Il 17% delle domande eliminate è un nuovo problema d’immagine. E mentre la stampa già parla di caos, comincia il palleggiamento delle responsabilità. Assediato da tutte la parti il Ministero appare in difficoltà sul piano della comunicazione: dopo la figuraccia di una decina di giorni fa, costata il licenziamento del portavoce della Gelmini, adesso si profila il bis con la faccenda dei quiz del concorso per dirigenti scolastici, per i quali gli errata corrige sembrano non finire mai, visti gli inserimenti dell’ultimo minuto collocati in fondo alla pagina dei tre elenchi pubblicati il 5/10/2011.
In effetti, 975 quesiti eliminati su 5663 sono più del 17%. Stampa e blog si scatenano, l’opposizione parla di “Miur al collasso”, e si apre la caccia alle responsabilità di un tale default.
Tre comunicati in tre giorni sullo stesso argomento tradiscono indubbiamente un notevole affanno. Si comincia il 5 ottobre: il Ministero fa sapere che “ha provveduto ad una revisione complessiva della banca dati predisposta da una commissione esterna di esperti per la prova pre-selettiva del concorso a dirigente scolastico”. I quesiti esclusi sono contenuti in tre diversi elenchi. Contestualmente vengono pubblicati i nomi degli esperti della commissione “esterna”, fra i quali a dire il vero una buona parte sono “interni”: dirigenti scolastici, dirigenti tecnici, docenti comandati.
Il 6 ottobre si torna a precisare che “il Ministero ha operato una revisione totale delle 5.663 domande predisposte da una commissione esterna di esperti di varia estrazione”, aspetto questo ribadito per la seconda volta, quasi a voler prendere le distanze. “Non si può pertanto attribuire al Ministero -si prosegue con linguaggio sibillino- esattamente il contrario di quanto è avvenuto e che è facilmente verificabile. Infatti la revisione è stata fatta proprio a tutela dei candidati ed ha riguardato tutte le domande con formulazioni non adeguate, che avrebbero potuto indurre in errore i candidati”. Insomma “il Ministero ha adottato fin dall’inizio un comportamento di trasparenza nella conduzione della procedura del concorso”, tenendo conto di tutte le segnalazioni pervenute.
Forse il discorso è una risposta indiretta alle accuse di mancata trasparenza provenienti da Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil e riportate da vari media, accompagnate dalla richiesta che siano resi noti i criteri di individuazione degli esperti incaricati di predisporre le domande, i costi dell’operazione, le eventuali incompatibilità con l’incarico affidato e soprattutto la “penalità economica” per i numerosi errori commessi.
Il successivo 7 ottobre il Ministero, con nuovo comunicato, precisa di aver provveduto alla revisione dei quesiti predisposti dalla commissione “nominata dall’agenzia Ansas”, aggiungendo così un ulteriore elemento riguardo al “chi” e alle responsabilità.
Si conferma inoltre che “le 100 domande oggetto della prova saranno estratte, nell’ambito dei quesiti corretti, il giorno 12 per garantire la massima trasparenza”, rispondendo indirettamente alla richiesta proveniente dal Pd di un breve rinvio per svolgere la prova in condizioni di serietà, rigore e pari opportunità. Infine si comunica che è stato chiesto “un parere all’Avvocatura dello Stato sui requisiti di ammissione dei candidati” e che la prossima settimana saranno convocati i direttori degli Usr e i presidenti delle commissioni “per sollecitare la massima attenzione sul regolare svolgimento delle procedure”.
Insomma le questioni aperte sono tante, la stampa scrive apertamente di “caos” ed è un altro brutto colpo per l’immagine del Ministero e di chi lo regge.
La Tecnica della Scuola 09.10.11