"Un nuovo Profumo sulla riforma Gelmini", di Fabrizia Bagozzi
La foto del neoministro dell’istruzione Francesco Profumo affiancato al logo Unicredit (che rimanda al suo omonimo Alessandro, ex amministratore delegato). Il sincretismo di uno dei cartelli che si sono visti giovedì nelle proteste degli studenti dice tutto sul mood che anima le piazze: i due pari sono, stesso orientamento, stesso brodo di cultura. La mai sopportata Gelmini viene sostituita senza colpo ferire dal governo delle élite tecno-finanziarie a cui si ascrive a pieno titolo l’ex rettore del Politecnico di Torino e poi presidente del Cnr. Per non parlare del neopremier Mario Monti, su cui grava il peccato originale di aver sostenuto e di continuare a sostenere – anche nel suo discorso programmatico – la riforma Gelmini. «Ha detto che continuerà l’iter dei decreti attuativi della riforma. Ma come? Non aveva appena detto che bisognava partire dai giovani? E allora perché ostinarsi con una riforma contestata in maniera praticamente unanime da studenti e ricercatori? Perché non fermare quell’iter e ricominciare da capo, chiedendo magari a chi vive l’università di dire la sua?», si legge sul sito …