Il sostegno del Pd al governo di Mario Monti non serve soltanto a “tirare l’Italia fuori dai guai” ma è anche un “investimento politico” per il principale partito di centrosinistra, che non chiede una ricetta “dolce”, ma “ragionevole ed equa”. Lo ha detto oggi in un’intervista a Reuters il segretario democratico Pier Luigi Bersani, secondo cui il nuovo esecutivo in Parlamento non avrà bisogno di ricorrere spesso al voto di fiducia, perché il Parlamento sarà “responsabilizzato”.
Ieri il presidente del Consiglio è volato a Bruxelles per incontrare i vertici dell’Unione europea, domani sarà a Strasburgo per discutere col presidente francese Nicolas Sarkozy e col cancelliere tedesco Angela Merkel. “Credo sia evidente che con questo governo stiamo riprendendo, anche in queste ore, il nostro posto in Europa”, commenta Bersani, 60 anni, alla guida del Partito democratico dalla fine del 2009.
Nonostante l’atteso varo del nuovo governo, però, il differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi ha continuato a segnare picchi – in sintonia del resto con quelli di altri Paesi – e la borsa ha chiuso spesso col segno negativo: “Mi aspetto che questa operazione di fiducia abbia un suo ‘progress’ che non dobbiamo misurare ad horas, ma su percorso che ragionevolmente intanto deve arrivare di qui a fine anno con anche una serie di misure e di interventi”, dice il leader democratico.
“Sappiamo che ci aspetta un lavoro, un impegno. Credo che la comunità internazionale debba leggere questo colpo di reni [la nascita del nuovo governo in otto giorni] come la volontà di mettersi al lavoro”.
“LA POLITICA HA FATTO UN PASSO AVANTI”
Per Bersani, che nell’ultimo anno ha ripetuto quasi tutti i giorni la richiesta all’ex premier Silvio Berlusconi di “fare un passo indietro”, il governo tecnico guidato dall’ex commissario europeo e presidente della Bocconi non è un ritirata della politica. Al contrario, “la politica ha fatto un passo avanti”, e la formula dell’esecutivo tecnico “serve a sostenere meglio quello che si fa”.
Del resto, aggiunge, “siamo a un anno e qualche mese dalle elezioni”, come a dire che tra non molto la guida del Paese tornerà direttamente ai partiti. Non a caso, dice, dopo governi tecnici come quello Ciampi o quello Dini, negli anni 90, “c’è stato un rilancio della politica”.
RIFORME CHE CHIEDE LA UE, “MA CON NOSTRE RICETTE”
Bersani non teme che l’Italia – terza economia della zona euro – sia sulla strada della Grecia, che, secondo la banca centrale ellenica è alla sua ultima chance per restare nell’area della moneta unica. E non crede che i partiti italiani potrebbero vedersi costretti, come quelli greci, ad assicurare per iscritto alla Ue che sosterranno le misure di austerity a cui si è impegnato il nuovo governo di coalizione.
“Noi, con tutto il rispetto, non siamo la Grecia sia su basi strutturali, sia sull’andamento corrente della finanza pubblica. Una personalità come Monti ci consentirà di dire: i compiti a casa li facciamo. Tante cose che ci hanno suggerite le sappiamo, le faremo anche con le nostre ricette”.
“Siamo assolutamente pronti ad assumere le condizioni fondamentali [del patto con la Ue]: il pareggio di bilancio, la crescita, ma credo che nelle prossime settimane si vedrà che l’Italia, come è successo altre volte, è in condizione di assolvere a quelle condizioni con un suo criterio”.
“Non serve mettere delle firme, si andrà in Parlamento e si vedrà”, dice Bersani.
E se il leader dei centrosinistra riconosce che per il momento il problema è quello di “togliere l’Italia fronte più esposto della crisi”, aggiunge che successivamente bisognerà intervenire sui problemi che ha la Ue, perché “lì vogliamo dire anche la nostra”.
“L’ESECUTIVO TECNICO E’ “UN INVESTIMENTO POLITICO”
Nei sondaggi elettorali, il Pd è considerato oggi come la prima forza politica del Paese, ma gli analisti si interrogano se il sostegno a un “governo dei sacrifici” non potrebbe fargli perdere troppi consensi.
Bersani ammette che “avremo problemi”, ma dice al tempo stesso che sostenere Monti “per noi è addirittura investimento politico”.
“Se la convinzione popolare [nel sostegno al governo Monti, secondo i sondaggi)] è stata così larga, non è perché la gente si aspetti dei regali. La gente si aspetta equità e verità. Da equità e verità viene fuori la fiducia”, dice l’ex ministro dello Sviluppo economico del secondo governo Prodi.
“Il meccanismo del consenso [in questa fase] non è legato a quanto sia dolce la ricetta, ma quanto sia ragionevole ed equa”, dice. “Vedo la durezza dei problemi, ma non dal lato del consenso. Sempre che i ‘pacchetti’ di cui parla Monti abbiano un carattere di equilibrio, diano l’idea di uno sforzo comune dove chi ha di più deve dare di più”.
BERSANI VEDE POCHI VOTI DI FIDUCIA IN PARLAMENTO PER MONTI
Pur potendo contare ufficialmente su una larghissima base in Parlamento, dove solo la Lega e alcuni esponenti politici del centrodestra gli hanno votato contro, il nuovo governo potrebbe correre però il rischio di confrontarsi con gruppi e sottogruppi dissidenti intenzionati a “trattare” sulle varie misure o a votare contro. Ma Bersani ritiene che non ci sia il rischio di un ricorso frequente alla fiducia, come avvenuto soprattutto nell’ultima fase del governo Berlusconi.
“Credo che questo sarà un governo dove i voti di fiducia – che non dico che non verranno usati, magari per ragioni tecniche – come tema scompariranno dall’orizzonte, perché il Parlamento si sentirà più protagonista, più responsabilizzato”.
Sulla partita dei sottosegretari del nuovo governo, che lo stesso Monti annuncerà nei prossimi giorni e che per il Pdl devono essere comunque “tecnici”, Bersani dice che il Pd “ha dei consigli, se richiesti”, e che vedrebbe bene per l’incarico “anche figure di esperienza politica, purché non siano parlamentari”.
E alla domanda se il Pd intenda fissare i tempi di una verifica per vedere se l’operato del governo risponda alle aspettative, il segretario dice che bisogna “subito consolidare sui conti pubblici l’approccio all’obiettivo del pareggio di bilancio” per vedere “eventuali debolezze” delle precedenti manovre, sia per considerare l’andamento economico.
da Reuters
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