Mese: Settembre 2011

"Cooperative: un motore economico che nemmeno il duce riuscì a distruggere" di Nicola Cacace

Come ha detto Marino, presidente di Confcooperative, «è il quarto intervento di spoliazione delle cooperative attuato da Berlusconi in pochi anni» (Avvenire 1 sett.), malgrado il successo della cooperazione anche negli anni di crisi, quando aumentava l’occupazione del 5,5% mentre l’occupazione nazionale si riduceva del 3%. Oggi la cooperazione è un motore di sviluppo e di coesione sociale, con 1,5 milioni di occupati, il 7% dell’occupazione e 127 miliardi di fatturato, l’8% del Pil. La cooperazione è andata in controtendenza anche rispetto al nanismo industriale, essendo nel decennio il peso delle GI coop (+ di 1000 occupati) passato dal 4% all’8% del totale occupazione nazionale. Ed oggi che il paese ha estremo bisogno di rilanciare la crescita, come chiesto anche da Bruxelles, Berlusconi tenta di realizzare un obiettivo perseguito da anni, colpire quelli che, stupidamente, considera avversari di classe. E lo fa con la motivazione che le cooperative «godrebbero di vantaggi fiscali rispetto alle società di capitale». Questi famosi vantaggi fiscali, che in sintesi si riducono ad un’aliquota del 10% sugli utili reinvestiti invece del …

"L'ideologia che ci governa", di Nadia Urbinati

Continuare come se nulla fosse successo nel frattempo, come se il crollo di fiducia nella politica della destra non ci sia stato, come se la sconfitta di Milano, che prima del 15 maggio sembrava impensabile al premier, sia stata un fatto assolutamente irrilevante. Come se la grande disobbedienza del 12 e 13 giugno sia capitata in un altro paese. Tutto ciò che prima sembrava determinante, una volta avvenuto è stato rubricato in fretta nel capitolo della cronaca antica. Siccome i cittadini non hanno votato a elezioni politiche, essi non hanno espresso alcun giudizio su questa maggioranza di governo quando hanno votato a favore di coalizioni di centrosinistra e quando hanno detto NO all´insistente suggerimento di Berlusconi di non andare a votare ai referendum. A leggere i giornali di questi giorni sembra che niente di nuovo ci sia sotto il sole italiano: il clientelismo con i quale si è cementata questa alleanza di governo mostra un altro spezzone del suo carattere sistemico, perpetrato con studiata intelligenza per distribuire incarichi proporzionalmente al nord come al sud, nelle …

"Beslan abita ancora sulle tombe dei suoi figli", di Mark Franchetti

Piangenti e vestite di nero, migliaia di persone in lutto si riuniranno oggi alla scuola di Beslan per commemorare il settimo anniversario del più grave attacco terroristico mai avvenuto in Russia. Porteranno fiori e bottiglie d’acqua, un modo simbolico per ricordare la sete sopportata dai loro cari nelle ultime ore prima della morte. Un rintocco di campana segnerà il momento, poco dopo mezzogiorno, quando il 3 settembre 2004 si udirono due potenti esplosioni all’interno della palestra della scuola dove più di 1200 ostaggi – gli allievi, i loro genitori e gli insegnanti – erano da 52 ore in mano ai terroristi islamici. Nel massacro che seguì morirono 333 persone – tra cui 186 bambini. Diciassette bambini persero entrambi i genitori e 72 sono rimasti gravemente disabili. In un solo blocco di appartamenti vicino alla scuola si sono contati 34 bambini tra le vittime. In un paese così piccolo, quasi tutti hanno perso una persona cara o conoscono qualcuno che l’ha persa. Sette anni dopo Beslan, con i suoi 35.000 abitanti, è tranquilla, provinciale e rurale. …

«L’Italia è in pericolo, un nuovo governo o non ce la faremo», intervista a Pier Luigi Bersani di Simone Collini

