Giorno: 23 Ottobre 2011

"L'Italia che non si arrende", di Claudio Sardo

La credibilità del governo italiano è sotto zero. Il contagio della crisi greca – prodotto anche dal fallimento delle politiche europee – è una minaccia che incombe su di noi, accentuata dalle nostre strutturali debolezze. L’Europa vive un passaggio cruciale, da cui dipenderà il destino della moneta unica e probabilmente dell’intera Unione E in questo passaggio l’Italia non c’è. Non è rappresentata. Il suo premier non facilita il compromesso finale, non cerca di spostare l’asse europeo verso un rafforzamento delle istituzioni comunitarie (come nella storia del nostro Paese): è piuttosto un problema, un interlocutore sgradito, un’incognita che grava sull’intera Europa. Le cancellerie dell’Occidente si domandano come mai una sfiducia così ampia, interna ed esterna, non basti a innescare un ricambio, un rinnovamento. Ma il sistema modellato dalla Seconda Repubblica è così rigido, così strutturato su leadership personali, da consentire a Berlusconi di resistere nel bunker pur avendo contro, non solo le opposizioni, ma tutte le forze sociali e persino buona parte del suo partito. La stessa politica è così screditata da alimentare disillusione e disimpegno: …

Eurosud, l´ultima carta di Tremonti "Ora una regia per salvare i fondi Ue", di Valentina Conte

La missione impossibile di spendere i 10 miliardi in scadenza a Natale. I governatori scettici: le risorse europee richiedono forti investimenti anche dello Stato. L´idea forte esiste. E per Tremonti è un nuovo Piano Sud. Tra le misure più annunciate e meno realizzate dal centrodestra («sei volte in tre anni», calcola il Pd), è la carta a sorpresa, o della disperazione, giocata dal ministro dell´Economia, il giorno dopo il monito all´Italia della Commissione europea perché adotti «con urgenza» nuove misure per la crescita. Si chiamerà Eurosud, riferisce Tremonti al presidente della Commissione Barroso, ieri a Bruxelles per l´Ecofin. Un programma straordinario per lo sviluppo del Mezzogiorno, basato sulla «radicale revisione strategica dell´uso dei fondi europei» stanziati e inutilizzati. E non sempre per colpa delle Regioni, dato che un quarto del non speso del 2011 è nelle casse dei ministeri (2,5 miliardi su 10). Gelida la reazione dei presidenti di Basilicata, Abruzzo, Calabria, Campania, Molise e Puglia. In una nota bipartisan i governatori chiedono a Tremonti un «percorso condiviso», come quello già in atto sui Fas, …

"Genitori italiani e familismo italico", di Lorenzo Mondo

Non sappiamo quanti fossero i mascalzoni e gli imbecilli (insieme agli aspiranti criminali) che hanno messo Roma a ferro e fuoco. Certo erano tanti e il fatto che soltanto nove di loro siano finiti in carcere dimostra che la repressione è stata inadeguata o di mano leggera. Anche troppo. Non la pensano così i genitori dei dimostranti finiti a Rebibbia, dei quali si stanno accertando le effettive responsabilità. Sono i campioni del familismo italico, da non confondere con il senso della famiglia, che non disgiunge dall’affetto la severità e l’educazione al rispetto di certi principi elementari. L’espressione più radicale di questo sentimento deviato si trova nelle donne di mafia che inveiscono a difesa dei congiunti in manette; ma si manifesta per mille rivoli in più quiete e domestiche circostanze della vita associata. La Stampa 23.10.11 Non c’è punizione, anche tenue, ventilata tra i banchi di scuola o nei commissariati di polizia che non veda la reazione di genitori che giurano sulla correttezza e sull’innocenza dei figli, vittime di intenti persecutori. A Roma si sta recitando …

"La lezione attuale di Moro e Berlinguer", di Eugenio Scalfari

L´uccisione di Gheddafi, la fine della guerra in Libia e il difficile assetto di quel paese hanno dominato le pagine dei giornali e gli schermi delle televisioni. Non ho esperienza di quei problemi e quindi non me ne occuperò, ma voglio dire che cosa penso della feroce esecuzione del dittatore libico mentre fuggiva da Sirte sulla strada che conduce a Misurata. Concordo con tutti quelli che hanno riprovato la ferocia; bisognava consegnarlo alla Corte di giustizia internazionale per un regolare processo sebbene la stessa Corte, la Nato e i comandi militari del governo provvisorio dei ribelli ne avessero chiesto la cattura “vivo o morto”. Quando cade un tiranno che ha terrorizzato e insanguinato un Paese per anni ed anni, la tentazione del linciaggio è incontenibile e talvolta colpisce perfino degli innocenti supposti colpevoli. Figurarsi quando la colpevolezza è palese e si è macchiata di delitti orribili. Se poi l´autorità legale è debole – come ancora lo è nella Libia di oggi – manca ogni possibilità d´impedire il giudizio sommario. La storia è purtroppo piena di …

"Nella faida leghista spunta la black list", di Andrea Carugati

Un foglietto con 12 deputati maroniani da «non ricandidare». Tra loro Giorgetti e Stucchi. «L’ha compilata Reguzzoni». Dopo la lista dei 47 leghisti epurandi di Varese, ora c’è un altro elenco ad agitare le già tesissime giornate del Carroccio. Un foglietto con sopra scritti i nomi di 12 deputati vicinissimi a Maroni, con una indicazione precisa: non vanno ricandidati. Al gruppo leghista a Montecitorio non si parla d’altro. La lista, secondo fonti maroniane, sarebbe stata compilata dal capogruppo Reguzzoni, uomo di punta del cosiddetto Cerchio magico e “bestia nera” degli uomini più vicini al ministro dell’Interno. Sarà un caso,ma in cima al foglietto spiccano i nomi dei più acerrimi rivali di Reguzzoni, a partire da Giancarlo Giorgetti, presidente della commissione Bilancio di Montecitorio e segretario della Lega in Lombardia, fino a poco tempo uomo ombra del Senatur per tutte le delicate partite in campo economico, ora in difficoltà dopo le critiche di Bossi per a gestione del tumultuoso congresso a Varese. E ancora, compare anche il nome di Giacomo Stucchi, da mesi in attesa di …