Giorno: 16 Novembre 2011

"L'ultimo regalo del ministro Gelmini", di Gian Antonio Stella

Merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito, merito. Fa impressione metterle tutte in fila, vero? Bene: per trentasette volte Mariastella Gelmini, poco prima di diventare ministro dell’Istruzione, scrisse la parola «merito» nella sua proposta di legge 3423. E in questi anni non ha fatto che ripetere: «Non è più possibile andare avanti con il nepotismo dentro le università». Fedele ai convincimenti granitici, ha raccontato sul Secolo XIX Francesco Margiocco riprendendo una denuncia del sito web «Articolo 33», la signora ha dunque deciso di chiudere l’esperienza ministeriale con una nomina impareggiabile. E ha piazzato nel consiglio di amministrazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche un giovane astro nascente della politica del merito: Gennaro Ferrara, 74 anni, collezionista di poltrone di ogni genere ma soprattutto per 23 anni rettore di quella che probabilmente è l’università più nepotista d’Italia, la napoletana «Parthenope». Oltre a finire sui giornali come il peggiore …

"Tremonti chi?", di Giovanni Cocconi

Forse Indro Montanelli aveva torto: non tutti quelli che hanno un brutto carattere hanno davvero carattere. Giulio Tremonti, per esempio. La scena di lui che mendica la tessera della Lega Nord e si sente rispondere di no completa perfettamente la figura più tragicamente ridicola di questo cambio di stagione. Con una solennità davvero fuori posto ieri l’ex superministro dell’economia ha smentito e fatto sapere di avere «interrotto ogni tipo di attività politica tanto istituzionale quanto personale». Ma ormai anche il “super” di superministro fa parte di un’altra epoca. Tremonti è politicamente morto e l’Italia sembra essersi già dimenticata di lui. Eppure solo pochi mesi fa le sorti del paese sembravano tutte nelle mani del titolare di via XX settembre, l’unico ministro rispettato in Europa, il volto presentabile da esibire nei consessi internazionali, il solo che con il rigore dei conti aveva saputo riscattare il discredito che il presidente del consiglio aveva gettato sull’Italia. Senza voti, senza consenso, era Super-Giulio a reggere i fili del potere in Italia, il ministro che riceveva i complimenti di Romano …

"Le mogli, gli amici, i giornalisti. Ecco le nomine in zona Cesarini", di Sergio Rizzo

Succedendo a se stesso, Sergio Trevisanato sarà il prossimo presidente dell’Isfol. Era stato messo a capo dell’istituto che dipende dal ministero del Lavoro nel 2004 dal secondo governo Berlusconi. Trascorsi indenni gli scampoli del terzo esecutivo del Cavaliere e lo scialbo biennio di Prodi, ecco la riconferma nel 2008. Finché a luglio di quest’anno l’ente viene commissariato e chi diventa commissario? Ovvio, Trevisanato. Il commissariamento scadrebbe il 31 dicembre quando il 28 ottobre il Consiglio dei ministri procede alla designazione del presidente, su proposta del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. Il suo nome? Ovvio, Trevisanato. Il 28 ottobre è il giorno in cui il quarto Berlusconi comincia a traballare di brutto. Circola infatti una lettera dei dissidenti del suo partito («una bufala», dirà sprezzante il Cavaliere) che gli chiedono un passo indietro. Difficile dire se Trevisanato debba dire grazie a quella «bufala», fermo restando che l’iter della sua nomina è appena iniziato e non si sa come finirà. Per il disturbo di presiedere l’Isfol lo pagano 101.700 l’anno più un gettone da 90 euro a …

"Per uscire dalla crisi investiamo nella cultura", di Vittorio Emiliani

Di fronte a Palazzo Madama di colpo mi si para davanti Francesco Sisinni, a lungo direttore generale dei Beni Culturali, negli anni 80-90, da noi spesso criticato. «Mi rimpiangete, eh?…», ghigna beffardo. Esito un attimo e poi, teatralmente, in un soffio: «Sì, Francesco, sì!». In realtà, non rimpiangiamo lui quanto un Ministero dei Beni Culturali e Ambientali che, nonostante difetti di base, assicurava, col sacrificio personale di «fedeli (e competenti) servitori dello Stato», una rete di tutela invidiata all’estero. Non sarebbe stato possibile all’epoca promuovere d’autorità ai più alti incarichi persone pluribocciate ai concorsi. Né degradarsi a decine di avvilenti gestioni “ad interim” di Soprintendenze, avendo nel contempo una direzione centrale macrocefala, né disattivare i concorsi per anni, né lasciar tagliare il personale con l’accetta: 19.000 unità (presto 16.000) per tutelare un patrimonio tanto sontuoso quanto aggredito. «Ogni funzionario della Soprintendenza architettonica di Milano, la più esposta ai pericoli, dovrebbe esaminare al giorno 79,24 progetti di ogni tipo», ha ammesso, come se lui piovesse da Marte, l’8 novembre al bel convegno di Assotecnici il segretario …