Il segretario del Pd «Con questa manovra abbiamo la prova, l’esecutivo Berlusconi non è credibile. Allo sciopero della Cgil saremo presenti»
. In queste ore siamo a un punto di svolta, purtroppo drammatico». Pier Luigi Bersani parla mentre la Borsa chiude su un brutto -3,9%, mentre l’Ue esprime perplessità sulle misure anti-evasione e mentre torna a volare lo “spread” italiano, una parola che nelle ultime settimane purtroppo tutti hanno imparato a conoscere. «Questa manovra e questo governo non sono credibili. Siamo in piena emergenza e noi siamo disponibili ad assumerci le nostre responsabilità in Parlamento per cercare di migliorare le norme nel senso della credibilità, dell’equità e della crescita. Ma serve un cambiamento del quadro politico, altrimenti tutto è vano». Non è la prima volta che formula un simile ragionamento.
«È vero, noi diciamo ormai da oltre un anno che il problema politico è nel cuore stesso dell’emergenza economica e finanziaria, perché chi ci ha portato fin qui, sul fronte più esposto, non è in grado di dire al Paese che c’è una crisi e che c’è …

"L'autunno che verrà. La crescita che non c'è e il sogno di una strategia alla tedesca" di Franco Mosconi*

“Idee. Innovazione. Prosperità. La strategia high-tech 2020 per la Germania”: è proprio impensabile che l’Italia faccia quello che i tedeschi propongono per la crescita? E’ ora che anche da noi si metta in campo una politica industriale in linea con l’Europa e in grado di concentrare le poche risorse disponibili su grandi progetti. L’allarme lanciato sulla nuova manovra dalla Banca d’Italia con l’audizione in Parlamento di Ignazio Visco («occhio ai saldi e alla crescita», scriveva a commento questo giornale martedì scorso) va preso molto sul serio. Non può essere ridotta – è l’argomentazione del Vice direttore di Via Nazionale – l’entità complessiva dell’aggiustamento dei costi, ma occorre anche associare al riequilibrio «una politica economica volta al rilancio delle prospettive di crescita della nostra economia». Già, la crescita. Che anemica di suo (intorno all’1% da anni) viene continuamente rivista al ribasso: da ultimo, con le stime di inizio settimana dell’FMI (0,8 e 0,7% per il 2001-2012). È un po’ come dire che piove sul bagnato. Possono dirsi queste bad news totalmente inattese? No, se guardiamo a …

Un emendamento del Pd «salva» le feste laiche

Salve le feste del primo maggio, del 25 aprile e del 2 giugno ma non le feste patronali. È quanto prevede un emendamento alla manovra approvato dalla Commissione Bilancio del Senato. Lo riferisce Vincenzo Vita del Pd a margine dei lavori a Palazzo Madama. Le tre feste civili non saranno più accorpate alla domenica. L’emendamento era del Pd ed è stato accolto dal relatore. Resta l’accorpamento alla domenica per le feste patronali, con l’eccezione della festa del patrono di Roma, San Pietro e Paolo, che è tutelata dal Concordato. Inoltre sono stati salvati dalla soppressione gli enti di ricerca e gli enti culturali sotto i settanta dipendenti. Lo prevede un emendamento bipartisan alla manovra approvato all’unanimità dalla Commissione Bilancio del Senato. Sono salvi quindi piccoli enti come l’Accademia della Crusca (oggetto di un’iniziativa del Sole 24 Ore) e l’Accademia dei Lincei. Il Sole 24 Ore 03.09.11

"Il lessico del premier da regressione freudiana a grottesco tramonto", di Filippo Ceccarelli

Mi mettono le spie dove vogliono, mi controllano le telefonate, ma non me ne fotte niente. Io tra qualche mese me ne vado via da questo Paese di merda, di cui sono nauseato. “La politica – diceva Rino Formica – è sangue e merda”. Oggi è sparito il sangue. Nel linguaggio pubblico ha da tempo fatto irruzione lo sterco. «All´erta, all´erta, siamo nella merta» cantava Mino Maccari in un´epistola in versi al suo amico Flaiano. Erano gli anni cinquanta, a loro modo spensierati, ma quando più tardi il ministro delle Finanze Visentini si ritrovò a ripetere questa buffa filastrocca, già le condizioni finanziarie dell´Italia si erano aggravate e la constatazione di Maccari aveva acquistato realismo. «Chi la fa, la copra» esortava del resto Amintore Fanfani negli anni sessanta. Ma anche qui, a parte l´antica arguzia di storpiare o addirittura di silenziare quella parola così evocativa, si avverte una vertigine non solo linguistica, ma anche di senso rispetto al berlusconismo fecale. Che ormai del tutto sganciato dalla sua stessa affettatissima tele-cortesia («mi consenta») si risolve in …