Giorno: 17 Novembre 2011

"L'eredità", di Marina Boscaino

Chi ha avuto modo di leggere ciò che ho scritto nel corso degli anni si sarà reso conto che – nonostante la mia indiscussa appartenenza politica alla sinistra – mi sono spesso trovata in disaccordo con l’atteggiamento generale da un lato e con precise azioni dall’altro portati avanti dalla sinistra oggi rappresentata in Parlamento. Sulla scuola il Pd è stato spesso inefficace, dando l’impressione da una parte di ammiccare – in nome di un’ambigua idea di modernità, che corrisponde spesso ad acquiescenza – a principi e valori che minano le basi su cui si fonda l’identità di sinistra; dall’altra di attendere – in un’inerzia inquietante – l’arrivo di Godot. Occorre però riconoscere che sul concorso per i dirigenti scolastici, sul quale si è fatto dell’incredibile trionfalismo autocelebrativo, l’opposizione ha incalzato il governo dimissionario. Con un’interrogazione parlamentare, prima firmataria Manuela Ghizzoni, il Partito Democratico chiede al ministro Gelmini quali iniziative intenda adottare affinché le future prove scritte: – si svolgano contestualmente in tutte le sedi regionali e con le medesime tracce; – si svolgano solo dopo …

"Il miracolo di Mister spred", di Massimo Giannini

La “democrazia dello spread”, tra storture e paure, ha generato un piccolo miracolo. Quello che nasce dalle macerie del berlusconismo è un buon governo del Presidente. La sua qualità tecnica è da elogiare. La sua intensità politica è da dimostrare. Ma se l´Italia ha ancora una chance per salvarsi, quella si chiama Mario Monti. La formula migliore, per definire il suo esecutivo, la conia lui stesso. «Un governo innovativo»: così dice il presidente del Consiglio. Il nuovo governo che ha giurato ieri nelle mani del Capo dello Stato nasce effettivamente nel segno di una forte discontinuità. Per almeno tre motivi. Il primo motivo: un governo formato interamente da tecnici non ha precedenti nella storia repubblicana. Per trovare qualche analogia si deve risalire al governo Ciampi del ‘93 (quando il premier incaricato e non eletto, in piena tempesta di Tangentopoli, fu prelevato direttamente dalla Banca d´Italia) e al governo Dini del ‘95 (quando l´ex direttore generale di Via Nazionale ed ex ministro del Tesoro del primo governo Berlusconi fu chiamato a supplire al patente disarmo bilaterale …

"Giù il sipario sulla politica spettacolo", di Mario Calabresi

Fotografi e giornalisti si chiedevano a vicenda chi fossero quei ministri, scrutavano le facce del nuovo governo cercando di abbinare nomi e volti in modo corretto. La prima rivoluzione andata in onda ieri, durante il giuramento al Quirinale, è stata la fine della politica spettacolo: nessuno dei presenti era un personaggio già reso famoso dalla televisione, noto per una litigata, per le sue battute o per gesti eclatanti. Per scoprire chi sono questi ministri bisogna andare a spulciare i curriculum o cercare negli archivi. E questa è già una rivoluzione. Naturalmente ogni stagione ha la sua rappresentazione e in tempi di crisi è indicato mostrarsi sobri e asciutti. Ma, al di là dell’immagine, la sensazione positiva che offre il governo Monti si lega a quattro parole: credibilità, crescita, coesione e ricerca. Nel Salone delle Feste del Quirinale non c’erano mai state tante televisioni straniere e questo è il motivo per cui, anche se non ne fossimo convinti, abbiamo il dovere di essere credibili: siamo un Paese sotto osservazione che ora deve onorare con tempismo la …