«Perché ci "riprendiamo" la Biblioteca Nazionale», da unita.it
«Il nostro è un paese dove si legge poco. Il nostro è un paese dove due milioni di persone sono totalmente analfabete. Il nostro è un paese dove cinque milioni di persone sono semianalfabete. Il nostro è un paese dove non si promuove la lettura. Il nostro è un paese dove le biblioteche sono considerate un consumo culturale e non un servizio necessario. Noi la pensiamo diversamente». Dentro il “noi” di questo manifesto ci sono i nomi e le storie e le facce dei lavoratori della cultura, degli occupanti del Teatro Valle di Roma, dei lavoratori della Biblioteca Nazionale, e degli intellettuali-artisti-scrittori che si sono raccolti attorno alla sigla TQ (ovvero la generazione trenta-quarantenni). Ognuno di loro, in questi mesi, ha elaborato una serie di riflessioni sullo stato della cultura nel nostro paese. Con riunioni pubbliche, manifesti e occupazioni di cui adesso proveranno a tirare le fila in un’assemblea pubblica alla Biblioteca Nazionale di Roma. L’appuntamento è martedì 11 ottobre. Tra i relatori: Tullio De Mauro, professore di linguistica; Antonella Agnoli, bibliotecaria, autrice de “Le …