Mese: Settembre 2011

"Sesso con il prof. il manuale delle giovani matricole", di Paola Zanuttini

C’è una notizia di stagione: in senso lato, perché riferisce dei mala tempora e, in senso stretto, perché esce mentre si svolgono i test di ingresso nelle patrie università. Da un sondaggio su 16.218 aspiranti matricole, ambosessi, promosso dal portale UniversiNet.it risulta che la metà degli interpellati/e è disponibile a offrire prestazioni sessuali in cambio di una raccomandazione per passare il test. Con tutta la diffidenza che può suscitare un sondaggio on line e anonimo, i risultati non vanno presi sottogamba. Perché rivelano un trend allarmante, se si considerano le precedenti edizioni del rilevamento: nel 2009 l’opzione sessuale era scelta solo dal 12 per cento del campione, l’anno dopo dal 25, oggi dal 48 per cento. Il primo dato scoraggiante è che lo studio non è proprio considerato una garanzia di successo. Confidavano nel merito 15 studenti su cento nel 2009, 12 l’anno scorso e 13 quest’anno: non c’è da gioire per la flebile rimonta, anche perché la fiducia nella raccomandazione avanza implacabile, al ritmo del 75, 85, 86 per cento nei tre anni presi …

"Con questi criteri di valutazione la ricerca perde fiducia in se stessa", di Tullio Gregory

L’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) ha varato, e proposto alla discussione, i «criteri e parametri di valutazione dei candidati e dei commissari dell’abilitazione scientifica nazionale» (nuova formula dei vecchi concorsi). Già Ernesto Galli della Loggia ha indicato sul Corriere alcuni punti assai problematici nei criteri dettati per valutare le pubblicazioni dei candidati, «dettagli» significativi del generale declino del Paese e della sua stessa identità. Varrà la pena riprendere il discorso, esaminando più da vicino il documento dell’Anvur. Esso afferma di seguire orientamenti condivisi a livello internazionale, ma propone parametri bibliometrici, cioè puramente quantitativi, sui quali proprio la comunità scientifica ha da anni espresso forti riserve. Ricorderemo solo alcune significative e autorevoli prese di posizione. Il Consiglio Universitario Nazionale, nel documento del dicembre 2008, ha escluso la validità di criteri bibliometrici (fondati sull’Impact Factor, ovvero il numero medio di citazioni ricevute in un determinato e breve arco temporale su riviste presenti nelle banche dati citazionali di Isi), per la gran parte delle aree disciplinari, dalla matematica all’informatica, dalle scienze della …

"La Cgil a Cisl, Uil e imprese: difendiamo l’intesa del 28 giugno", di Massimo Franchi

La Cgil chiede a tutti i firmatari di applicare interamente l’accordo del 28 giugno a scapito dell’articolo 8 della manovra. Il Direttivo della Cgil si chiude in serata, con un giorno di anticipo, con un mandato alla segreteria di avanzare a Cisl, Uil e Confindustria la richiesta di «un pronunciamento formale che renda esplicito che le norme applicabili sono esclusivamente quelle previste dall’accordo » del 28 giugno. La maggioranza congressuale approva la mozione, mentre la minoranza della “Cgil che vogliamo” prima propone di chiedere ai co-firmatari lo stralcio dell’articolo 8 e poi contesta la scelta di dare mandato alla segreteria di sottoscrivere l’accordo senza aver terminato la consultazione degli iscritti. «L’articolo 8 della manovra è stato fortemente voluto dal ministro del Lavoro e dal governo come reazione e negazione dell’accordo del 28 giugno. È dunque evidente che l’ipotesi d’intesa raggiunta con Cisl, Uil e Confindustria rappresenta, ancor di più rispetto a prima, uno strumento di tutela per i lavoratori».È il passaggio più delicato ed atteso della relazione di apertura di Susanna Camusso al Direttivo di …

La buona educazione ecco la scuola che vogliamo", di Marc Fumaroli e Mariapia Veladiano

