Giorno: 29 Ottobre 2011

"Cgia Mestre: disoccupazione all'11% con le nuove norme sui licenziamenti", da repubblica.it

Secondo le stime dell’associazione degli artigiani, in questi mesi di crisi, le promesse fatte alla Ue avrebbero fatto salire di quasi 3 punti percentuali il numero dei senza lavoro. Il ministero del lavoro ribatte: “Tesi senza fondamento, con nuove regole più occupazione”. Se una normativa che rendesse più semplici i licenziamenti fosse stata applicata durante gli anni della crisi economica il tasso di disoccupazione in Italia sarebbe salito all’11,1%, anzichè essere all’8,2% attuale, con quasi 738 mila persone senza lavoro in più rispetto a quelle conteggiate oggi dall’Istat. È lo scenario delineato dall’associazione artigiani Cgia di Mestre, secondo quello che il segretario Giuseppe Bortolussi definisce “un puro esercizio teorico” ottenuto “ipotizzando di applicare le disposizioni previste dal provvedimento sui licenziamenti per motivi economici a quanto avvenuto dal 2009 ad oggi”. Nella simulazione della Cgia è stato calcolato il numero dei lavoratori dipendenti che tra l’inizio di gennaio del 2009 e il luglio di quest’anno si sono trovati in Cig a zero ore. Vale a dire i lavoratori che sono stati costretti ad utilizzare questo ammortizzatore …

La trincea del banchiere "Solo la Bce può decidere", di Massimo Giannini

Dalla commedia di Palazzo Koch alla farsa dell´Eurotower. Dopo aver gestito in modo penoso il “dossier” della Banca d´Italia, il governo sta gestendo anche peggio la «pratica» della Banca Centrale Europea. «Lorenzo Bini Smaghi si deve dimettere», ripete pubblicamente e ossessivamente Berlusconi, davanti agli allibiti partner europei e agli addomesticati microfoni di Canale 5. Il presidente del Consiglio non fa mistero della sua frustrata indignazione, per un caso che mette ancora una volta in cattiva luce l´Italia e inasprisce i già compromessi rapporti con la Francia. Ne parla a tutti. Meno che al diretto interessato. Bini Smaghi, infatti, per ora va dritto per la sua strada. «Non mi ha chiamato nessuno, non ho parlato con nessuno. Dunque, non ci sono novità». E invece almeno una novità c´è. È importante, perché rappresenta plasticamente l´anomalia del caso italiano. Ma non è risolutiva, perché alla soluzione del rebus manca ancora il contributo chiave del premier. La novità è la solita: di fronte alla conclamata latitanza del capo del governo (impegnato a raccontare barzellette agli stati generali del Commercio …

"Per la difesa del Paese alt al consumo del suolo", di Giuseppe (Pippo) Civati

Terra! Questo deve essere grido della nuova politica. All’orizzonte, affacciandoci alle finestre, vediamo quasi dappertutto un forsennato sfruttamento del territorio, che spesso è all’origine di fenomeni come quello che ha devastato il Levante ligure. Non è più possibile stare a guardare o prendere tempo. Chi ha responsabilità istituzionali deve agire, e subito. A Cassinetta di Lugagnano proprio oggi si radunano centinaia di persone per dire stop al consumo di suolo. Cittadini, amministratori, movimenti, anche locali,danno vita auna grande mobilitazione nazionale, in difesa del suolo, del paesaggio e anche del cibo e dell’agricoltura: un tema che, pensando all’Expo 2015 (se terrà fede ai suoi principi), ci parla anche della fame nel mondo e di come combatterla. Il primo passo, a casa nostra, è mutuare quello che è stato fatto a Cassinetta, che ha varato il consumo zero di territorio, oppure Desio, in Brianza, che ha tagliato del 60% il cemento autorizzato dalla precedente amministrazione dellan destra, sfidando anche poteri forti e occulti. Ora è la politica che si deve rendere conto che il contrasto del consumo …

