La giornata a Montecitorio: Berlusconi rinuncia al discorso convinto da Alfano e Cicchitto
Post scriptum – 15.22 – Una precisazione via sms da Franceschini: “Le riforme istituzionali non ho detto che le farà Monti ma il Parlamento”.
15.12 – Continuano le operazioni di voto. Monti avrà una fiducia quasi totale, non ci sarà nessuna sorpresa. Alla prossima.
15.02 – Antonio Martino non ha votato la fiducia perché non la dà per principio ai governi tecnici. Lo ha comunicato a Monti che pareva seccato.
14.52 – Berlusconi alla buvette ha brindato coi suoi a crodino.
14.37 – In questo momento Veltroni parla ai Rainews e nell’altro angolo del cortile D’Alema parla a Skynews…
14.35 – Si segnala che Tremonti si è abusivamente seduto nello scranno davanti a Berlusconi. Il suo posto è quello di Papa…
14.32 – Stefania Craxi: “Se da tutta questa storia mi tolgono un po’ di putt… dal davanti…”.
14.26 – Scilipoti con l’aiuto dei commessi raggiunge Berlusconi alla buvette.
14.17 -Berlusconi e Casini si sono calorosamente salutati.
14.16 – Si comincia a votare, si comincia da Giulietti.
14.14 – Berlusconi ha salutato uno a uno tutti i membri del governo.
14.11 – Scilipoti accolto da un boato. Sta dicendo che è in governo abusivo. Porta il lutto al braccio
.14.08 – Si conferma la contrarietà del Pdl alla patrimoniale e soprattutto alla reintroduzione dell’Ici.
14.06 – Questo non è un governo delle larghe intese, dice Alfano. Non vuole implicazioni politiche
14.05 – Alfano difende il governo di Berlusconi con orgoglio. E’ l’unico discorso possibile.
14.02 – “L’euro sta fallendo la sua prima grande prova”.
14.00 – Ora Alfano. La crisi, dice, è di tutti. Chi ha stappato champagne per le dimissioni di Berlusconi deve riaversi dalla sbronza.
13.59- Bersani chiude in pieno orgasmo oratorio: “siamo italiani, sappiamo ancora stupire”. Poi butta i fogli sul leggìo. Evidente disagio ai banchi di governo.
13.56 – Incomprensibile Bersani. Urla, batte i pugni, “è una vergogna!”. Piena campagna elettorale.
13.55 – -L’imbarazzo è profondo davanti all’uscita di Bersani: se le avanza un euro, lo usi per i disabili…
13.54 – Di fronte ai comizietti, i ministri dimostrano qualche imbarazzo.
13.53 – In tribuna stampa si dibatte attorno alle orecchie di Berlusconi e del ministro Giarda. Chi le avrà più grosse?
13.50 – Bersani rivolto ai leghisti: “Conosciamo la colla dei manifesti”. Si ignora il significato (ma Bersani parla così: non siamo mica qui a schiacciare i punti neri alle coccinelle…).
13.48 – Circola un pettegolezzo stupendo. Salutando i membri del suo governo, Berlusconi ha detto: “Invidio Monti che ha una squadra stupenda, mentre io ho avuto solo quello che mi avete dato voi”.
13.47 – Reguzzoni della Lega spiritosissimo: il nostro nemico sono i palazzi romani. Vasta ilarità. Comincia Bersani.
13.46 – Berlusconi accolto da un applauso, ma non da un applausone
13.42 – Da qualche minuto è arrivato Silvio Berlusconi. Si è seduto fra Cicchitto e Alfano
13.39 – Stracquadanio sostiene che Monti è l’unico uomo al mondo che, quando parla, inserisce la funzione elenco punti numerati. “E’ MicroMont”
13.29 – Altro segnale del cambio di regime: Barbato dell’Idv si è tagliato i rami frondosi che spacciava per capelli
13.26 – Parla Casini dopo Bocchino. Non sarà colpa di nessuno, ma sono momenti di inutilità infinita.
13.23 – Giuseppe Moles del Pdl si chiede se il biglietto di E.Letta a Monti fosse un biglietto tecnico o politico.