Colpita dai tagli, stremata da continue riforme che le hanno tolto centralità e ruolo, la scuola resta decisiva per il futuro del Paese. Così nonostante le difficoltà, alla vigilia del ritorno in classe, è bello immaginare come insegnanti, ragazzi e genitori possano provare a salvarla. Copiando esperienze importanti, dalla Finlandia a Napoli, o rinnovando modelli perduti. Perché la scuola è di tutti: dall´impegno dei maestri precari ai desideri degli studenti, è ancora possibile trovare energie e passioni da spendere in un progetto di rinnovamento. Lo scenario attuale è scoraggiante, eppure vale la pena cercare idee per ripensare i programmi, ricostruire il rapporto con le nuove generazioni, progettare spazi diversi da quelli burocratici. Dalle bocciature al voto di condotta, dalle letture in classe al rapporto con i genitori fino alla costruzione di un archivio di storie della scuola fatte dai ragazzi, ecco alcune proposte per una buona educazione. ****** “La buona educazione”, di Mariapia Veladiano La scuola è nostra. Di tutti noi. Non mia, non loro. È di chi non ha figli nelle aule e di …

"Sistema-Sesto? È un processo mediatico Ma Filippo non agiva per conto del Pd", intervista a Piero Fassino di Concita De Gregorio

Sindaco Fassino, esiste una diversità etica della sinistra? «Certo non genetica ma culturale e di comportamenti sì. La sinistra ha sempre praticato valori etici e di legalità. Quando un esponente del centrosinistra è oggetto di indagine suscita scandalo. Noi non apriamo crociate contro i magistrati, non evochiamo complotti, aspettiamo e favoriamo l´accertamento della verità”. Che idea si è fatto della vicenda Penati? Esiste un sistema di finanziamento del partito assimilabile al sistema-Sesto? Lei che è stato l´ultimo segretario dei Ds senz´altro lo sa. «Non ho mai avuto la sensazione che attorno a Penati, che conosco e stimo come dirigente, ci fosse un sistema. Lui per primo ha separato la sua posizione individuale da quella del partito. Vedremo le indagini, la presunzione di innocenza vale anche per lui. Le responsabilità sono sempre individuali. Escludo che Penati agisse per conto di altri». Sta dicendo che agiva in nome proprio? Una mela marcia, dunque, eventualmente… «Nessuno ha parlato di mela marcia. Qui si sta facendo un processo mediatico ad una intera classe politica, è intollerabile. Non possiamo sostituirci …

"L’ultimatum di Marcegaglia. Se non ce la fa, il governo lasci", di Wladimiro Fruletti

O il governo è in grado di cambiare rotta o è meglio che «ne tragga le conseguenze, perchè non possiamo rimanere in questa situazione di incertezza ». La presidente di Confindustria Emma Marcegaglia dà l’ultimatum al governo con parole mai usate prima da Chianciano Terme, dalla festa nazionale dell’Udc, in una giornata che lei stessa definisce «difficile». Le dimissioni del membro tedesco della Bce, Stark, dettate dalla netta contrarietà a comprare titoli di Stato anche italiani, hanno fatto crollare le Borse. «Il nostro Paese è in pericolo», dice Marcegaglia. E questo governo non è d’aiuto. Anzi. Perché c’è un evidente problema di «credibilità» se anche dopo la nuova manovra approvata al Senato a colpi di fiducia la risposta dei mercati è stata negativa. Se lo spread aumenta non solo nei confronti del debito tedesco, ma anche di quello spagnolo, c’è un evidente problema di credibilità internazionale di chi sta guidando il Paese. La presidente degli industriali ricorda che un mese fa l’Italia stava meglio della Spagna. Oggi stiamo peggio perchè là si sono mossi, perché …

"Germania, troppa virtù fa male", di Marco Deaglio

Le dimissioni a sorpresa di Juergen Stark – rappresentante tedesco nel comitato esecutivo della Banca Centrale Europea e «padre» del «patto di stabilità» al quale è ancorato l’euro – sono il risultato di uno specifico e crescente malessere tedesco più che della solita debolezza europea. Si accompagnano a molti interrogativi sulla capacità della Germania di continuare a essere indefinitamente la «prima della classe» e sulle linee-guida della politica economica del governo tedesco e, naturalmente, complicano gravemente il panorama economico-finanziario del continente. Sullo sfondo c’è il clamoroso taglio da parte dell’Ocse alle previsioni della crescita tedesca, pari all’incirca a zero nel secondo trimestre del 2011 con la possibilità di scendere a -1,4 per cento nel quarto trimestre. Il che può far sembrare l’Italia maestra di crescita economica e fa sospettare una verità molto scomoda: il «modello tedesco» di ripresa, che pur presenta molti lodevoli aspetti, specie nella gestione delle imprese, non sta funzionando a livello di sistema. Del resto la «virtuosa» Germania è molto meno virtuosa di quel che sembra: come ha scritto Massimo Mucchetti sul …