Pagano ancora gli statali, gli insegnanti della scuola pubblica (non le paritarie), le forze di sicurezza, gli ospedali, e persino le rappresentanze diplomatiche. L’ultima legge di Stabilità non cambia registro rispetto alle precedenti: ridurre il perimetro dello Stato, colpendo comunque i più deboli. Nessun taglio alle spese discrezionali della politica. Anzi: si nominano nuovi viceministri. E non si toccano voci «sensibilissime» per la «nomenklatura«, come i dirigenti nominati ad personam (in gergo si chiamano ex articolo 19 comma 6), cioè senza concorso. Nessun taglio agli acquisti della pubblica amministrazione, nessuno alle consulenze. Si preferisce toccare il bilancio delle famiglie dei pubblici dipendenti, eliminando il ticket restaurant per chi lavora meno di 8 ore. «Per i 3,5 milioni di pubblici significa un danno economico fino a 150 euro al mese – denuncia Michele Gentile della Cgil nazionale – Aquesto si aggiunge la decurtazione dei rimborsi per le trasferte». Ma va ancora peggio alla scuola, che paradossalmente dovrà «autofinanziarsi » per pagare figure costrattuali quali gli scatti di anzianità. Insomma, «promozioni» a costo zero. Il ministero dovrà limare le già scarse risorse per onorare impegni contrattuali. E non solo: per gli addetti all’istruzione pubblica si prevede anche il taglio dei permessi sindacali. Nello stesso provvedimento si reperiscono i fondi per la scuola paritaria: 240 milioni ricavati dalle risorse in origine destinate alla banda larga. «Non è un privilegio – spiega Mariastella Gelmini al termine del consiglio – Quelle risorse servono per raggiungere la soglia degli scorsi anni. Il fondo per le scuole paritarie era stato quasi dimezzato». Tutto vero. Ma lo stesso, se non di più, si può dire per la scuola pubblica, che è stata falcidiata negli ultimi anni. La ministra invece canta vittoria. «Non siete soli – manda a dire Gelmini agli studenti – i vostri problemi sono quelli del Paese». Nella legge di Stabilità sono stati stanziati, infatti, 400 milioni all’Università per il 2012 e 20milioni per atenei non statali. A questi si aggiungono 150 milioni per le borse di studio degli universitari. Ma alla titolare dell’istruzione risponde a distanza il segretario generale della Flc (Cgil),Mimmo Pantaleo. «Perché laministra Gelmini anziché vendere fumo non garantisce il pagamento degli scatti? – chiede – Dove sono le risorse per i rinnovi dei contratti nazionali?».
L’EDILIZIA SANITARIA La scure sulla «macchina» pubblica non si ferma qui. Stanziamento ridotto per il piano per la sicurezza statale, dimezzato quello per la sicurezza ferroviaria, mentre Carabinieri e polizia «perdono» 60 milioni nel biennio 2012-13. Sforbiciata anche per il personale diplomatico all’estero, con il taglio del 50% delle spese di rappresentanza e con la scomparsa dei trattamenti per cause di servizio. Chi volesse, poi, entrare nei ruoli della pubblica amminsitrazione dovrà pagare una nuova tassa d’accesso ai concorsi, tra i 10 e i 15 euro. Ma il taglio più corposo è stato inferto all’edilizia sanitaria, di fatto cancellato con la sottrazione di un miliardo di euro. Assicurate invece le risorse per l’ospedale pediatrico Bambin Gesù. La decisione del taglio ha provocato forti tensioni in consiglio tra Ferruccio Fazio e il ministro Giulio Tremonti. Anche Stefania Prestigiacomo non ha nascosto la sua irritazione, mentre Paolo Romani ha subito il colpo dello scippo dei fondi per la banda larga, dirottati tutti verso altre voci. Il ministro dello Sviluppo, oggi vero antagonista di Tremonti sul futuro decreto Sviluppo, ha avuto anche un’animata discussione con il titolare dell’economia alla camera, durante il voto di fiducia che ha preceduto il consiglio. A poco è servito assicurargli che l’investimento sulla banda larga sarebbe stato assicurato dalla cassa depositi e prestiti. Le tensioni restano. Ma nonostante i malumori, alla fine tutti votano sìcome fedeli soldatini. Il testo passa all’unanimità. D’altro canto Prestigiacomo, che aveva minacciato di dissociarsi e che alla fine si dichiara «parzialmente soddisfatta» ha ottenuto il ripristino dei fondi per la prevenzione del dissesto idrogeologico (500 milioni dai fondi Fas) e altri 300 milioni dalla banda larga. Accontentati anche gli industriali, che «recuperano» 200 milioni per il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Una miriade di voci, tra cui l’autotrasporto, il 5 per mille, la detassazione dei salari di produttività, viene finanziata per 4,8 miliardi per il 2012 e 263 milioni per il 2013. Le somme confluiscono nel fondo presso il ministero dell’Economia. Il testo rinvia a successivi decreti del presidente del consiglio dei ministri il riparto della cifra. Altro che cabina di regia: i cordoni della borsa restano in Via Venti Settembre. Ora inizia la «corrida» parlamentare, dove i numeri della maggioranza sono molto ballerini. È in arrivo un autunno caldissimo.
L’Unità 15.10.11