"L’Europa non sarà più la stessa", di Matteo Tacconi
Come uscire dalla crisi e come dare nuove energie al processo di integrazione aggredito dagli egoismi nazionali. Parlano Perissich e Graglia. Il 14 settembre Jacek Rostowski, ministro delle finanze della Polonia, lo stato che detiene la presidenza di turno dell’Ue, si presenta all’Europarlamento e pronuncia un discorso, all’interno del quale c’è un passaggio che lascia impietriti. Questo: «Dobbiamo salvare l’Europa a tutti i costi. La possibilità di una guerra nei prossimi dieci anni è uno scenario che dobbiamo contemplare». Da Rostowski alla cancelliera tedesca Angela Merkel. Intervenendo il 27 ottobre al Bundestag per spiegare ai parlamentari la necessità di approvare le misure emergenziali contro la crisi, frau Angela afferma: «Non diamo per garantiti altri cinquant’anni di pace e prosperità. Se crolla l’euro, crolla l’Europa (…) Nessuno di noi può prevedere le conseguenze in caso di fallimento». E giù a scrivere, la stampa, che la Merkel evoca scenari apocalittici. Fa senz’altro effetto, visto che l’Europa che conosciamo nasce dopo la Seconda guerra mondiale proprio per scongiurare bagni di sangue e conciliare i due grandi belligeranti del …