Domani il Pd a San Giovanni: “Via Berlusconi, ricostruiamo il Paese”. Di Pietro ci sarà. Attesi 14 treni, 2 navi, oltre 700 pullman. Vendola: “Guardo con grande simpatia”. Il Partito democratico “riapre” Piazza San Giovanni alle grandi manifestazioni dopo il sabato nero degli scontri, tre settimane fa. Lo fa per un appuntamento che sarà sicuramente pacifico, ma ha tutte le intenzioni di mandare un chiaro messaggio agli italiani: Berlusconi deve andare a casa. Domani la grande piazza di Roma sarà invasa dal popolo democratico con il caldo suggerimento del segretario Pier Luigi Bersani di sventolare soprattutto bandiere tricolori. «Il nostro intento è di riunire tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro paese per avviare insieme una ricostruzione democratica, sociale ed economica», dice il leader del Pd. Non verranno invocate elezioni, si dirà che c´è bisogno di un cambio a Palazzo Chigi. Subito.
La manifestazione scatta alle 12,30 con la musica, altra protagonista della kermesse. Si comincia con le note dell´ensemble multietnico Med free Orkestra e con Ziggy. Più tardi sul palco saliranno Marlene Kuntz e Roberto Vecchioni. Ma il clou scatta alle 14,30 quando Bersani e gli ospiti daranno un senso politico alla giornata. Sono stati invitati a parlare il leader della Spd Sigmar Gabriel, il candidato alle presidenziali francesi, il socialista François Hollande e il vicepresidente della Dc cilena Jorge Burgos. Sono stati Beppe Fioroni e Lucio D´Ubaldo a organizzare l´arrivo del dirigente sudamericano. In qualche modo andava equilibrata la presenza dei socialisti con un esponente cattolico che desse il senso di un partito progressista, che è fuori dall´alveo del socialismo classico.
In piazza ci saranno banchetti per la raccolta di fondi in favore delle zone alluvionate della Liguria e della Toscana. A rompere le parole dei politici puri, Laura Boldrini, portavoce dell´Alto commissario per i rifugiati, parlerà degli immigrati, dei richiedenti asilo. «Per riprendere il posto che ci meritiamo nel mondo c´è bisogno di uno sforzo corale. Per questo chiediamo a tutti di venire in piazza con noi, alle diverse associazioni impegnate nella società, ai movimenti civili, a coloro che hanno a cuore il futuro degli italiani», dice ancora Bersani in un invito aperto. I militanti del Pd si sono già mossi. È prevista un´affluenza record con 14 treni, 2 navi, oltre 700 pullman già riempiti. Si spera nella clemenza del meteo.
La manifestazione verrà trasmessa in diretta sul sito del Pd (www.partitodemocratico.it), sul twitter di pdnetwork (con # cinque11), sul sito di Youdem, la televisione del partito (www. youdem.tv) e sul satellite (canale 808 della piattaforma di Sky), ma anche sul sito dell´Unità e di Europa, su repubblica.it e corriere.it, su Rainews24 e Skytg24.
Ci saranno l´Idv e il suo leader Antonio Di Pietro. Ci sarà anche Matteo Renzi, che partirà per Roma subito dopo la posa della prima pietra della tramvia a Firenze. Mancherà Nichi Vendola che quel giorno accoglie Napolitano in Puglia. Ma il capo di Sel guarda «con grandissima simpatia alla manifestazione». E tifa perché dal popolo Pd sorga un movimento per le elezioni anticipate, scavalcando l´idea di un governo di emergenza. «Auguro un successo a Bersani – spiega Vendola – perchè considero l´appuntamento del Pd un pezzo importante della costruzione di un cantiere comune». L´area Marino avrà una sua folta rappresentanza. «La manifestazione è certamente un passaggio importante per mandare a casa il governo Berlusconi», dice il coordinatore Michele Meta.
