Mentre le opposizioni ostacolano in Senato, con l’arma dell’ostruzionismo, il cammino della cosiddetta prescrizione breve, l’ultima legge ad personam che potrebbe salvare Berlusconi da una condanna nel processo Mills, Csm e Anm continuano a lanciare allarmi sugli effetti della norma. «Finirebbe per portare a morte sicura un numero molto considerevole di processi», ha ribadito ieri il vicepresidente del Csm, Michele Vietti. «Ricordiamoci – ha sottolineato- che siamo già sotto osservazione da parte dell’Unione europea. Noi dobbiamo fare processi in tempi ragionevoli: la soluzione non è quella di ammazzare il processo prima che arrivi alla fine ma quella di celebrarlo in tempi più ragionevoli». «Nel processo non c’è solo l’interesse dell’imputato – ha detto Vietti -ma anche quello della parte civile, che da una estinzione prematura del processo sarebbe beffata». La prescrizione breve è «un’amnistia mascherata», in particolare per «delitti come la corruzione», ha rincarato il presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), Luca Palamara. Martedì il segretario Anm Cascini aveva parlato di «un milione di processi all’anno» a rischio di finire almacero. «L’Italia, inquesto modo, si mette
fuori da quelle che sono le indicazioni europee, perché i fatti di corruzione vengono scoperti a distanza di anni e con una prescrizione così breve risulterebbe difficile poterli realmente accertare», ha detto Palamara.
OSTRUZIONISMO PD-IDV IN SENATO
In Senato la maggioranza, incurante della crisi che si è aperta a Montecitorio dopo la bocciatura del rendiconto di bilancio, tenta di accelerare in commissione Giustizia, per portare la prescrizione in Aula il prima possibile Ma l’opposizione fa muro:150 gli emendamenti presentati da Pd e Idv al ddl che accorcia i tempi della prescrizione per gli incensurati. «Non è il momento,di fronte a un’assoluta inadeguatezza e debolezza del governo su documenti economico-finanziari, di infilare tra le pieghe un provvedimento che è inaccettabile proporre anche soltanto sotto il profilo della decenza» tuona Anna Finocchiaro che definisce «pura follia» andare avanti, «in un momento come que-sto». Il braccio di ferro ha impedito la votazione degliemendamenti incommissione.
Il presidente Filippo Berselli (Pdl) ha reagito annunciando la possibilità di portare in Aula il ddl anche se non sarà possibile votare il mandato al relatore. Obiettivo, approvazione in aula «entro il mese».
Calendario alla mano, però, spiega l’Idv, «per tutta la prossima settimana il ddl non andrà in Aula». Ieri intanto a piazza del Pantheon manifestazione contro la legge bavaglio sulle intercettazioni. Grande soddisfazione per il rinvio della votazione, ma anche l’intenzione «di continuare a vigilare»: queste le linee guida degli interventi, da Fulvio Fammoni della Cgil a Roberto Natale, presidente della Fnsi. «Quella legge è da mafia fascista, per questo non possiamo mai smettere di mobilitarci», ha tuonato Di Pietro. «Abbiamo mantenuto il presidio di oggi -ha detto Fammoni – per ringraziare i cittadini che hanno lottato con noi ma bisogna vigilare perchè i problemi del presidente del Consiglio rimangono». Il ministro della Giustizia Palma benedice il rinvio, «il clima era troppo surriscaldato». Critico invece Vietti (Csm): «Mi pare un po’ anomalo, ogni volta che sembra di essere vicini a una soluzione parlamentare, fare marcia indietro».
Pubblicato il 13 Ottobre 2011