"Le spese allargate del Ponte sullo Stretto", di Gian Antonio Stella
San Francesco da Paola, che passò lo Stretto camminando sul mantello steso sulle acque, resterà ancora per un pezzo l’unico ad aver fatto il miracolo. Dopo lustri di proclami, San Silvio Berlusconi ha ieri ordinato ai suoi fedeli alla Camera di votare (ahilui…) la rinuncia al ponte di Messina. «A me m’ha rovinato ‘a guera», diceva il mitico Gastone di Ettore Petrolini. «A me la crisi» dirà il Cavaliere, mortificato dall’abbandono del sogno di consegnare alla storia quella che doveva essere «l’ottava meraviglia del mondo». Solo una settimana fa il suo ministro Altero Matteoli (che ai primi di luglio si era lagnato in una lettera al Corriere dei «toni disfattistici» con cui Sergio Rizzo aveva smascherato lo stallo delle grandi opere) dichiarava all’Ansa che il ponte «per il governo italiano è una priorità». Di più: «Sono destituite di fondamento talune dichiarazioni strumentali su una “bocciatura” da parte dell’Ue dell’opera. Così non è, com’è di tutta evidenza. Disponiamo invece di un progetto definitivo il cui iter di approvazione è in corso mentre le fasi di realizzazione …