Giorno: 19 Novembre 2011

"Un nuovo Profumo sulla riforma Gelmini", di Fabrizia Bagozzi

La foto del neoministro dell’istruzione Francesco Profumo affiancato al logo Unicredit (che rimanda al suo omonimo Alessandro, ex amministratore delegato). Il sincretismo di uno dei cartelli che si sono visti giovedì nelle proteste degli studenti dice tutto sul mood che anima le piazze: i due pari sono, stesso orientamento, stesso brodo di cultura. La mai sopportata Gelmini viene sostituita senza colpo ferire dal governo delle élite tecno-finanziarie a cui si ascrive a pieno titolo l’ex rettore del Politecnico di Torino e poi presidente del Cnr. Per non parlare del neopremier Mario Monti, su cui grava il peccato originale di aver sostenuto e di continuare a sostenere – anche nel suo discorso programmatico – la riforma Gelmini. «Ha detto che continuerà l’iter dei decreti attuativi della riforma. Ma come? Non aveva appena detto che bisognava partire dai giovani? E allora perché ostinarsi con una riforma contestata in maniera praticamente unanime da studenti e ricercatori? Perché non fermare quell’iter e ricominciare da capo, chiedendo magari a chi vive l’università di dire la sua?», si legge sul sito …

"Settembre nero nell’industria: a picco fatturato e ordini", di Luciano Costantini

Un settembre nero se è vero che i numeri sulla produzione industriale vanificano quasi interamente, comunque penalizzano molto, i buoni risultati ottenuti nell’arco dei primi nove mesi dell’anno che tuttavia restano positivi. In calo netto sia il fatturato che gli ordinativi. Secondo i rilevamenti Istat, a settembre il fatturato dell’industria è sceso del 5,4% rispetto ad agosto che vuol dire il peggior dato congiunturale dal novembre del 2008. Su base annua è salito però dell’1,9%, trainato dal mercato estero. Ancora più negative le cifre riguardanti gli ordini che a settembre sono arretrati dell’8,3% rispetto ad agosto. Il dato più basso dall’agosto del 2009. Ed in questo caso a pesare tantissimo è stato lo scarso tiraggio del mercato interno. Anche su base annua il risultato è negativo con una riduzione del 3,6%. Questi i numeri nudi e crudi di una evidente retromarcia rispetto alla performance registrata ad agosto e che aveva fatto immaginare una possibile inversione del trend critico del settore industriale. Analizzando le cifre relative al fatturato, il nostro istituto di statistica rileva che il …

"Dieci anni ai margini. Ora si torna nel mondo" Giovanni Faleg e Giulia Serio

Dalla Russia all’Africa tutti gli errori della politica estera di Silvio. In due articoli pubblicati su Affari Internazionali nel giugno scorso, gli ambasciatori Antonio Puri Purini e Silvio Fagiolo si soffermano sulla regressione della politica estera italiana nell’ultimo decennio (2001-2011). «Lungo è il lessico del degrado», scrive Fagiolo per descrivere i fallimenti di un paese che è «declinato illudendosi di salire». «Dopo le elezioni politiche del 2001, la nuova maggioranza ha voluto marcare una discontinuità rispetto al passato», osserva Puri Purini, secondo cui quello «fu l’inizio di una sequenza di errori alla base di cui vi erano inesperienza, indifferenza, presunzione, fastidio per le regole europee». Perché la politica estera nell’era Berlusconi è arrivata al punto di rottura? In una congiuntura caratterizzata dallo strapotere dei mercati finanziari, una politica estera coerente è elemento chiave per la credibilità politica di un paese. L’incerta collocazione internazionale dell’Italia e il disorientamento regnante alla Farnesina e a Palazzo Chigi, poi, hanno aggravato la fragilità della nostra economia. È possibile un “new deal” della politica estera italiana? Al centro dell’azione diplomatica …

"Nel giorno dei convenevoli l´humour del premier e il silenzio del Cavaliere", di Concita De Gregorio