13.19 – La lite pietosa è stata fra Nizzi e Cicu perché Nizzi e altri due hanno portato a Monti un dossier sulla Sardegna escludendo gli altri sardi…
13.14 – Antonio Russo e Settimo Nizzi, entrambi del Pdl, si sono messi a discutere e quasi si mettono le mani addosso.
13.09 – Nel biglietto a Monti un Enrico Letta entusiasta: “Allora i miracoli esistono”.
13.02 – L’argomento qui è il biglietto che Enrico Letta ha mandato a Monti (e intercettato dai fotografi) in cui il primo, su sollecitazione di Bersani, offre aiuto al secondo per la nomina dei sottosegretari.
13.00 – Quando Di Pietro fa il buono, non si può ascoltare
12.58 – Fitto conciliabolo da almeno un quarto d’ora fra Alfano, Cicchitto, Landolfi, Meloni, Bergamini
12.55 – Di Pietro: “Anticipo subito: diamo la nostra fiducia. Non lo facciamo né per noi né per voi, ma per il Paese”. ? Vabbè, non proprio da pelle d’oca.
12.53 – Di Pietro: “Benvenuti! Perché è meglio che ci siete voi di quelli che c’erano prima”. Blande proteste a destra
12.50 – Momento di grande stanca. Molti inutili interventi verso una fiducia che si sa già straordinariamente ampia.
12.44 – Monti manda un biglietto a Di Pietro che lo legge, non alza nemmeno la testa e si ributta nella revisione del suo intervento.
12.39 – Si nota con sollievo che il premier ha abbandonato il rigore cattedratico. In aula si susseguono dichiarazioni di voto personali o di minigruppi, e lui chiacchiera coi ministri e i deputati che vanno a salutarlo (uno degli ultimi è Veltroni).
12.32 – Cominciate le dichiarazioni di voto. Ma tutti vanno a complimentarsi con Monti. Fra gli altri, Antonio Martino.
12.29 – La Melchiorre interviene e, clamoroso, Monti non la ascolta. Non era mai successo in un giorno e mezzo! Evviva la Melchiorre! La sapevamo ornamentale, ma non fino a questo punto.
12.28 – Tutto il Parlamento (tranne la Lega e buona parte degli Idv) in piedi ad applaudire Monti.
12.27 – Settimana prossima, continua Monti, avrò un incontro a tre con Merkel e Sarkozy
12.24 – Forse alcuni di voi sono giovani e non si ricordano quei poteri forti, i quali invece si ricordano di me. E l’Economist mi definì il Saddan Hussein del business. Ecco perché davanti a certi paragoni siamo leggermente disturbati. Ma tocca a noi dimostrare che avete torto
12.23 – “Poteri forti? Di poteri forti in Italia non ne conosco”.
12.21 – Troppo spesso, dice, la società civile inveisce contro la classe politica. La cosa lo indigna
12.20 – Berlusconi arriverà: la conferma la danno i suoi
12.18 – Dice che trova offensivo essere indicato come premier dei poteri forti.
12.16 – Monti chiede di non indicare la dipendenza dell’esecutivo dal Parlamento con la frase “staccare la spina”. Dice che se no rischiano di credersi un rasoio o un polmone d’acciaio. Umorismo di stampo cucciano.
12.14 – “Chiamatemi pure professore perché l’altro mio titolo, presidente, durerà poco. Come diceva Spadolini, i presidenti passano, i professori restano”.
12.13 – Vuole rassicurare i leghisti sul federalismo, si farà, dice, bisogna vedere le modalità. La Lega non applaude.
12.12 – “Ho avuto soprassalti identitari dentro di me – dice Monti – Ma io non sono settentrionale? Non sono varesino?”.
12.11 – Alcune omissioni del piano programmatico, dice Monti, sono volute
12.10 – Monti ringrazia Gianni Letta che è in tribuna. Ovazione della Camera, anche dai banchi del Pd
12.09 – Però Berlusconi non c’è
12.08 – Monti ringrazia Berlusconi per il senso di responsabilità e l’aiuto offerto.
