«È una volontà politica», denuncia il Comitato per la Libertà e per il diritto all’Informazione. Rischiano di sparire centinaia di realtà editoriali che non rispondono alle logiche del mercato ma che esprimono la voce dei territori e della società civile. Un appello al presidente della Repubblica è un gesto estremo. Da allarme rosso. Questa volta il pluralismo dell’ informazione è veramente a rischio. Un’intera realtà editoriale, quella dei giornali di idee e non profit, delle testate cooperative e politiche di ogni orientamento – da Liberazione e il Manifesto sino al Secolo d’Italia e alla Padania, da l’Unità a Avvenire e al Riformista, sino a Nuova Ecologia, Rassegna Sindacale e ai settimanale diocesani che assicurano l’informazione
locale – da gennaio rischiano di dover chiudere. Sono le voci spesso scomode delle idee, di realtà editoriali che non rispondono alle logiche del mercato, che esprimono la voce dei territori e della società civile, che rischiano di sparire. Lo dicono drammaticamente le cifre.
Invece dei 184milioni di euro previsti dal Fondo per l’editoria per il finanziamento “diretto”, l’anno prossimo – al netto dei 50milioni destinati a far fronte al pagamento del debito che il governo ha con l’Ente Poste per le tariffe agevolate e degli oltre 40 milioni della convenzione tra lo Stato e la Rai – saranno disponibili non più di 30 milioni di euro. È quanto stabilisce la “legge di stabilità”, ora in discussione al Senato. Sono briciole.
LA SCURE DI TREMONTI
Nel 2006 per il Fondo editoria erano stati stanziati oltre 420 milioni di euro. Troppi per il ministro Tremonti. Nel 2008 scendono a 336 milioni. Per il 2010 erano previsti 344 milioni.
Alla fine scendono a 195 milioni e tale cifra era quella prevista dalla “legge di stabilità” anche per gli esercizi 2011 e 2012. Con la manovra del luglio 2008 Tremonti ha cancellato il “diritto soggettivo” al finanziamento diretto. Solo alla fine dell’anno di riferimentoe “a riparto” tra i diversi aventi diritto, si saprà la quota parte del contributo pubblico cui si ha diritto. Un duro colpo al settore, che ha reso incerta la definizione dei bilanci e delle garanzie da fornire al sistema bancario. In questi anni deputati e senatori, in modo “trasversale”, sono riusciti a garantire al Fondo quei 195 milioni di stanziamento. Il settore dell’editoria, attraverso dure ristrutturazioni e stati di crisi, e malgrado la forte penalizzazione sul mercato pubblicitario, sino a oggi ha retto. Ora, con i “tagli lineari” voluti dal governo Berlusconi, centinaia di aziende rischiano di essere cancellate. Sono quattromila,
senza considerare l’indotto, i dipendenti che rischiano di finire per strada. «È una volontà politica»hanno denunciato i promotori della conferenza stampa contro i tagli al Fondo per l’editoria, tenuta lo scorso 27 ottobre al Senato e indetta dal Comitato per la Libertà e per il diritto all’Informazione. La Fnsi, Mediacoop, Confcooperative, Cgil, Federazione dei
giornali diocesani e i direttori dei giornali coinvolti hanno chiesto “criteri rigorosi e innovativi” per accedere ai “finanziamenti diretti”, a partire dall’accertamento del reale numero di dipendenti regolarmente assunti a tempo indeterminato, della vendita e distribuzione. Chiedono che i risparmi che si conseguiranno con l’operazione di “pulizia” siano utilizzati “per finanziare l’innovazione digitale e la crescita della domanda di informazione”. I tagli, in realtà, finirebbero per aggravare la crisi. Per gli ammortizzatori sociali a tutela dei lavoratori si spenderebbe più di quanto sarebbe necessario per garantire il Fondo per l’editoria. Senza contare le perdite per gli enti previdenziali e le entrate per lo Stato, dall’Iva all’Irap.
L’appello ai parlamentari è quindi che sia ripristinato il Fondo. Vi sono gli emendamenti dell’opposizione presentati dai senatori del Pd Vita e Lusi, cui si è aggiunta la firma del senatore Butti del Pdl. Lo schieramento è trasversale. La battaglia di libertà per il pluralismo continua
L’Unità 30.10.11
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Lettera aperta a Napolitano
E gregio Presidente, ci rivolgiamo a Lei, nella Sua qualità di più autorevole rappresentante
e custode della democrazia costituzionale per significarLe il rischio imminente di chiusura che coinvolge un centinaio di giornali politici, cooperativi, non profit e di idee e la conseguente perdita del lavoro per svariate migliaia di giornalisti e poligrafici. Questo gravissimo evento sarà la conseguenza inesorabile del taglio del Fondo per l’editoria deciso
dal Governo, se non interverranno immediate misure atte a ripristinarlo, sia pure nell’entità –
peraltro assai modesta e nel tempo già considerevolmente ridotta – stabilita per gli anni precedenti. Chi Le scrive è perfettamente consapevole dei problemi di bilancio dello Stato e della necessità di ridurre la spesa pubblica, eliminando ogni fonte di spreco. Anche nel mondo dell’editoria, dove è indispensabile un’opera di bonifica per distinguere, sulla base di rigorosi criteri, i giornali «veri» dalle testate inventate a bella posta per lucrare sulle erogazioni pubbliche.
