piano anti-crisi. Mossa doppia sull’immobiliare: torna l’ Ici e aumentano le rendite catastali. Ma si studia come rendere il nuovo prelievo equo, progressivo. Per recuperare risorse si punta anche all’aumento dell’ Iva e in molti chiedono che si proceda ad un prelievo sui patrimoni (oltre un milione). E alle cessioni immobiliari (5 miliardi l’anno). Poi arriverebbero le misure per rendere più equo il sistema delle pensioni (contributivo per tutti) e per riformare il mercato del lavoro (flessibilità in uscita). Sarebbe questa la lista delle ‘entrate’ sulla quale il governo starebbe ragionando, a partire dal Consiglio dei ministri di oggi, per garantire, come ha detto Mario Monti ieri dopo l’incontro con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, il pareggio di bilancio nel 2013.

Ma la tenuta dei conti non è l’unico obiettivo dell’Italia. La crescita è il primo imperativo, anche per il risanemnto del bilancio. Il superministro, Corrado Passera, a Bruxelles per la prima uscita, ha annunciato che ci sarà «un bel piano energetico nazionale» perchè, «dopo il referendum sul nucleare, bisognerà rivedere i nostri piani». Al commissario europeo Tajani, poi, promette un intervento per sbloccare i pagamenti delle amministrazioni pubbliche ai propri fornitori: è un capitolo che vale 60 miliardi, per le imprese ossigeno importante, così come per i contribuenti la riduzione dell’acconto Irpef di novembre.

Degli interventi si è parlato anche a Strasburgo. Ma, nonostante lo «stupore» espresso dalla Merkel, non sarebbero state dettagliate le misure. Per il pareggio il Governo si appresta anche a modificare il testo all’esame della Camera per inserirlo in Costituzione facendo ricorso anche ad un organismo ad hoc di controllo sul modello del Cbo del Congresso Usa. E comunque – spiega Monti – l’Italia ha già fatto notevoli sforzi tanto che il Belpaese presenterà un «rilevante avanzo primario» nel 2014.

Intanto per ‘pareggiare’ entrate e uscite ci vorrebbe un intervento prossimo ai 15 miliardi che dovrebbe però essere accompagnato anche da misure per rilanciare la crescita. Quindi da nuove spese. Ma già a livello europeo si sta discutendo di come ‘alleggerire il contò facendo contabilizzare ai paesi gli effetti della minor crescita (aggiustamento per ciclo).
La nuova manovra potrebbe così essere più ‘light’. In ogni caso domani è in programma il Cdm per completare la squadra di governo con i sottosegretari ma certo l’appuntamento servirà per una ricognizione – fissanto tempi e strategia – sulle misure da adottare.

Il tempo non è una variabile di scarso rilievo anche perchè Monti ha già trovato un accordo con i presidenti delle due Camere per una corsia preferenziale dei provvedimenti economici. Sul fronte ‘crescità (senza creare inflazione o alimentare il disavanzo, precisa Monti) si punta anche a norme di semplificazione (ad esempio l’intervento sugli ordini professionali). Ma si parla con insistenza anche di un taglio al peso del fisco sul lavoro. Nuove risorse arriverebbero dalla lotta all’evasione (tracciabilità a 300-500 euro), novità in dichiarazione dei redditi (con indicazioni più puntuali).

Tutte nuove misure che oltretutto potranno contare su ulteriori risorse che arriveranno dal lancio del nuovo ‘redditometro’ che, ora in fase sperimentale, partirà in via definitiva nel 2012. E sempre per l’anno prossimo il Tesoro ha già virtualmente in cassa 3 miliardi che sono quelli che, grazie al decreto firmato ieri da MOnti, verranno ‘scalatì dall’acconto Irpef di novembre e torneranno in cassa a giugno prossimo.

Sul fronte pensioni, ad esempio, alcune indicazioni arrivano oggi dal ministro al Welfare, Elsa Fornero: la riforma «è già stata largamente fatta ma necessita di tempi più accelerati». I temi sui quali il Governo lavorerebbe sono appunto l’estensione del contributivo pro-rata per tutti, l’anticipo dei tempi sull’aumento dell’età di vecchiaia delle donne nel settore privato (al momento l’adeguamento a quella degli uomini e delle donne nel settore pubblico è prevista tra il 2014 e il 2026) e l’anzianitè arrivando in tempi brevi a quota 100 (tra età anagrafica e anni di contribuzione). Non è inoltre escluso l’anticipo delle regole sull’aumento dell’età pensionabile legandola all’incremento dell’aspettativa di vita dal 2013 al 2012.

