Giorno: 25 Ottobre 2011

"Perché stavolta il Pd non va in soccorso", di Rudy Francesco Calvo

Senza le dimissioni del premier nessuna disponibilità dem a “collaborare”. Tutto il Pd, senza eccezione alcuna, è convinto che non ci sia veramente altro da fare: senza le dimissioni di Berlusconi, l’Italia non potrà uscire dalla crisi. Non potrà, cioè, soddisfare le condizioni poste dall’Europa, Francia e Germania in testa, né prima né dopo la scadenza di domani. «Siamo vicini alla crisi», dice senza mezzi termini Enrico Letta. «Sta avvenendo quello che abbiamo detto tante volte», rivendica Pier Luigi Bersani, che spiega: «Quel che faranno sarà poco, ma fosse anche tanto non basterebbe. Gli altri paesi hanno fatto elezioni o cambiato governo». Due opzioni che rimangono entrambe sul tavolo, perché i dem non vogliono precludersi alcuna strada. Quel che è certo è che il Pd non sosterrà in parlamento qualsiasi proposta dovesse giungere dal governo. Bersani ha ribadito che il partito è pronto a discutere il proprio pacchetto di interventi (i principali: riforma fiscale, liberalizzazioni, dismissioni degli immobili demaniali, dimezzamento dei parlamentari e snellimento degli organi periferici). Solo all’interno di un complesso di riforme, i …

"L'esercito senza fine dei precari", di Mario D'Adamo

Dalle statistiche che il ministero ha diffuso il 10 ottobre emerge che il numero dei precari è un’enormità ed è costante da almeno dieci anni. Nel 2000/2001 erano 117.084 su un totale di 815.892 pari al 14,4 per cento dell’organico, l’anno scorso in termini percentuali erano ancora di più, il 14,86 per cento, 115.753 su un totale di 778.736. Il 2006/2007 è stato l’anno in cui l’incidenza dei precari è stata maggiore, il 17,9 per cento. È probabile che la massiccia immissione in ruolo realizzata quest’anno, in base al decreto n. 74 del 10 agosto 2011, di 30.300 unità di personale docente ed educativo (su 65 mila complessivi, che comprendono gli Ata) abbia ridotto il numero dei precari ma la prospettiva di un loro definitivo assorbimento negli organici è piuttosto lontana, se è vero che si calcola di assumere con contratto di lavoro a tempo indeterminato nei due anni scolastici 2012/2013 e 2013/2014 solo altri 22 mila docenti. Ne restano fuori ancora più di sessantamila. I quali non è detto vorranno aspettare pazientemente tempi migliori, …

"E il Cavaliere cede: stavolta potrei lasciare", di Francesco Bei

Il passaggio più drammatico del governo, con un piede già oltre il precipizio, si consuma alle sette di sera. Quando Berlusconi incrocia il suo sguardo con quello di Umberto Bossi e scandisce bene le parole davanti al Consiglio dei ministri: «Le richieste che ci fanno in Europa sono pesanti, sono onerose sul piano del consenso elettorale, ma sono ineludibili. Vi chiedo quindi un mandato pieno per andare a Bruxelles, altrimenti è inutile che io parta». Anche Gianni Letta, aprendo la riunione, era stato del resto molto esplicito: «Nessuno qui dentro può immaginare che il presidente del Consiglio si presenti al Consiglio europeo a mani vuote». Nella richiesta di Berlusconi alla Lega di un «mandato pieno» c´è infatti anche la constatazione che, in caso contrario, per il premier non resterebbe altra strada che gettare la spugna e chiudere anzitempo la sua esperienza a palazzo Chigi. Una possibilità che, per la prima volta, abbandonando i soliti toni baldanzosi, Napolitano sente evocare dalla viva voce del Cavaliere, ricevuto in mattinata. Al capo dello Stato, preoccupatissimo per il precipitare …

