Giorno: 8 Ottobre 2011

"In classe e in ospedale: quelli (e sono tanti) che ancora ci credono", di Mila Spiccola

Da piccola, a tavola, mi lamentavo per l’ennesimo no a qualcosa visto addosso alla compagnetta, figlia di un avvocato. «Ecco! Perché tu sei solo un maestro!». «Non ti rischiare mai più, tuo padre guadagna di meno,ma serve lo Stato». E infatti si chiama pubblico “servizio”. Qualcuno di voi sorriderà per il sapore antico, trapassato remoto, di questo racconto. Io invece, che ci sono cresciuta, ci ho creduto così tanto da “servirlo” a mia volta, lo Stato, e da ripetere la stessa frase con identiche convinzione e soddisfazione. Sono cresciuta in una famiglia sana e felice di impiegati statali, non la famiglia del Mulino Bianco, bensì quella dei sacrifici perenni ma coi sonni tranquilli della gente perbene, lavoratori del pubblico. Qualcuno di voi starà sorridendo nuovamente, qualcun altro invece sentirà familiare il senso di appartenenza e di partecipazione a qualcosa di importante. Chissà se queste parole arriveranno al vigile del fuoco, quello che si butta tra le fiamme e supera le polemiche dell’aver avuto un Bertolaso a guidarlo, offendendone il valore, come io faccio di tutto …

"Diritto di cronaca senza bavaglio", di Giovanni Valentini

Quanti sono, esattamente, i cittadini italiani che vengono sottoposti a intercettazioni telefoniche, su ordine della magistratura per esigenze investigative? Gli ultimi dati del 2009 dicono 120 mila utenze per circa 80 mila persone, cioè lo 0,2% della popolazione. E quanti sono gli intercettati che vengono danneggiati dalla diffusione delle registrazioni sui giornali o sugli altri media? Qui non esistono cifre ufficiali, ma si può ragionevolmente calcolare che siano un numero davvero minimo. Ma, allora, di che cosa stiamo parlando? Di quali violazioni della privacy o dei diritti fondamentali? E perché il governo e la sua maggioranza posticcia, proprio nel pieno di una drammatica emergenza economica che minaccia tutti, vogliono approvare al più presto la legge-bavaglio sulle intercettazioni che riguarda in realtà pochi o pochissimi cittadini? Qual è la ragione di tutta questa urgenza? La risposta è soltanto una: per impedire all´opinione pubblica di essere informata in modo tempestivo e completo sul malaffare, sulla corruzione, sui rapporti incestuosi tra politica ed economia. Tutto il resto non conta. O meglio, conta certamente che anche un solo cittadino …

"I servitori dello Stato presi di mira dai tagli e dal Governo", di Bruno Ugolini

La rivoluzione promessa dal ministro Brunetta è finita nel nulla: al posto di efficienza e modernità sono arrivati il blocco di contratti e salari ma anche insulti e licenziamenti. E il settore pubblico oggi scende in piazza. Sono quelli che il ministro Renato Brunetta ha etichettato, senza distinzioni, come fannulloni. Sono quelli che molti immaginano solo come un esercito di burocrati intenti a percorrere i corridoi ministeriali. E invece sono anche insegnanti, bidelli, ricercatori, vigili del fuoco, doganieri, impiegati comunali, infermieri, poliziotti. Sono quelli che una volta chiamavano “i servitori dello Stato”. Perché se questa macchina spesso sgangherata va avanti, malgrado i conducenti siano come presi da uno stato di ubriachezza, è proprio per loro. Come tante rotelline negli innumerevoli ingranaggi. Oggi presi di mira più di altri dalle manovre governative: il blocco dei contratti e dei salari, i veri e propri licenziamenti che colpiscono unaf olla di precari sfruttati per anni, l’attacco ai diritti, i tagli ai comuni e quindi i tagli a tanti servizi pubblici e conseguente enorme incremento di fatica per le …

