Giorno: 24 Novembre 2011

"Ora ci vuole coerenza, Pd", di Marco Meloni

A pochi giorni dall’insediamento, i sondaggi di opinione confermano la percezione di un grande consenso nei confronti del governo Monti. Una fiducia che investe anche i partiti e i leader che lo sostengono maggiormente, e che tra i militanti del Pd è quasi unanime, sfiorando il 95%. Liberare pacificamente l’Italia da Berlusconi, riportarla nel consesso internazionale, far ripartire la crescita e ricostruire un tessuto civile fatto di regole ed equità: risultati in parte già conseguiti, in gran parte auspici da mutare in realtà. Parlamento, cittadini, attori politici e sociali, sono i protagonisti di un processo che solo chi ignora la democrazia parlamentare definisce sconfitta della politica. Le forze politiche e parlamentari possono autonomamente – come ha osservato Nadia Urbinati – sostenere e giudicare l’operato di un governo il quale, pur non composto da politici di professione, realizza un programma politico. I prossimi mesi muteranno, oltre che il destino del paese, l’assetto politico futuro: ecco la sfida del Pd. L’alternativa è secca: crederci o non crederci. Incidere sulle scelte, ed essere così – per dirla con …

"La crisi non aspetta", di Massimo Giannini

Dall´«uomo dei sogni» all´«uomo dei miracoli»? Nessuno si era illuso: il passaggio dal Venditore di Arcore al Professore della Bocconi non poteva bastare a risolvere i guai dell´Italia. Ma ora che la «dittatura dello spread» pesa sulla democrazia dei popoli, Monti non può esitare: serve una svolta immediata, per uscire da questa crisi. La tempesta finanziaria è globale. Squassa l´Europa. Non più solo i paesi lassisti del Club Med: ormai persino la virtuosa Germania paga dazio, come dimostra l´inaudito insuccesso dell´asta dei Bund disertata dagli investitori internazionali (e soprattutto asiatici) in fuga dai titoli dell´intera Eurozona. Ma l´Italia torna a pagare il prezzo più alto. Il differenziale sul Btp a due anni è salito a 700 punti, il più alto da quando esiste l´euro. È un segnale chiarissimo: i mercati cominciano a dubitare non più solo della sostenibilità del debito a lungo periodo, ma anche di quello a breve. È anche un costo elevatissimo: stavolta il Tesoro dovrà pagare agli investitori un premio di rischio del 7,2% a scadenza biennale, e non decennale. C´è una …

"Ora Berlino dovrà riflettere", di Stefano Lepri

Ora è il momento per agire. La crisi dell’area euro comincia a toccare la Germania; nessun Paese ne è più al riparo. Agire significa un salto in avanti nella costruzione dell’Europa. Molti politici nazionali recalcitrano davanti a una «cessione di sovranità» da parte degli Stati; si tratta in realtà di ampliare, non di ridurre gli spazi di democrazia. L’unico modo di ridare potere ai cittadini sulla sorte delle loro economie, strappandolo ai mercati finanziari, è di trasferire ad autorità europee elettive quelle competenze che i governi nazionali non hanno più la forza di esercitare. Mario Monti saprà bene tutto questo, quando si siederà oggi al tavolo con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. Saprà anche che è molto difficile riuscirci. Al punto in cui siamo arrivati, solo una politica economica centralmente concordata potrà salvare l’euro. Dovrà essere democraticamente legittimata; non affidata alla legge del più forte del «metodo intergovernativo» di fatto ridottosi alla guida dell’ineguale duo franco-tedesco, responsabile di molte decisioni tardive e maldestre degli ultimi mesi. Senza intaccare le sovranità nazionali, servirebbero a poco gli …