Domande d’inglese come slogan sull’operato del Miur nei test per la preselezione dei nuovi
dirigenti. «Umiliati e mortificati nella nostra professionalità », dicono i professori che hanno sostenuto la prova. Propaganda pro-Gelmini mascherata da domande d’esame. È successo anche questo ieri mattina durante lo svolgimento delle preselezioni dell’atteso concorso per il reclutamento di 2.386 dirigenti scolastici. I candidati sfogliando il librone dei quesiti, arrivati alla sezione sulla conoscenza della lingua straniera si sonotrovati davanti la seguente domanda (numero 231): «Italian Education Minister, Maria Stella Gelmini, claims new reforms save millions of euros » (trad.: il ministro dell’educazione rivendica di aver fatto risparmiare con le nuove riforme milioni di euro). Risposte possibili: A save, B saves, C would have saved,Dwere saving. Assodato dunque, almeno secondo la domanda su cui i candidati si dovevano esercitare, che la tanto contestata ministra abbia fatto invece una “riforma epocale”. E per ribadire il concetto, il quesito10 recita: «The government has recently invested a lot of money in higher education» (trad.: “il governo ha investito molti soldi nell’educazione superiore”). E poi ancora al quesito 28 «Nowadays classes are too big and there aren’t enough experienced teachers» (“Oggi le classi sono troppo grandi e non ci sono abbastanza insegnanti esperti”), con buona pace di quanti hanno denunciato le classi pollaio e la mancanza di insegnanti. «Stiamo verificando la correttezza di tutti i quesiti», fa sapere la Flc-Cgil che già nei giorni scorsi aveva denunciato le oltre mille domande sbagliate (su 5.663) somministrate dal primo settembre ai candidati per prepararsi alla prova. «Errore degli 89 esperti chiamati a formulare i quesiti», si è difeso il ministero dopo le proteste nate sulla rete. Tra questi esperti, poi, sempre la Flc-Cgil ha rilevato come molti tenessero in contemporanea anche corsi di preparazione al suddetto concorso. Intanto gli oltre 40 mila candidati lamentano di essere stati «sequestrati » durante lo svolgimento della prova: convocati alle 8 del mattino nelle varie sedi del territorio nazionale, hanno potuto mettere mano ai fogli solo dopo mezzogiorno. Tutto «ordinato e regolare», dice invece la Gelmini in un comunicato ma gli umori dei candidati sono diversi. È la responsabile scuola del Pd, Francesca Puglisi, a sintetizzare la giornata: «i candidati hanno passato più tempo a cercare quesiti che a poter pensare alle risposte ». Secondo l’esponente dei Democratici il ritardo con cui è iniziata la prova è dovuto al fatto che «dopo l’inenarrabile serie di errori sui quiz formulati dal ministero, è stato necessario ricontrollare che i quelli sorteggiati fossero effettivamente corretti. Non ci si poteva aspettare altro da un governo e da un ministero allo sbando totale». Sotto accusa la procedura d’esame, che costringeva gli aspiranti a sfogliare un libro grande come un vocabolario per scovare i testi delle domande, indicate nel foglio della selezione unicamente con un numero progressivo. «Il risultato è che c’era molto meno di un minuto a quesito, non c’era il tempo per riflettere, la maggior parte di noi ha lasciato parte del foglio in bianco», lamentano i professori fuori dall’Istituto Tecnico Galileo di Roma. Che si sentono «umiliati » e «mortificati nella loro professionalità » dalla modalità di svolgimento della preselezione. «Insegno da 30 anni – dice Carolina – ho fatto 3 master, come possono appurare la mia idoneità con un test a risposta multipla? ». «Ci hanno chiesto una preparazione nozionistica e mnemonica, non le nostre competenze, il contrario di quello che noi cerchiamo di insegnare ai ragazzi», afferma Paolo, 20anni di esperienza inunLiceo Artistico della Capitale. «Era un test fatto per non pensare», dice Carla, maestra. Per tutti la necessità di sostenere la prova per avere «l’unico scatto di carriera possibile nella scuola». Unoscatto che comporterebbe un cospicuo aumento di stipendio che fa gola a molti insegnanti italiani, i peggio pagati d’Europa. «L’ho fatto perchè se lo vinco almeno avrò una pensione dignitosa», conferma Alessia, maestra da 20 anni. «Insegno diritto da 18 anni – dice Alberto – ho fatto il concorso per sperare nell’unico avanzamento di carriera possibile ma mi sento umiliato e maltrattato da questa modalità di selezione». «L’alta partecipazione al concorso è sintomo del nostro disagio di insegnanti, da tre anni massacrati. La scuola pubblica va avanti solo per la nostra passione, ma il ministro è ottuso», spiega anche Giulio, professore di Inglese. «Faremo attente verifiche sullo svolgimento dei test – annuncia intanto la Flc-Cgil – è da maggio che chiediamo al Miur trasparenza su questo concorso, i fatti ci hanno dato ragione».
L’Unità 13.10.11