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Napolitano: Italiani i figli di immigrati "Una follia negare la cittadinanza", da lastampa.it

«Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un’autentica follia, un’assurdità. I bambini hanno questa aspirazione». Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricevendo oggi al Quirinale i rappresentanti delle chiese Valdesi e di altre comunità di fede italiane. Per Napolitano «Forse ora è possibile affrontare temi» come quelli di una legge quadro sui rapporti fra le minoranze religiose e lo Stato e il diritto di cittadinanza di chi vive in Italia ed è nato da immigrati.

«Ora si apre un campo di iniziative anche maggiore che nel passato», ha detto Napolitano riferendosi anche alla «differenziazione fra il governo e il parlamento». Una situazione in cui le Camere hanno «campi a sé riservati» per agire. Inoltre «dev’essere sottolineata» una serie di fattori come la presenza di Andrea Riccardi al ministero per la Cooperazione e l’integrazione. «Ora credo che si apra un campo di iniziative più ampie che in passato. Ci sono maggiori distinzioni tra i compiti del governo e del Parlamento il quale ha campi in cui intervenire con sue proposte».

Intanto oggi Ignazio Marino ha depositato un disegno legge per l’attribuzione della cittadinanza ad ogni bambino nato sul territorio italiano. «Esiste una discriminazione incomprensibile ai danni dei figli degli immigrati nati in Italia, lo ha ribadito oggi anche il presidente Napolitano. Un bambino senza cittadinanza sarà sempre uno straniero in un Paese che invece vive e sente come proprio. Con il disegno di legge che ho presentato, si afferma un principio semplice: un bambino che nasce in Italia è italiano, punto. Lo hanno firmato 113 senatori, quindi un terzo dell’aula del Senato, e spero che avrà un esame e una approvazione rapida», dice il senatore del Partito Democratico, che oggi ha depositato il disegno legge firmato da 113 senatori (e a seconda firma della capogruppo Anna Finocchiaro) che modifica la legge n. 91 del 5 febbraio 1992 e prevede l’attribuzione della cittadinanza ad ogni nato sul territorio italiano indipendentemente da quella dei genitori.

«Il multiculturalismo e il confronto fra diverse identità culturali sono risorse sulle quali investire – aggiunge Marino – discriminare l’infanzia, compromettere la crescita equilibrata dei bambini che nascono in Italia da genitori immigrati è incivile: il nostro Paese non può più permettersi vivere nell’intolleranza e nell’arretratezza culturale. Con buona pace di quella parte del mondo politico che rifiuta la modernità, facciamo un passo avanti».

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