"Cooperative: un motore economico che nemmeno il duce riuscì a distruggere" di Nicola Cacace
Come ha detto Marino, presidente di Confcooperative, «è il quarto intervento di spoliazione delle cooperative attuato da Berlusconi in pochi anni» (Avvenire 1 sett.), malgrado il successo della cooperazione anche negli anni di crisi, quando aumentava l’occupazione del 5,5% mentre l’occupazione nazionale si riduceva del 3%. Oggi la cooperazione è un motore di sviluppo e di coesione sociale, con 1,5 milioni di occupati, il 7% dell’occupazione e 127 miliardi di fatturato, l’8% del Pil. La cooperazione è andata in controtendenza anche rispetto al nanismo industriale, essendo nel decennio il peso delle GI coop (+ di 1000 occupati) passato dal 4% all’8% del totale occupazione nazionale. Ed oggi che il paese ha estremo bisogno di rilanciare la crescita, come chiesto anche da Bruxelles, Berlusconi tenta di realizzare un obiettivo perseguito da anni, colpire quelli che, stupidamente, considera avversari di classe. E lo fa con la motivazione che le cooperative «godrebbero di vantaggi fiscali rispetto alle società di capitale». Questi famosi vantaggi fiscali, che in sintesi si riducono ad un’aliquota del 10% sugli utili reinvestiti invece del …