L’Unità 25.11.11

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“La Fornero tocca le pensioni. Ma poco”, di Gianni Del Vecchio

Il responsabile del welfare rompe il silenzio (in video) e tranquillizza i dem
Pensioni e Fiat. Sono questi i due temi trattati al debutto pubblico dal nuovo ministro del welfare. Temi più che mai caldi, che giustificano le grandi aspettative che si sono generate attorno alle prime mosse di Elsa Fornero, che al pari del suo collega Corrado Passera è forse il ministro più “temuto” da lavoratori e imprese italiane.
Il primo intervento è però molto cauto, soprattutto sul capitolo della previdenza, e allo stesso tempo dialogante ma non subalterno con il Lingotto, tanto da incassare il placet di Pd e Cgil ovvero di quella constituency tradizionalmente più sensibile alle riforme su lavoro e previdenza.
Cominciamo dalle pensioni. La Fornero ieri, in un videomessaggio inviato a un convegno della Cna, ha escluso che questo governo userà i soldi dei pensionati per far cassa, ma si limiterà a velocizzare alcuni passaggi già previsti dalle leggi approvate in questi anni. «La riforma è stata largamente fatta – precisa il ministro –, ma necessita di tempi più accelerati di quelli previsti».
Cosa voglia significare concretamente è presto detto. Prima di tutto, ci sarà l’estensione del metodo contributivo pro-rata per tutti, a cui va aggiunto l’anticipo dei tempi sull’aumento dell’età di vecchiaia delle donne nel settore privato (al momento l’adeguamento a quella degli uomini e delle donne nel settore pubblico è prevista tra il 2014 e il 2026). Due misure che sono previste dalla riforma Dini del 1995 e dalle ultime Finanziarie approvate dal precedente esecutivo Berlusconi, sulle quali c’è una certa condivisione fra Pd e Pdl.
Per il senatore democratico Pietro Ichino «bisogna portare il regime contributivo anche sulla mia generazione e non solo sui giovani, questo è quello che faremo nei prossimi giorni». Cosa su cui è d’accordo anche il parlamentare pidiellino Giuliano Cazzola («assolutamente condivisibile»).
Resta da vedere se la Fornero intende alzare l’età anche per le pensioni d’anzianità, arrivando in tempi brevi a quota 100 (tra età anagrafica e anni di contribuzione). In ogni caso, le parole del ministro, che escludono qualsiasi rivoluzione copernicana, hanno fatto tirare un sospiro di sollievo sia a Bersani che alla Camusso, preoccupati per l’eventuale contraccolpo di un inasprimento della previdenza nella propria base.
Discorso diverso invece per quanto riguarda la Fiat. La Fornero non ha dimenticato le sue origini torinesi e i buoni rapporti coltivati sia con i vertici del Lingotto che con la Fiom sabauda nei suoi anni trascorsi nell’orbita bazoliana di IntesaSanpaolo. Così, nel suo intervento, da una parte si è detta disponibile a «offrire un contributivo costruttivo, se richiesto, nella composizione della vicenda Termini Imerese», lo storico stabilimento siciliano che da oggi chiude i battenti, e dall’altra ha lanciato un preciso monito a Marchionne, ricordando che «le medie e grandi imprese non possono abbandonare il paese».
Esplicito il riferimento alle ultime mosse del gruppo automobilistico torinese, che negli ultimi tempi sta sempre più spostando il suo baricentro verso Detroit e i mercati americani a discapito del capoluogo piemontese. La chiusura della fabbrica di Termini Imerese e la transizione dei lavoratori verso un nuovo impiego e un nuovo piano industriale tuttavia è una questione tutt’altro che risolta.
In campo c’è la proposta dell’imprenditore molisano Massimo Di Risio, fondatore della casa automobilistica Dr, sulla quale però pesano dubbi di carattere economico e finanziario, come riportato dal Sole-24Ore . Quindi, se per la Fornero è buona la prima, il ministro non si illuda: i grattacapi, quelli veri, sono appena cominciati.

da Europa Quotidiano 25.11.11