"Maria Stella, la scaricabarile", di Manuela Ghizzoni

Meno, è questo il segno che contraddistingue la parabola del governo Berlusconi che con l’ultimo voto di fiducia ha toccato il punto più basso. Meno sicurezza, meno risorse alle forze di polizia, meno lavoro, meno benessere, meno opportunità, meno sostegno alle famiglie, meno politiche per le piccole e medie imprese, meno diritti nel lavoro. Meno pluralismo, meno democrazia, meno giustizia, meno welfare, meno ricerca, meno autorevolezza sullo scenario internazionale, meno risorse agli enti locali, meno coesione sociale, meno solidarietà, meno investimenti per energie rinnovabili, meno crescita e Pil, meno rispetto del territorio, meno moralità. L’unico segno meno che manca, ed è l’ennesima promessa tradita, è quello riferito alle tasse, che sono aumentate. Ma c’è un luogo dove questo segno meno è particolarmente evidente, ossia il mondo della scuola e dell’università, dove in questi anni abbiamo assistito ad una inaudita opera di riduzione di risorse che è stata ribadita nella recente lettera alla Ue. L’anno scolastico è così iniziato tra le proteste di studenti, professori e personale della scuola per gli effetti sempre più tangibili dei …

«Per vincere bisogna capovolgere l’impianto di Berlusconi», intervista a Vasco Errani di Simone Collini

Mi sembra evidente che il governo è dimissionato dai fatti – dice il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani – dalla sua incapacità di dare risposte vere al problemadella crisi e di impostare una strategia per rilanciare il Paese. Come la lettera all’Ue ne è prova la battuta sbagliata di Berlusconi sull’euro». Guardando all’impianto della lettera all’Ue, qual è secondo lei l’obiettivo del governo? «Dividere il Paese. Avendo di fronte la possibilità di un ampio raggio di interventi, il governo ha scelto il terreno ideologico: licenziamenti più semplici. È la strada opposta rispetto all’ accordo tra le parti sociali del 28 giugnoe a ciò che servirebbe, cioè un sussulto di unità per il bene del Paese». Secondo lei, quale sarebbe il motivo di questa scelta? «Il fatto che questo governo è prigioniero di se stesso. Ha continuato a dire che andava tutto bene e non si è mai occupato dei problemi dell’occupazione, delle politiche industriali, della questione dell’equità. Il governo è andato avanti per tre anni così e ora non ha nessuna possibilità di …

"Addio gite scolastiche a casa due studenti su tre", di Marina Cavallieri

Un tempo c´erano Roma, Firenze, Venezia. Poi Barcellona, Berlino, Praga. Negli anni sono cambiati gli orizzonti, gli studenti, i costi ma nessuno ci ha mai rinunciato. È la gita scolastica, da sempre sospesa tra cultura e vacanza, didattica e divertimento, formazione e svago. Ora però il “viaggio d´istruzione”, come viene chiamato nei protocolli del ministero, rischia di sparire. Addio fuga dalla routine dei banchi, rito indimenticabile per generazioni di studenti. Per l´Osservatorio sul turismo scolastico del Touring Club nella scuola superiore c´è stato un calo netto: nel 2010/2011 le classi in gita sono passate dal 60 per cento al 38, gli studenti da 1,3 milioni a 760 mila, il fatturato da 340 milioni a 215. Nell´ultimo anno, dicono i ricercatori, hanno sicuramente pesato le manifestazioni studentesche contro la riforma, le proteste dei professori contro i tagli, ma da soli non spiegano la riduzione. Nel 1992, una circolare del ministro Iervolino stabilì che le «visite d´istruzione» dovevano essere a carico delle scuole non delle famiglie. Così non è stato. «Da tempo i professori non hanno più …

"Un Paese che dimentica il futuro", di Gianni Riotta

L’Italia comincerà a vendere titoli di Stato anche su internet, con una campagna pubblicitaria ad hoc, a partire dalla primavera 2012. Il successo di analoghe iniziative di banche private (Mediobanca tra le altre) spinge online il ministero del Tesoro, impegnato l’anno venturo in un safari a caccia di 250 miliardi di euro, per sostenere il famelico debito dei 1900 miliardi. Sembrerebbe una notizia positiva, anche le nuove tecnologie mobilitate per salvare il Paese e l’euro, se non cadesse, nelle stesse ore, l’occhio sul Punto D, della «Lettera di intenti» che il governo ha inviato all’Unione europea promettendo riforme strutturali contro la crisi e per la crescita. Il Punto D si ammanta di un titolo cruciale «Sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione», è lungo appena 16 righe, e non ha il tono un po’ da vecchio notaio del resto del documento, tra un antiquato «Resesi» e un burocratico «Efficientamento». Il «sostegno all’imprenditorialità» è replica dell’agenda proposta dal 2008, ma la vera sorpresa – negativa – è sull’«innovazione». Perché delle 16 righe non una, anzi neppure una parola, è …