Giorno: 13 Ottobre 2011

"La diseguaglianza insopportabile", di Nadia Urbinati

Che cosa vogliono le migliaia di cittadini che da quasi un mese manifestano davanti a Wall Street sollevando un´ondata di protesta che interessa ormai le maggiori città americane?Come leggere questo movimento variegato che non ha leadership, non ha scopi definiti, non si lascia facilmente rubricare da un´etichetta di partito? Ha certo ottenuto l´adesione di alcuni importanti sindacati; ma non è per nulla inquadrabile in un´organizzazione gerarchica e poco inclusiva come il sindacato. Ha certo ottenuto l´adesione di alcuni esponenti democratici di prestigio (e la buona menzione del presidente Obama); ma è critico nei confronti di un partito che non ha dimostrato coraggio di fronte ai repubblicani e attenzione all´impoverimento della società americana. Ma, nonostante questi distinguo rispetto alla politica organizzata, i cittadini che manifestano non sono “mob”, non sono una massa arrabbiata di americani invidiosi dei loro pochi ricchi concittadini, come gridano i repubblicani di “FoxNews”. E non sono neppure una pericolosa espressione di populismo anarchico, teste calde che vogliono, ancora secondo le accuse repubblicane, dividere l´America con la lotta di classe. In effetti la …

"Balletto di viltà politica", di Luigi La Spina

La liturgia della crisi ha compiuto un altro importante passo, ma non è detto che sia arrivata all’ultimo. E’ possibile che il nuovo ricorso di Berlusconi al voto di fiducia, col voto palese della Camera, consenta domani il prolungamento di un’agonia che ormai contrasta, in maniera insopportabile, con l’urgente necessità di una forte guida del Paese. Un governo che aiuti l’Italia a superare uno dei momenti più difficili della sua storia repubblicana. Capace di imporre decisioni certamente impopolari, ma che abbia la credibilità e l’autorevolezza di farle accettare, sia dalle autorità finanziarie europee, sia dai mercati internazionali. Certo, i due comunicati con i quali il Presidente della Repubblica ha espresso la sua grave preoccupazione per le conseguenze della bocciatura sul rendiconto del bilancio dello Stato impediscono, da un lato, scappatoie tecnico-procedurali e, dall’altro, costringono tutti ad assumersi responsabilità politiche finalmente chiare. Napolitano, infatti, col primo, ha chiesto al governo di non limitarsi a esibire una maggioranza numerica alla Camera, ma a dimostrare di essere in grado di fornire «risposte credibili» alle esigenze del Paese. Col …

"Lo strappo alle regole e la lezione del Colle", di Claudio Tito

Nel declino inarrestabile di questo governo e del berlusconismo, c´è un elemento immutabile: la violazione da parte del premier delle regole di convivenza politica e il disinteresse per le norme che disciplinano i lavori del Parlamento e dell´esecutivo.Una evidente débâcle della sua maggioranza viene così derubricata a incidente tecnico. Una tragedia che si trasforma in farsa. Eppure si tratta di una bocciatura esplicita su una legge considerata fondamentale per l´attività governativa. Un provvedimento che viene elaborato e presentato da un ministero centrale come quello dell´Economia. E che definisce il bilancio dello Stato. La superficialità con cui il centrodestra ha affrontato una vicenda delicata e imbarazzante per il Paese, ha costretto il presidente della Repubblica ad assumersi la responsabilità di non far precipitare ulteriormente l´immagine del Paese. Anche e soprattutto dinanzi ad una crisi economica e a una pressione dei mercati finanziari che stanno mettendo alle corde i nostri conti pubblici. Un fisiologico svolgimento del confronto parlamentare, avrebbe imposto le dimissioni del premier. Ma Berlusconi è al di fuori della normalità democratica. Come la sua maggioranza …

"L’opposto dell’Aventino", di Stefano Menichini

Voltare le spalle, anche fisicamente, a questo governo. Lasciare Berlusconi solo, a declamare la terza edizione di un discorso programmatico che tre anni fa in apertura di legislatura suonò sorprendente e perfino promettente, e oggi suona vuoto, insultante, un’umiliazione per chi lo pronuncerà, per chi lo applaudirà senza credere a una sola parola, e per chi dovrebbe essere costretto ad ascoltarlo come fosse un serio passaggio politico in un parlamento serio. Cosa che non è. Allora ottima scelta andarsene dall’aula di Montecitorio. Ottimo farlo tutti insieme, le opposizioni che sono già nei fatti e nella sostanza un’ampia maggioranza del paese, e che speriamo siano e si sentano già pronte a governarlo sia quanto a idee che quanto a perimetro politico. L’Aventino? Ma di quale Aventino parlano mezze figure come questo Reguzzoni, uno che gli stessi leghisti se ne liberebbero a calci se solo fossero quegli uomini liberi che dicono? Qui è l’esatto contrario. È l’opposto dell’Aventino del ’24. Perché conosciamo quella storia. I deputati che seguirono Turati e gli altri nella secessione parlamentare erano destinati …