"Il momento cruciale", di Stefano Menichini

Quando chiudiamo questa edizione del giornale, siamo in bilico fra la crisi del governo e chissà quale altro pasticcio elaborato non per far uscire l’Italia dalla crisi ma solo per tenere inchiodato Berlusconi al suo posto. Un intero paese è schiavo dell’unica ossessione del suo premier: reggere all’assedio non più solo delle opposizioni, dei giudici, della stampa e dei mercati, ma ormai anche all’ostilità palese dei leader mondiali. Quei leader che ci possono stare antipatici – sono tra l’altro tutti espressione della destra europea – e si comportano in maniera inaccettabile, ma hanno in mano le chiavi di un aiuto che l’Italia non può più darsi da sola. Non c’è un solo governo normale che, di fronte al bivio fra una decisione politica necessaria e il veto posto da un alleato, non cerchi fuori da sé la soluzione. La maggioranza di centrodestra italiana è l’anormalità assoluta di una coalizione che antepone a tutto neanche la propria salvezza politica – che sarebbe ancora possibile nonostante tutto – ma l’esclusiva angoscia personale del suo capo. La provocazione …

"Il pasticcio del dimensionamento", di Alessandra Ricciardi

Il ministero dell’istruzione ha presentato il suo piano. Emilia e Toscana devono avere più scuole. Istituti con mille alunni per centrare i risparmi di Tremonti. Sono 1300 le scuole che devono essere soppresse per conseguire a pieno gli obiettivi del dimensionamento fissate con la manovra della scorsa estate. Dovranno pensarci le regioni e dovranno farlo in fretta, entro il prossimo dicembre. Una prima bozza di autoriforma che è circolata nelle scorse settimane (si veda ItaliaOggi del 27 settembre) proponeva tagli molto sostanziosi per le regioni del Sud. Tanto da scatenare una mezza rivolta in conferenza delle regioni da parte dei governatori meridionali che si erano visti approvare (a loro insaputa?) la proposta. Ora il ministero dell’istruzione ha presentano una sua piattaforma nel tentativo di dare uniformità al lavoro. E anche qui non mancano le sorprese, con regioni, come l’Emilia Romagna e la Toscana, che dovrebbero addirittura avere più scuole di quelle che sono in dotazione ad oggi. Insomma, un vero pasticcio, aggravato dal fatto che ogni parametro scelto quando è calato nel dato reale diventa …

"L'assist di Bruxelles al senatur", di Michele Brambilla

Il governo Berlusconi è stato dato per morto talmente tante volte che ormai viene da pensare che sia immortale. Magari in perenne agonia, ma immortale. Adesso, a una sola settimana dal voto di fiducia, è di nuovo in rianimazione. Ce la farà? Non lo sappiamo. Ma questa volta pare si sia infilato in un pertugio senza vie d’uscita. Perfino il solito arruolamento di parlamentari dell’ultima ora sarebbe inutile. C’è da superare una difficoltà ben più grave dei numeri alla Camera: l’appoggio della Lega a una riforma, quella delle pensioni, che l’Europa ha posto come condizione ineludibile. Il problema è che anche Bossi considera le pensioni una condizione ineludibile: nel senso esattamente opposto, però, a quello richiesto dall’Europa. Su questo punto, il senatur pare non abbia alcuna intenzione di cedere. Ora, è vero che la Lega ci ha abituati a talmente tante retromarce – sulle aliquote Irpef, sul trasferimento dei ministeri, sulla guerra in Libia – che non ci sarebbe più da stupirsi di nulla. Però sulle pensioni è lecito pensare che non voglia fare retromarcia. …

"Lo sberleffo della verità", di Barbara Spinelli

Chi frequenta i summit delle istituzioni europee, e ne conosce le deferenze opportuniste, le verità lente a dirsi, le cerimoniose capricciosità, non dimenticherà facilmente quel che è successo domenica, nella conferenza stampa di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel a Bruxelles. Un giornalista li interroga sulla credibilità di Berlusconi, ed ecco che d´improvviso scoppia un´ennesima bolla, fatta sin qui di illusioni e non-detti: una delle tante, nei quattro anni di crisi che abbiamo alle spalle. La bolla di uno Stato-subprime: debitore di seconda categoria, poco affidabile. Alcuni giudicano disdicevole la sbirciata complice che si sono lanciati l´un l´altro Sarkozy e la Merkel, e umiliante quell´attimo muto, terribile, che ha preceduto l´erompere inaudito della risata, subito echeggiata dai giornalisti presenti. È vero, è stata umiliazione e anche qualcosa di più: un atto di sfiducia che non avanza più mascherata, che si esibisce senza pudori sapendo il consenso mondiale di cui gode. Un assassinio politico in diretta. È difficile ricordare episodi simili, nella storia dell´Unione, e non stupisce che gli autori stessi dell´incredibile gag siano quasi spaventati da …