Quante differenze tra "federalismo rozzo" e "regionalismo serio", di Claudio Martini
Lo scorso 9 ottobre si è svolto a Firenze un bel convegno su “Unità italiana e regionalismo” durante il quale sono state poste, programmaticamente, alcune domande molto stimolanti: «Italia una e indivisibile: ma anche federabile?», «e se anziché Cavour e Vittorio Emanuele II avessero “vinto” Cattaneo o Gioberti? Se insomma da subito avesse vinto il Federalismo?». Il momento forse più alto è stato l`intervento di Ugo De Siervo, presidente emerito della Corte Costituzionale, che ha parlato con l`abituale franchezza. De Siervo ha esordito dicendo che «un federalismo compiuto non è pensabile in via legale nel nostro Paese. Più in linea con la storia e l`ordinamento dell`Italia sarebbe un regionalismo serio». E ha poi aggiunto: «Assistiamo in questa fase storica ad un`idea di “federalismo rozzo” che è fuori dalla Storia, che viene propagandato con slogan dietro ai quali passano un forte antisolidarismo e un attacco a valori fondanti della nostra Costituzione». A parere di De Siervo «un autentico federalismo si determina attraverso la decisione di mettersi insieme, presa da stati autonomi, ma il nostro stato nasce …