Abbiamo da anni indicato soluzioni di maggior rigore e trasparenza, idonee ad evitare lo sperpero di denaro pubblico. Il recente Regolamento solo in parte le ha recepite, pertanto mentre chiediamo l’adeguamento del Fondo torniamo a proporre ulteriori criteri per consentire da un lato risparmi e dall’altro una più rigorosa selezione nell’accesso alle risorse.
Senza questo intervento, il taglio “lineare” prodotto sortirà il risultato di buttare il bambino con l’acqua sporca. Siamo certi, Signor Presidente, che comprenderà quale vulnerazione democratica si determinerebbe se il pluralismo dell’informazione subisse un’amputazione delle proporzioni annunciate. In edicola rimarrebbero i giornali che hanno alle spalle editori potenti, che drenano pressoché tutta la pubblicità, compresa quella degli inserzionisti istituzionali. Il perimetro dell’informazione si comprimerebbe drasticamente, rimanendo appannaggio di pochi gruppi privilegiati. Il tempo a disposizione per evitare il tracollo è talmente breve che già domani sarebbe troppo tardi.
Per questo, Signor Presidente, noi che rappresentiamo testate del più diverso orientamento
culturale e politico, Le chiediamoun intervento utile a scongiurare un epilogo disastroso. Nella nostra qualità di direttori dei giornali sottoscrittori della presente, Le chiediamo anche di volerci incontrare, in modo da rendere vieppiù chiari i termini delle nostre valutazioni e delle nostre proposte.
Con stima
TESTATE DI PARTITO
Stefano Menichini, Europa
Dino Greco, Liberazione
MarcelloDe Angelis, Secolo d’Italia
Claudio Sardo, l’Unità
COOPERATIVE MEDIACOOP
E NON PROFIT
Marco Tarquinio, Avvenire
Angelo Mastrandrea e Norma
Rangeri, il Manifesto
Emanuele Macaluso, Il Riformista
Giuseppe Giulietti, Articolo21
Giovanni Sica, Cesare Pozzo, Il
Treno
Gian Mario Gillio, Confronti
Marina Ricchi, Luna Nuova
Mimmo Angeli, Corriere Mercantile,
Gazzetta del Lunedì
Edo Ottaviani, Corriere di Romagna
Emanuele Galba, La Cronaca
di Cremona e La Cronaca di Piacenza
Tiziana Bartolini, Noi Donne
Marco Fratoddi, La Nuova Ecologia
Tarcisio Tarquini, Rassegna
Sindacale
Riccardo Quintili, Il Salvagente
Rocco Di Blasi, Il Salvagente online
Cristina Scarpa, Agenzia di
stampa Luisa Campatelli, Il Corriere
del Giorno
Duccio Rugani, Il Cittadino Oggi
TESTATE FISC (FEDERAZIONE ITALIANA
SETTIMANALI CATTOLICI)
Giovanni Pinna, Nuovo Cammino
Giuseppe Malandrino, La Vita
Diocesana
Giampiero Cinelli, La Vita Picena
Davide Maloberti, Il Nuovo
giornale
Chiara Genisio, Agenzia giornali
diocesani
Claudio Tracanna, Vola
Riccardo Losappio, In comunione
Antonio Ricci, Il Corriere apuano
Marino Cesaroni, Presenza
Paolo Busto, La Vita casalese
Irene Argentiero, Il Segno
Francesco Zanotti, Corriere Cesenate
Claudio Mazza, Incrocinews
Ernesto Preziosi, Il Nuovo Amici
Andrea Fagioli, Toscana Oggi
Marco Piras, L’Arborense
Massimo Manservigi, La Voce di
Ferrara e Comacchio
Carlo Cammoranesi, L’Azione
Bruno Cescon, Il Popolo
Giovanni Tonelli, Il Ponte
Mario Barbarisi, Il Ponte
Marco Bonatti, La Voce del Popolo
Luigi Lamma, Notizie
Giulio Donati, Il Piccolo
Antonio Rizzolo, Gazzetta d’Alba
Sandro Tuzi, Il Velino, Lo
sguardo dei Marsi
Andrea Ferri, Il Nuovo Diario
Messaggero
Mario Piroddi, L’Ancora
Mauro Ungaro, Voce Isontina
Antonio Maio, L’Azione
Pietro Pompei, L’Ancora
Angelo Zema, RomaSette.it
Alberto Margoni, Verona Fedele
Simone Franceschi, Sulcis Iglesiente
oggi
Luigi Taliani, Emmaus
Doriano De Luca, Nuova stagione
Adriano Bianchini, La Voce del
popolo
Luca Sogno, Corriere Eusebiano
Stefano Malagoli, Il Nostro Tempo
Silvio Grilli, Il Cittadino
Piergiorgio Pruzzi, Il Popolo
Corrado Avagnina, Unione Mongalese,
La Fedeltà.
L’Unità 30.10.11