“La decisione del ministero dell’Istruzione di non comunicare i dati su promossi e bocciati nell’ultimo anno scolastico è un’altra trovata dell’ormai ex portavoce del ministro Gelmini, ancora purtroppo direttore generale del Miur. Pare che la scelta sia dovuta all’imbarazzo di comunicare la flessione in percentuale dei bocciati: giustificazione bislacca poiché il dato dimostrerebbe al contrario che i nostri studenti migliorano, ma il ministro continua purtroppo a confondere il rigore con le bocciature. Lo ha dichiarato Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd della commissione Cultura della Camera.
“La notizia ci fa presumere, inoltre, che – prosegue Ghizzoni – ci sia sempre Zennaro dietro all’occultamento illecito dei dati statistici dell’istruzione perpetrato negli ultimi tre anni: in particolare, non sono più pubblicati sul sito, come invece è sempre accaduto, i dati sugli orari scolastici settimanali. In altre parole da tre anni ignoriamo esattamente quante siano le classi a tempo pieno, quante quelle a 30 e a 24 ore, novità introdotta dalla Gelmini nel 2009-2010 con il ritorno al famigerato maestro unico. Questi sono dati statistici che devono essere comunicati dalle scuole e resi noti dal ministero. Forse che Zennaro ha consigliato di tenerli nascosti perchè solo lo 0,5 % delle classi è a 24 ore, come si apprende dalla relazione della Corte dei Conti ? Un dato che rappresenta davvero – conclude Ghizzoni – la bocciatura epocale del maestro unico voluta dal ministro Gelmini.”
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“Il ministero mantiene segreti i dati su promossi e bocciati”, di Lorenzo Salvia
L’idea dell’ex portavoce: la severità può sembrare in calo. Il nuovo anno scolastico è cominciato da venti giorni ma non sappiamo ancora come è andato quello passato. Non conosciamo, cioè, quanti sono stati i promossi e i bocciati, dalle elementari fino all’esame di maturità. Di solito quelle tabelle vengono rese pubbliche durante l’estate, intorno alla metà di agosto, in ogni caso prima che la campanella torni a suonare con il rientro di settembre. Una consuetudine, una regola di trasparenza, un obbligo di legge. Come mai quest’anno non sappiamo nulla?
Le tabelle sono pronte da settimane ma sono rimaste chiuse nei cassetti del ministero dell’Istruzione. Sulla decisione ha pesato moltissimo il no di Massimo Zennaro, l’ex portavoce di Mariastella Gelmini che si è dimesso dopo l’incredibile comunicato sul tunnel svizzero-abruzzese ma che al ministero è rimasto sulla poltrona di direttore e adesso fa pure il consulente di Barbara Berlusconi. Una scelta, quella di non rendere pubblici i dati, che ha creato imbarazzo fra gli stessi dirigenti del ministero, costretti ad accampare scuse ed allargare le braccia davanti alle ripetute richieste dei giornalisti. E che aveva fatto venire qualche dubbio alla stessa Gelmini che alla fine ha però accettato la scelta del suo portavoce. Dopo l’addio di Zennaro, è probabile che le tabelle vengano presto pubblicate. Ma perché sono rimaste per quasi due mesi nel cassetto, neanche fossero piani militari top secret?
Il punto è che l’anno scorso c’è stato un calo nella percentuale delle bocciature. Una flessione minima, dello zero virgola. Ma sufficiente per non poter parlare di «conferma della linea del rigore», uno dei cavalli di battaglia del ministro Gelmini e soprattutto uno dei chiodi fissi nella strategia di comunicazione del suo ex portavoce. È stata proprio la paura che i dati venissero usati per attaccare il ministro a spingere Zennaro a chiudere quei fogli in un cassetto. Legittimo che un portavoce protegga il suo ministro dalle polemiche, in fondo è il suo mestiere. Ma per far questo è arrivato ad oscurare dati che vanno resi pubblici. Anche perché il «valore politico» dei quadri di fine anno è tutto da dimostrare. A decidere chi bocciare e chi promuovere non è il ministro e tanto meno il suo portavoce, ma quegli 800 mila insegnanti che ogni giorno entrano in classe, fanno lezione, interrogano, mettono i voti. E magari non pensano alla linea del rigore ma vogliono solo capire se un ragazzo è preparato oppure no.
Anche di questo il ministro e il suo ex portavoce hanno discusso nel loro ultimo incontro, mercoledì sera, quando hanno firmato la separazione consensuale. Adesso Zennaro lavora pure per Barbara Berlusconi, la figlia del presidente del consiglio, una consulenza per curare la sua immagine nel campo della cultura. Lo farà a titolo gratuito, almeno fino a quando resterà responsabile della direzione per lo studente al ministero, contratto in scadenza poco prima della fine della legislatura. Ieri, dopo l’addio per la gaffe sul tunnel, diversi parlamentari avevano chiesto le sue dimissioni anche dall’incarico di direttore. Adesso che è venuta fuori la storia del lavoro per la figlia del premier, anche al ministero molti si chiedono se sia opportuno che resti ancora lì.
Il Corriere della Sera 01.10.11
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Dati sui bocciati. L’ex-portavoce precisa e il Corriere replica
Il Corriere della sera ha scritto ieri che i dati dei bocciati e dei promossi, la cui pubblicazione sarebbe obbligatoria per legge, non sono stati resi noti sul sito del ministero per decisione del Direttore Generale della Comunicazione presso il Miur, Massimo Zennaro (già portavoce del ministro), per il timore che il lieve decremento di bocciati registrato quest’anno potesse compromettere la linea di rigore voluta dalla Gelmini.
Il Direttore Zennaro ha inviato al quotidiano di Via Solferino questa nota di precisazione: “In merito all’articolo “Il ministero mantiene segreti i dati sui promossi e bocciati” (Corriere di ieri), preciso che “Non esiste alcun obbligo di legge a cui è tenuto il ministero dell’istruzione in merito alla pubblicazione dei dati sulla valutazione degli alunni. Il Miur è semplicemente tenuto a comunicarli all’Istat; non si sono quindi verificate violazioni di legge”.
Si tratta, come si vede, di una precisazione relativa ai presunti obblighi di legge circa la pubblicazione di dati che non interviene, però, sulle ragioni della mancata pubblicazione.
Questa la replica del giornalista Lorenzo Salvia del Corriere: “Il dottor Zennaro conferma i contenuti dell’articolo: i dati sono stati oscurati, cosa mai avvenuta in passato. E, fino al momento della scrittura del pezzo, non risultavano trasmessi nemmeno all’Istat.”
da TuttoScuola 03.10.11