Giorno: 14 Ottobre 2011

"Dodici sbadigli e addio rivoluzione", di Massimo Gramellini

Non ho contato gli sbadigli di Bossi perché stavo sbadigliando anch’io. Però mi hanno sinceramente sorpreso. Mai avrei immaginato che uno come lui si mettesse la mano davanti alla bocca. Per fortuna le telecamere hanno tenuto la contabilità al posto mio, immortalando fin nei dettagli la performance dello stregone leghista seduto di sguincio accanto all’Anziano Leader durante il trascinante Discorso della Fiducia: dodici sbadigli in dodici minuti, alcuni davvero molto belli. Smorfie che diventavano conati, fra uno spalancamento di fauci e uno strabuzzare d’occhi. Imperdibile il passaggio in cui Berlusconi cita il federalismo e tenta di fare «pat pat» sulla testa di Bossi, neanche fosse un peluche. Invece la manca clamorosamente e allora procede a tentoni, cercando almeno di cingergli le spalle, mentre l’altro inghiotte il dodicesimo sbadiglio e si sforza di assumere un contegno adeguato alle circostanze. Ma la noia, non potendo più uscirgli dalla bocca, sale negli occhi e gli provoca l’abbassamento delle palpebre. Gli sbadigli di Bossi potrebbero diventare per Berlusconi quel che per Craxi fu il trauma della canotta. I lettori …

"Ma il governo È morto tre giorni fa", di Eugenio Scalfari

Faceva certamente effetto vedere l´aula di Montecitorio per metà deserta: segnalava con la forza d´una immagine la spaccatura del Paese in due, che dura ormai con alterne vicende dal 1994 avendo raggiunto poi il suo culmine negli anni successivi al 2001. Sono dunque ben tre legislature durante le quali la maggioranza ha imposto la sua dittatura, le regole sono state aggirate o travolte, la questione morale è di nuovo tornata di drammatica attualità. Ma di nuovo c´è una questione che in precedenza non c´era: negli ultimi tre anni l´intero pianeta e in particolare le nazioni opulente dell´Occidente sono stati devastati dalla più grave crisi economica degli ultimi cent´anni, più grave ancora di quella del ´29, mettendo in causa non solo i mercati ma il capitalismo nella sua natura democratica. In queste condizioni l´intrinseca fragilità della democrazia italiana è purtroppo sbalzata in prima fila, tutte le nostre debolezze si sono accentuate, le nostre scarse virtù civiche hanno ceduto di fronte all´invasione del populismo, della demagogia, dell´indifferenza, dell´incompetenza, della corruzione. Non è bastato neppure il “vincolo esterno” …