Non si ricorda a memoria d´uomo, a Montecitorio, un cortile affollato da tanta cordialità trasversale, Verdini e Ghedini sorridenti almeno quanto Fioroni e Franceschini, non si ricordano applausi e risate da destra e da sinistra alle battute british del neopresidente (“preferisco che mi chiamiate professore. Come diceva Spadolini i presidenti passano, i professori restano”).non si ricorda una maggioranza di 556 voti né tanto fair play istituzionale, con Berlusconi che si alza e va a stringere la mano ai tutti i neo ministri, uno per uno, ai banchi del governo e Monti che fa passare un quarto d´ora e restituisce la cortesia. Si inerpica tra i banchi della destra e si ferma da Tremonti, a lungo, da Gelmini, parla fitto, sale fino a Giorgia Meloni, torna in basso verso Prestigiacomo, poi di nuovo da Berlusconi seduto nel suo banchetto accanto ad Alfano. Gianni Letta vigila dall´alto, seduto tra nella tribuna degli ospiti proprio accanto a una scolaresca. Monti gli riserva un lungo omaggio in apertura di discorso. Berlusconi ancora non è arrivato, a quell´ora. Quando l´ex …

Lega allergica alla "coesione territoriale", di Claudio Martini

Il nuovo governo ci dice che i problemi della crescita e del risanamento dei conti non si affrontano con i soli tagli alla spesa o con la forte competizione tra territori. Non è novità da poco la valorizzazione, voluta da Mario Monti, del ministero per la coesione territoriale affidato alle competenze riconosciute di Fabrizio Barca. Lo dice la reazione scomposta della Lega che parla di «schiaffo al Nord» scordando persino che Fitto aveva anche quelle deleghe. È invece una buona idea, un’innovazione che coglie un`esigenza reale. Quella di prepararsi al meglio la prossima stagione di fondi strutturali europei, le uniche risorse consistenti che avremo nei prossimi anni per gli investimenti; e di farlo avendo in mente le necessità e le potenzialità di tutta l`Italia, non di una sola sua parte. Il segnale è positivo ed importante, speriamo sia seguito da convincenti fatti concreti. In primo luogo il nuovo governo ci dice che i problemi della crescita e del risanamento dei conti non si affrontano con i soli tagli alla spesa o con la forte competizione …

"Conflitti d´interesse e poteri forti", di Tito Boeri

Un primo risultato il governo Monti lo ha già ottenuto: lo spread fra i titoli decennali italiani e spagnoli si è ridotto al solo cambiamento di governo. Guardare al divario fra il rendimento dei Btp e i Bonos serve per tener conto della dimensione europea della crisi e degli interventi della Bce, comuni ai due paesi. Da quando Monti è stato nominato senatore a vita, la percezione del rischio dell´Italia sui mercati è migliorata. il divario tra Italia e Spagna che aveva raggiunto 142 punti base, è diventato ieri negativo. Questo significa che i mercati adesso ritengono la Spagna più a rischio dell´Italia. Il miglioramento complessivamente è stato di più di 150 punti, come dire che senza cambiamento di governo avremmo dovuto vendere i titoli di Stato a tassi superiori all´8 per cento, ben oltre la soglia di guardia. Queste dinamiche degli spread (e dei Cds, le assicurazioni contro il ripudio del debito) ci dicono anche che le valutazioni dei mercati rimangono selettive, continuano a tenere conto degli sviluppi nei singoli Paesi, anche se il …

"Un patto per la giustizia civile", di Vladimiro Zagrebelsky

Il clamore delle discussioni e dei contrasti attorno alla giustizia penale, e a un certo numero di processi in particolare, ha oscurato, ormai da molti anni, l’attenzione che merita l’altro ramo della giustizia ordinaria, quello della giustizia civile. Eppure è soprattutto questa che più soffre e che maggiormente espone l’Italia alle critiche e alle condanne provenienti dall’Europa e dagli organismi internazionali. Nell’amministrazione della giustizia penale sono certo in gioco interessi e diritti fondamentali: la libertà, il patrimonio, l’onore delle persone che vi sono implicate. Ma le controversie civili riguardano tutti i cittadini nella loro vita ordinaria, quella privata e quella familiare, il lavoro, le attività commerciali. Si tratta di campi in cui vengono in discussione diritti fondamentali delle persone: diritti che sono offesi o addirittura negati se non è assicurato un efficiente servizio giustizia. Sono ormai trent’anni che la Corte europea dei diritti dell’uomo condanna l’Italia per non aver assicurato la conclusione di procedimenti in tempi ragionevoli. E la Corte ha dovuto constatare che non si tratta solo di numerose violazioni singole, ma di una …