Il nuovo governo ci dice che i problemi della crescita e del risanamento dei conti non si affrontano con i soli tagli alla spesa o con la forte competizione tra territori. Non è novità da poco la valorizzazione, voluta da Mario Monti, del ministero per la coesione territoriale affidato alle competenze riconosciute di Fabrizio Barca. Lo dice la reazione scomposta della Lega che parla di «schiaffo al Nord» scordando persino che Fitto aveva anche quelle deleghe.
È invece una buona idea, un’innovazione che coglie un`esigenza reale. Quella di prepararsi al meglio la prossima stagione di fondi strutturali europei, le uniche risorse consistenti che avremo nei prossimi anni per gli investimenti; e di farlo avendo in mente le necessità e le potenzialità di tutta l`Italia, non di una sola sua parte.
Il segnale è positivo ed importante, speriamo sia seguito da convincenti fatti concreti. In primo luogo il nuovo governo ci dice che i problemi della crescita e del risanamento dei conti non si affrontano con i soli tagli alla spesa o con la forte competizione tra territori. Serviranno certo rigore, dimagrimento della macchina pubblica e liberalizzazioni che liberino le energie migliori, dove ci sono. Ma occorre anche una visione unitaria, solidale del Paese. Un’idea dell’Italia tutta, di una ricostruzione che si avrà se tutti i territori vi nuove speranze.
Va poi rimarcata la grande attualità di questa scelta, alla vigilia di decisioni cruciali sul bilancio comunitario, sulle risorse per le politiche regionali e, appunto, di coesione. Qui l’Italia rischia molto: un taglio forte a queste politiche penalizzerebbe proprio le nostre regioni, del Sud come del Nord. Il governo precedente ha purtroppo ignorato la questione, giungendo a firmare una lettera con altri Stati (dagli interessi opposti ai nostri in materia) che chiede una riduzione dei fondi per le politiche europee.
Oggi possiamo correggere queste scelte e presentarci in Europa con politiche che guardano all’interesse generale e che evocano un`Europa che non è solo austerità e privatizzazioni ma anche collaborazione e partenariati tra territori.
La nozione di «coesione territoriale», che si aggiunge a quella di «coesione economica e sociale», è una delle acquisizioni positive del nuovo Trattato di Lisbona. Fabrizio Barca è stato, nel dibattito europeo sul tema, uno dei più convinti sostenitori d`una politica di coesione ambiziosa, efficace, capace di mobilitare tutti i territori. Con lui l`Italia può tornare a dire la sua su questa questione cruciale. Per se stessa e per l`Europa tutta.
L’Unità 18.11.11