12.05 – Ora parla Monti in replica
12.04 – Dopo le dichiarazioni di voto, a titolo personale parleranno Miccichè, Rita Bernardini e soprattutto di Scilipoti.
12.02 – Mancava D’Alema: anche lui è andato a salutare Passera
11.59 – L’arrivo di Berlusconi alla Camera sta diventando un mistero
11.57 – Giancarlo Lehner: “Una volta uno di noi disse: abbiamo una banca. Ora possiamo dire: una banca ha noi”.
11.56 – Uno del Pdl: “Sapete che vi dico? Sono sollevato, non ne potevo più di guerra quotidiana”.
11.49 – Fabio Granata su Scilipoti: “E’ morta la democrazia? E’ morta solo la capacità di ricatto di Scilipoti”.
11.46 – Berlusconi non parla ma viene in segno di rispetto per il nuovo governo
11.24 – La Camera è come al solito più confusa e dispersiva del Senato. C’è un gran vociare. Monti neanche a dirlo è attentissimo.
11.20 – Scoramento fra i giornalisti: Berlusconi non parla più, politicamente la giornata è chiusa
11.08 – Cicchitto mostra i pettorali: si augura che il governo sia al di sopra di interessi di cui è portatore
10.56 – Scilipoti col lutto al braccio. Urgono approfondimenti
10.44 – Tre ex ministri in aula: Gelmini, Romani (che siedono vicini) e Brunetta.
10.42 – Donadi: “Ci aiuti, signor presidente, a mettere mano ai nostri vitalizi”.
10.39 – Amedeo Laboccetta indossa una stola o forse una sciarpa. Assomiglia sempre più a padre Amorth
10.37 – Manuela Di Centa sui banchi del Pdl legge la Gazzetta dello Sport mentre parla Donadi dell’Idv
10.30 – Grimaldi (“Noi come Grande Sud…”) ha detto a Monti che “gli esami non finiscono mai”
10.28 – Bisognerebbe avvertire Monti che Mario Pepe dei Responsabili può anche non ascoltarlo
10.25 – Ancora non si vedono moglie e figli di Monti.
10.22 – Berlusconi non parla per non “uccidere Alfano nella culla”.
10.17 – Tutti vanno a salutare Passera: Bersani, Veltroni, Fioroni…
10.13 – Franceschini chiede cambio della legge elettorale, Senato federale, cambio dei regolamenti parlamentari. Ma perché queste cose dovrebbe farla Monti?
10.08 – La crisi si è aggravata: le riforme, dice Franceschini, ce le chiede il mondo (non più solo l’Europa).
10.07 – La discussione andrà avanti fin verso le 13.30, poi dichiarazioni di voto, infine la lunga chiamata nominale
10.05 – La seduta è cominciata. Parla Franceschini. Banchi di destra deserti: del resto non venivano neanche per il loro, di governo…
9.58 – Fuochi d’artificio nel Pdl: oltre a Cicchitto parla anche Alfano
9.53 – Intoppo nel cambio di regime: seduta sospesa per mancanza di materia prima, i ministri
9.49 – Irrompe Rosi Bindi con uno splendido sorriso tecnico
9.45 – Per il Pdl parlerà Cicchitto, così dopo Monti rimane inalterato il livello di adrenalina
9.42 – Bacio a quote diverse fra Passera e Brunetta
9.35 – Il cambio di regime si nota anche da Walter Veltroni che è passato dai mocassini testa di moro ai mocassini neri
9.33 – A dieci minuti dall’inizio, desertificazione e torpore.
9.27 – L’ex presidente del Consiglio voleva replicare oggi a Monti. Era anche pronto il discorso, molto ecumenico. Ma in serata Alfano e Cicchitto lo hanno convinto a lasciar perdere.
9.26 – Berlusconi non parla, è praticamente ufficiale.
9.12 – Fra poco più di mezzora, Mario Monti parla alla Camera dei deputati. La fiducia nel primo pomeriggio. Ieri al Senato è stata molto molto ampia.
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