Nella Lega è guerra totale. E l’ormai quasi certa espulsione del sindaco di Verona Flavio Tosi rischia di essere l’avvio di una slavina che potrebbe disintegrare il Carroccio. La polvere sulla battaglia di Varese non ha fatto in tempo a depositarsi, tra liste di epurazione e video delle contestazioni a Bossi, che ieri è arriva la “scazzottata” tra Tosi e il Gran Capo in persona. Il sindaco scaligero ha osato dire a Radio 24 che «molti deputati della Lega in certe votazioni hanno avuto il voltastomaco». E ha ribadito quello che tutti i maroniani pensano, e cioè che serve un cambio a palazzo Chigi. «Chi sta a Roma non può dire quello che pensa di Berlusconi.
Ma io ho la fortuna di essere sindaco e dico ciò che penso. Molti dirigenti della Lega la pensano come me». Bossi stavolta lo prende per il collo, metaforicamente. Mostra il dito medio ai cronisti che gli chiedono un commento: «Tosi è uno stronzo, ha tirato nella Lega un sacco di fascisti, cosa che non può essere sopportata per molto». «Noi abbiamo altri progetti». È la guerra nucleare. Era forse dai tempi di Miglio bollatocome «scoreggia
nello spazio» che il Senatur non scomunicava così un suo dirigente. L’espulsione sembra ormai certa, anche perchè a far infuriare il Capo, spiegano, non sono tanto le frasi di ieri, quando l’intervista di venerdì scorso, giorno della fiducia al governo, in cui Tosi ha disegnato una linea
politica del tutto alternativa, a partire dalla richiesta di dimissioni di Berlusconi. Il sindaco cerca di scusarsi, ma senza arretrare troppo. «Spiace che Umberto Bossi, persona a cui devo il fatto di essere diventato sindaco, abbia frainteso le mie dichiarazioni e lo invito ad ascoltare per intero la registrazione della trasmissione, durante la quale ho difeso, senza alcun tentennamento, lui e il nostro movimento». Il conto alla rovescia è partito. Bossi ormai vede fascisti ovunque, anche dopo i video delle contestazioni a Varese ha continuato a insistere: «An aveva messo un po’ di gente dentro la Lega, la base ha chiesto di mandarli
via, qualcuno ha preso quattro sganassoni perchè aveva il braccio teso ». Parole surreali, che scatenano l’ironia di La Russa, in un siparietto il con il leghista Giorgetti: «En An? Bossi è un genio. Quando si tratta di trovare una via di fuga non lo batte nessuno».
Tra i deputati maroniani l’allarme è massimo: «Tosi è uno dei sindaci più amati d’Italia, cacciarlo è una follia». «Mi sa che stiamo arrivando alla resa dei conti». Reguzzoni, capofila
del cerchio magico, assesta un altro colpo: «Bossi ha fatto bene, Tosi si occupi di Verona invece di parlare a vanvera. E ricordi che è stato nominato candidato sindaco da Bossi in accordo con Berlusconi». «Se a qualcuno non va bene se ne può andare», tuona Reguzzoni, in coro con Renzo “trota” Bossi. «Ci sono mille altri partiti e movimenti da poter costituire», insiste il Trota che ieri è stato contestato con fischi e uova all’ingresso del Pirellone dai metalmeccanici in presidio. Il cerchio dei pretoriani del Senatur, che comprende la moglie Manuela, dopo Varese sembra inarrestabile. Dopo Tosi toccherà a Giancarlo Giorgetti, che perderà la guida della Lega lombarda. E ancora, via con le epurazioni dei maroniani, a partire da quelli meno in vista. Nella speranza che Bobo chini il capo. Altrimenti, si arriverà alla scissione. «Alle comunali di Verona Tosi vuole testare il peso di un’altra Lega con la sua lista civiva», dicono quelli del Cerchio.
L’Unità 19.10.11