La Repubblica 04.11.11
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“Da san Giovanni l’exit strategy del Pd”, di Fabrizia Bagozzi
Domani la manifestazione di piazza dei dem: chiedere un altro governo subito o il voto in primavera?
Settecento pullman, quattordici treni, due navi. Il popolo democratico ha risposto massicciamente alla chiamata del partito, e domani piazza san Giovanni sarà stracolma per quella che Bersani ieri ha definito «una grande festa di popolo, aperta alle donne e agli uomini che desiderano manifestare il proprio impegno». Con il tricolore e la Costituzione e tanta musica, da quella dell’evergreen Roberto Vecchioni fino al rock alternativo della band cunese dei Marlene Kuntz.
Una festa di popolo che il precipitare della crisi politica renderà probabilmente ancora più partecipata rispetto alle aspettative iniziali, o per lo meno così prevede (e auspica) l’inner circle bersaniano. E che di certo manterrà fermo il segno che Bersani ha voluto imprimere da subito: restituire fiducia a un Italia se che ha in sé le risorse per ricostruire, anche se vive giorni difficili.
Indicare una strada alternativa, delineare un’idea di paese e un nucleo di contenuti forti da tradurre in politiche e pratiche capaci di rispondere all’emergenza mantenendo però dei forti profili di equità.
«Ricostruire» rimarrà dunque la parola d’ordine, affiancata da un caldo invito a farsi da parte all’indirizzo del Cavaliere, ancora inchiodato a palazzo Chigi a dispetto dello sgretolarsi del suo mondo politico, pronto a fare di tutto per prendere tempo ed evitare – almeno per un po’ – le trappole parlamentari che, a partire dal voto sul rendiconto generale dello stato di martedì prossimo alla camera, potrebbero sancire la sua fine, aprendo più di uno spiraglio al temutissimo spettro del governo tecnico.
«Sviluppi» su cui vigila il presidente della repubblica per capire se l’attuale esecutivo sarà nei numeri in grado di mantenere gli impegni presi nelle sedi internazionali per evitare il default dell’Italia. Sviluppi su cui l’opposizione sta lavorando.
E infatti ieri, per mettere a punto le prossime strategie parlamentari, Bersani ha visto Casini. Berlusconi a casa, dunque. Ma proprio il convulso precipitare della crisi politica in piazza non potrà far eludere l’altro nodo, su cui del resto Bersani ha già avuto modo di parlare, anche con Napolitano, la disponibilità ufficiale del Pd a un eventuale governo di emergenza ma a precise condizioni: che non sia un ribaltone, con la maggioranza che si ricompatta su un altro nome (Schifani, Letta); che sia composto da personalità di credibilità internazionale; che sia sostenuto da una larga maggioranza. E che rimetta mano ai modi per raggiungere gli obiettivi di risanamento del paese indicati dall’Europa.
Condizioni non semplici da ottenere e ancora tutte da verificare. Su questo il Pd, anche a san Giovanni, chiederà discontinuità e autorevolezza, diversamente la via da seguire non potrà che essere il voto, con chiarezza, pur senza enfasi.
E domani, in piazza, ci sarà anche il presidente dell’Italia dei valori Antonio di Pietro, ma non sarà presente Nichi Vendola, che ospita in Puglia proprio il capo dello stato.
Il leader di Sinistra e libertà, che ieri è tornato a ribadire la sua contrarietà a un governo tecnico, «una foglia di fico», manderà una delegazione dei suoi. Mentre in tantissimi arriveranno da tutta Italia. Dal Piemonte sono previsti due treni speciali e l’arrivo di una corposa rappresentanza dei Moderati guidati dal leader Giacomo Portas.
Grande l’afflusso dalla Lombardia, dalla Toscana (170 bus e due treni) e dal’Emilia Romagna.
È confermata la presenza del presidente della Spd tedesca Sigmar Gabriel, mentre è in forse quella del candidato alle presidenziali francesi François Hollande.
da Europa Quotidiano 04.11.11