"La pace è donna il Nobel a tre africane", di Adriano Sofri

La gente di una certa età (di un´età certa) ricorda senz´altro quella geografia dei continenti attraverso l´età delle donne, che cominciava con l´Africa: “La donna a vent´anni è come l´Africa: semi-inesplorata”. (E poi, per esempio: “A 50 anni è come l´Europa: tutta una rovina”). Era una porcheria che passava per lo più inosservata, e lo fa ancora. L´idea che associava l´Africa a giovinezza e femminilità (comprese le espressioni più o meno inavvertitamente coloniali, “il continente vergine”) ha resistito, direi, ma va prendendo un ben altro senso. Così ieri il premio Nobel per la pace è andato a tre donne africane. Solo quindici giorni fa era morta a Nairobi Wangari Maathai, Nobel per la pace 2004, biologa e fondatrice del Green Belt Movement, impegnata soprattutto nella lotta contro la deforestazione. È come se donne, e africane, si passassero il testimone. Tre donne africane: ce n´è abbastanza per sentire aria di correttezza politica. Vorrei appunto scrivere un elogio del comitato norvegese (cui è riservato il Nobel per la pace) e della correttezza politica. La quale è stucchevole, …

"Il gusto fuori luogo delle parolacce così la politica perde dignità", di Maria Laura Rodotà

Il partito che si vorrebbe chiamare Forza Gnocca. La patonza che deve girare. La deputata che protesta e le urlano «vai a farti scopare». Viene da rispondere «il partito fatelo pure, le donne girano se e quando credono loro, e quanto al sesso, cari signori (si fa per dire), non con voi». Viene da posare il giornale, cambiare sito, obiettare che siamo in guai seri e certe battute vanno ignorate. Ma non si può più. Siamo in piena deriva linguistico-culturale, una deriva che ci fa rischiare altre derive, più durature di questo governo. Come: a) La sindrome di Tourette collettiva. Le esternazioni del premier e di vari leghisti, accompagnate da dosi massicce di tv trash, stanno portando molti italiani — finora consumatori di parolacce in modica quantità — alla ripetizione continua e ossessiva di termini anatomici. Sono usati con compiacimento o indignazione; sempre parolacce sono. Non si era mai visto un pezzo di classe dirigente adottare un linguaggio così volgare, a parole e a gesti. Un linguaggio che, combinato col bombardamento di foto osé di …

"La generazione dei poveri", di Tito Boeri

Nei giorni scorsi il ministro del Lavoro Sacconi ha cercato di scaricare sulla lettera di Draghi e Trichet del 5 agosto la responsabilità dell´articolo 8 della manovra estiva, quello che permette alla contrattazione aziendale di derogare alle leggi dello Stato, comprese le norme sui licenziamenti. Le parole di ieri di Draghi hanno chiarito quanto lo spirito delle riforme invocate dalla BCE sia lontano dalle scelte del nostro Ministro del Lavoro. Sacconi ha scelto di abdicare alle sue funzioni, delegando il compito di cambiare le regole del mercato del lavoro alle parti sociali, che hanno non poche responsabilità nel dualismo del nostro mercato del lavoro. Draghi ieri ha chiesto al Governo, non a Confindustria e sindacati, riforme che aumentino la copertura dei nostri ammortizzatori sociali riducendo al contempo il dualismo, a vantaggio dei giovani e delle famiglie con figli. Sono proprio queste le categorie maggiormente colpite dalla Grande Recessione. I dati sin qui disponibili ci dicono che sono proprio i giovani e le famiglie con due o più figli le principali vittime della crisi. Il loro …

"Una missione non necessaria", di Franco Venturini

Ora che Putin si è tolto la maschera anticipando ai russi il risultato delle elezioni presidenziali di marzo, ha deciso di togliersela — ammesso che l’avesse — anche Berlusconi. Il viaggio in Russia del presidente del Consiglio non dovrebbe stupirci, tanto numerosi sono i suoi precedenti. Ma Silvio Berlusconi è riuscito nell’impresa: perché mentre l’agenda diplomatica del capo del governo italiano risulta paralizzata da un asserito «eccesso di impegni» (anche giudiziari, si deve forse intendere), il tempo viene trovato senza difficoltà per correre a festeggiare il compleanno dell’amico e prossimo zar Vladimir. Il tutto in una atmosfera tanto riservata da apparire quasi cospiratoria. Intendiamoci, non saremo certo noi a sottovalutare la cruciale importanza dei nostri rapporti con la Russia. E Putin, scontati quei dissensi che ieri Sarkozy ha ben messo in evidenza, resta un leader da rispettare con il quale tutto l’Occidente dovrà fare i conti. Tanto meglio, allora, se con Putin Berlusconi ha inteso parlare di accordi economici, tanto meglio se gli ha chiesto ragione del veto con il quale Russia e Cina hanno …