"Italiani si nasce", di Luigi Manconi

E se il Presidente incaricato, Mario “super Mario” Monti, decidesse di stupirci? E se questo governo “tecnico”, nel mentre che assolve i suoi compiti tecnici, volesse realizzare una di quelle riforme europee, ma davvero europee, che il nostro infelice paese sembra destinato a rinviare all’infinito? Se, in altre parole, quello che giustamente viene definito «governo del Presidente» ritenesse di ascoltare il messaggio che proprio ieri il Presidente della Repubblica ha inviato alla società e alla classe politica? Davanti a una rappresentanza di “nuovi italiani” (giovani stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza) Giorgio Napolitano ha invitato a considerare la «possibile riforma delle modalità e dei tempi per il riconoscimento della cittadinanza ai minori», a partire da quanto già emerso nel corso della «discussione del gennaio 2010 alla Camera dei Deputati». Perfetto. Perché non ascoltarle, quelle parole del Capo dello Stato? Siamo in una situazione di emergenza (non sull’orlo del baratro, ma dentro il baratro, come graziosamente dice Emma Marcegaglia) e il lavoro richiesto al nuovo governo è quello pesante e faticoso, e dall’esito incerto, di chi …

"Rischiano il licenziamento quasi 11 mila docenti in esubero", di Salvo Intravaia

L’articolo 4 del provvedimento approvato dal Parlamento prevede la “messa in disponibilità” degli insegnanti di ruolo rimasti senza cattedra. Il grosso degli esuberi riguarda la scuola media superiore. Rischiano il licenziamento quasi 11 mila docenti in esubero della scuola. La norma è contenuta nel maxiemendamento alla legge di stabilità, approvata in via definitiva sabato scorso prima delle dimissioni di Silvio Berlusconi. E a pagare il prezzo più salato alla crisi economica che ha travolto l’Italia potrebbero essere proprio gli insegnanti di ruolo rimasti senza cattedra per effetto dei tagli agli organici imposti dalla coppia Tremonti-Gelmini. Il testo dell’articolo 4-terdecies introduce nuove “disposizioni in tema di mobilità e collocamento in disponibilità dei dipendenti pubblici”. “Le pubbliche amministrazioni che hanno situazioni di soprannumero o rilevino comunque eccedenze di personale sono tenute a osservare” la seguente procedura, recita il testo della legge. Di che si tratta? Dopo una preliminare informativa alle rappresentanze sindacali del personale l’amministrazione verifica la “ricollocazione totale o parziale del personale in soprannumero nell’ambito della stessa amministrazione o presso altre amministrazioni”. E, in caso negativo, …

"Tagliando l'offerta hanno cambiato il senso della scuola", di Benedetto Vertecchi

Meno ore di lezione e l’onere dell’apprendimento lasciato agli studenti e alle loro famiglie. E nella comparazione con gli altri Paesi restiamo indietro. C’ è un aspetto nella comparazione dei livelli di apprendimento che si conseguono nei vari sistemi educativi che non viene solitamente rilevato. Eppure offrirebbe un criterio particolarmente significativo per la valutazione delle politiche scolastiche. Si tratta di porre in relazione i risultati conseguiti dagli allievi con le scelte di politica scolastica che hanno determinato condizioni più o meno positive per l’attività educativa. Deriva da questa premessa che la comparazione è più attendibile se le condizioni in cui sono stati ottenuti i dati sui livelli di apprendimentononsono troppo diverse. Se la comparazione è svolta una tantum è difficile stabilire in quale misura i punti di vantaggio o quelli di svantaggio di un sistema rispetto agli altri siano da riferire alle scelte politiche. Una comparazione episodica fa riferimento, infatti, a un tempo limitato, quello in cui i dati sono stati rilevati, mentre le politiche scolastiche non possono che essere osservate nel loro esprimersi in …