Mese: Settembre 2011

"La carta sbiadita del federalismo", di Michele Ainis

E il federalismo? Che fine ha fatto la promessa che ha illuminato l’alba di questa legislatura? Risposta: giace sepolta sotto un cumulo di detriti normativi. Di proroghe, deroghe, cavilli. Di commi che si contraddicono a vicenda. Di decreti che annunciano il decentramento fiscale, mentre le manovre economiche centralizzano la politica fiscale, togliendo ossigeno alle Regioni non meno che ai Comuni. Sicché il federalismo, che avrebbe dovuto rafforzare la coesione nazionale (federare significa unire), ha invece creato nuove spaccature: degli enti locali contro lo Stato, delle Regioni ordinarie contro quelle a statuto speciale, del Nord contro il Sud. Mentre il federalismo fiscale, che avrebbe dovuto alleggerire il carico di tasse che ci portiamo sul groppone (se il sindaco ci va giù troppo pesante, la volta dopo non verrà rieletto), nel frattempo ha generato l’esito contrario. Secondo uno studio della Cgia di Mestre, dal 1995 al 2010 (gli anni della Lega di governo) le tasse nazionali sono aumentate del 6,8%, quelle locali del 138%. Eppure l’idea federalista è dirompente, anche se è poi finita sotto un cono …

""Salviamo l´asilo perfetto" la gara di Reggio Emilia per restare in cima al mondo", di Maria Novella De Luca

«Il bambino ha cento lingue, ma gliene rubano novantanove… Ha cento mani, cento pensieri, cento modi di stupire, di amare… e poi cento, sempre cento». Così scriveva negli anni Ottanta il pedagogista Loris Malaguzzi, ispiratore e fondatore dei famosi asili di Reggio Emilia. Asili considerati fino a ieri tra le scuole più belle del mondo, ma che oggi nell´assedio feroce di tagli e di riduzioni agli enti locali, rischiano una veloce erosione di qualità ed eccellenza. E per salvare questo esperimento educativo unico in Italia, la grande rete degli asili chiede aiuto, lanciando una fondazione a cui chiunque potrà partecipare, una sorta di “azionariato popolare” che chiama all´appello ex bambini e genitori, nonni ed insegnanti, cuoche ed ex cuoche, partner famosi e semplici cittadini. E bisogna entrare in un asilo comunale di Reggio Emilia, in questi spazi ariosi e luminosi fatti di legno e colore, di vetri e leggerezza, immersi tra le piante, i disegni, i giochi d´acqua e di ombre, l´odore di buon cibo e gli arredi che ricordano le onde del mare o …

"Il rischio del danno di immagine. E non solo. A proposito di reggenze e Dirigenza scolastica" di Antonio Valentino

La questione delle reggenze, che costringerà la metà delle istituzioni scolatiche ad avere un dirigente “dimezzato” (in alcune regioni la percentuale supera il 65%), pone problemi che non riguardano solo la gestione delle scuole in quest’anno scolastico (e, molto presumibilmente, nel prossimo). A parte il fatto che l’emergenza “Istituti scoperti” non nasce oggi e che solo la miopia e il pressappochismo del nostro ceto politico ha impedito di intervenire con la necessaria tempestività, un primo interrogativo che andrebbe posto è: perché, al riguardo, c’è stata così tanta rassegnazione e accettazione passiva tra gli stessi dirigenti, oltre che nelle organizzazioni e associazioni che li rappresentano? Pur essendo tutti consapevoli delle difficoltà e dei rischi che le reggenze così diffuse comportano? Sappiamo che in alcuni casi, soprattutto nei DS a fine carriera, ci sono state motivazioni di tipo economico: può far comodo, pensando anche alla pensione, arrotondare lo stipendio con un’accettabile integrazione (che, comunque, non riesce – ritengo – a compensare le responsabilità e lo stress di gestire due istituti). In altri casi è sembrato invece prevalere …

