Giorno: 17 Ottobre 2011

"Lo strappo delle minoranze violente", di Marco Rossi Doria

Il corteo si sta formando. Giovani dottori e infermieri da anni a contratto. Docenti precari e non. Disabili a cui tolgono aiuto. Operai in cassa integrazione da mesi. Donne giovani e non giovani, spesso con i figli, che stanno perdendo il lavoro e la dignità. Immigrati che lavorano al nero nei campi e nell’edilizia. E tanti ragazzi, universitari e lavoratori. Da Nord e da Sud. E non sono venuti con i bus e i treni speciali pagati dalle grandi organizzazioni, ma a spese proprie. Ci sono i suoni e i colori uguali agli altri 900 cortei del mondo. Bande, bongos, striscioni costruiti fuori da partiti e sindacati, teatro di strada. Colpisce l’assenza di astio e faziosità. Non è una piazza antiberlusconiana. E’ come se fosse il giorno nel quale nessuno s’interessa più a quell’anziano signore del tv color, come se finalmente si sapesse che abbiamo altro da fare. Cos’è questa piazza? C’è la richiesta di poter fare bene il proprio lavoro o di poterne fare uno. Ma il tema è il mondo che vogliamo. Attenzione: …

"Senza ambiguità", di Claudio Sardo

I teppisti e i violenti, identificati nelle immagini dei Black bloc, non sono una propaggine naturale e inevitabile dei centomila manifestanti di sabato a Roma.Ne sono piuttosto la negazione politica e antropologica. Sono i devastatori. I violentatori, come ha titolato l’Unità usando una metafora estrema. Ieri i resoconti dei quotidiani erano divisi tra due opposte interpretazioni. A destra ovviamente prevaleva la lettura contraria alla nostra: i criminali sono stati descritti come un’espressione del movimento, con il corollario della delegittimazione completa delle istanze e delle aspettative dei manifestanti.Vadetto, a onor del vero, che qualcuno anche a destra comincia a interrogarsi sulla portata mondiale di questa ribellione. In fondo, di fronte al dominio della finanza,emerge una domanda primordiale di politica democratica. Ciò che ha colpito ieri è stata la posizione de il Manifesto. Nell’editoriale Valentino Parlato ha scritto che gli scontri con la polizia e le manifestazioni di violenza erano «inevitabili». Anzi, che «è bene, istruttivo che ci siano stati». Il senso di queste parole non sta certo in una giustificazione soggettiva della violenza, piuttosto nella sottolineatura …

"La paralisi su Bankitalia", di Massimo Giannini

C´è un´indecenza pubblica, che più di ogni altra fotografa la crisi politica e la totale paralisi del governo Berlusconi e che rende bugiarda la risposta fornita alla Camera dal presidente del Consiglio all´urgenza di «governabilità» sollecitata mercoledì scorso dal presidente della Repubblica. La nomina del successore di Mario Draghi alla guida della Banca d´Italia. Una “pratica” che ormai da quasi quattro mesi marcisce e rimbalza inutilmente, dal tavolo di Palazzo Grazioli a quello di Via XX Settembre. Senza che il premier sappia assumersi la responsabilità di una decisione. «Signor presidente, lei ha ragione. So bene che la nomina è urgente. Ma l´impuntatura di Tremonti si sta trasformando in una vera e propria interdizione…». Venerdì pomeriggio, salito al Colle tre ore dopo aver incassato la “fiducia mutilata”, il Cavaliere ha spiegato in questi termini lo “stallo” sulla scelta del prossimo governatore. Di fronte a lui, un costernato Giorgio Napolitano gli ha ribadito quello che va dicendo ormai da quasi quattro mesi: questa incertezza «nuoce alle istituzioni, alle persone e anche al Paese. La decisione spetta innanzitutto …