"Parole dure che chiedono il passo indietro", di Marcello Sorgi

Invocata da giorni dall’interno del mondo cattolico e da laici autorevoli, la condanna da parte dei vescovi italiani dello stile di vita di Berlusconi, e dei danni che procura all’Italia sul piano internazionale, è arrivata ieri con la dura prolusione del presidente della Cei, cardinale Bagnasco, ai suoi vescovi. Va detto: la vicenda interminabile delle escort e delle feste erotiche del premier era già stata oggetto di condanne delle gerarchie e di un generale raffreddamento di rapporti tra il governo e l’episcopato, cominciato anche prima, fin dall’incidente della cancellazione della cerimonia della Perdonanza del 28 agosto 2009. Che nelle intenzioni doveva sancire una sorta di rappacificazione tra il Cavaliere e la Chiesa turbata dal «caso Boffo» (l’attacco da parte del «Giornale» della famiglia Berlusconi che portò alle dimissioni del direttore di «Avvenire») e finì invece per diventare l’occasione di una rottura, poi aggravatasi per tutto quello che venne fuori dopo. Per questo, ci sarà anche stavolta chi dirà che non c’è niente di nuovo, che le critiche dei vescovi sono in qualche modo obbligate, che …

"Non possumus", di Barbara Spinelli

Parlando in nome della Chiesa italiana, il cardinale Bagnasco ha usato parole molto chiare, ieri, davanti al Consiglio permanente dei vescovi. Il nome del presidente del Consiglio non viene fatto, ma è di Berlusconi che parla: quando denuncia «i comportamenti licenziosi e le relazioni improprie», quando ricorda il «danno sociale (che essi producono) a prescindere dalla loro notorietà». Quando cita l´articolo 54 della Costituzione e proclama: «Chiunque sceglie la militanza politica, deve essere consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell´onore». Non è la prima volta che il Presidente della Cei critica l´immoralità insediatasi ai vertici del governo italiano, ma questa volta le parole sono più precise e dure, il tono si fa drammatico perché il Vaticano ormai ne è consapevole: la personalità stessa del premier è elemento della crisi economica che sta catturando l´Italia, e all´estero la sua figura non è più giudicata affidabile. Tra le righe, Bagnasco fa capire che le dimissioni sarebbero la via più opportuna: «Quando le congiunture si rivelano oggettivamente gravi, e sono rese ancor più complicate da …

Cei: «Comportamenti licenziosi ammorbano l'aria», da unita.it

«I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà. Ammorbano l’aria e appesantiscono il cammino comune». Lo ha detto il presidente della Cei card. Angelo Bagnasco nella prolusione al Consiglio Cei. «Si rincorrono con mesta sollecitudine, racconti che, se comprovati, a livelli diversi rilevano stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica. Da più parti, nelle ultime settimane, si sono elevate voci che invocavano nostri pronunciamenti. Forse che davvero è mancata in questi anni la voce responsabile del Magistero ecclesiale che chiedeva e chiede orizzonti di vita buona, libera dal pansessualismo e dal relativismo amorale?». «C’è da purificare l’aria, perchè le nuove generazioni, crescendo, non restino avvelenate». Davanti a «racconti che, se comprovati, a livelli diversi rilevano stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica», il cardinale Angelo Bagnasco punta il dito contro «i comportamenti non solo contrari al pubblico …

Semplificazione burocratica? Sì a scapito della legalità

Nuova sparata del ministro Brunetta: Durc e certificazioni antimafia sono inutili . Meloni: “Il semplificatore Brunetta è entrato in confusione”. E poi arriva la smentita dal ministro Maroni… Stop ai certificati inutili(?). Grazie al ministro della Pubblica Amministra Renato Brunetta con il prossimo Dl Sviluppo sia il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva), sia le certificazioni antimafia non saranno più necessarie ma si potrà procedere all’acquisizione d’ufficio. Non contento il ministro più screditato dal suo stesso governo ha continuato dicendo “Basta Durc, basta certificati antimafia. Basta pacchi di certificati per partecipare ai concorsi. Si possono fare riforme a costo zero per semplificare la vita a famiglie e imprese”. Solito copione visto e rivisto fino a qualche anno fa per Brunetta: populismo spiccio per attirare attenzione dei media prima di ricadere nel dimenticatoio politico, arrivando di nuovo alla ribalta solo per aver insultato lavoratori precari che chiedevano spiegazioni. Anche questa volta, come in precedenza, Brunetta non spiega bene come vorrebbe semplificare la burocrazia in materie come la lotta alla mafia solo per evitare spreco di carta …