Mese: Settembre 2011

"Cosa significa essere italiani", di Carlo Galli

«L´Italia è il Paese che amo». In questa dichiarazione – l´inizio della Grande Propaganda – c´era molta verità. Berlusconi ama veramente l´Italia perché ama veramente se stesso, avendo evidentemente operato una sintesi a priori fra l´Italia e la propria persona. Il suo amore non è un rapporto con l´oggetto amato; è il preventivo annullamento della sua autonomia, a cui segue l´identificazione con l´amante. Non è neppure un´inclusione: è un´illusione, un culto idolatrico. un culto il cui primo adepto, oltre che il primo beneficiario, è proprio Berlusconi. Il quale crede veramente di essere l´Italia. Non di rappresentarla – come nelle moderne dottrine della regalità il Re col proprio corpo concreto rappresentava l´intera complessità del regno – ma di coincidervi. Una delle conseguenze di questa smisurata proiezione egolatrica è la indistinguibilità di pubblico e privato – l´annullamento del conflitto d´interessi, trasformato nella più perfetta identità d´interessi, passati presenti e futuri, fra Berlusconi e l´Italia – , ma anche la loro intercambiabilità (è Berlusconi che decide che cosa è pubblico, come per esempio la telefonata per Ruby, e …

"Criteri di valutazione: ultimi ad applicarli, primi a criticarli", di Pietro Greco

L’ANVUR, l’Agenzia Nazionale per la Valutazione della Ricerca introdotta dal ministro Mussi e insediata dal ministro Gelmini, ha appena reso noti i criteri e i parametri con cui dovranno essere valutati i candidati e i commissari dell’abilitazione scientifica nazionale (in pratica, i concorsi). Ed è già polemica. Il più severo è stato, nei gironi scorsi, il filosofo Tullio Gregory con un articolo pubblicato sul Corriere della Sera. I criteri e i parametri assunti dall’ANVUR sono quelli quantitativi usati a livello internazionale, basati sui dati bibliometrici: numero articoli su riviste con peer review, numero di citazioni, H index (numero di articoli per autore che hanno ottenuto un numero minimo di citazioni). Tullio Gregory sostiene, a ragione, che questi parametri di tipo quantitativo non sono in grado di dare una valutazione affidabile della qualità del lavoro scientifico. E che affidarsi a questi parametri favorirà l’omologazione culturale. Queste critiche sono antiche e non immotivate (soprattutto nell’ambito delle discipline umanistiche). Se ne parla, a livello internazionale, da almeno trent’anni. Senza venirne a capo. Perché non ci sono – o, …

Germania contro Italia all'Aja «Stragi naziste, non pagheremo», di Roberto Brunelli

Da ieri le ombre lunghe del Terzo Reich sono di nuovo a processo, questa volte alla corte internazionale dell’ Aja. Come in uno strano corto-circuito della storia, sui banchi opposti stanno sedute Germania e Italia: alle prese con i fantasmi del passato ma anche con il diritto internazionale, con i massacri compiuti dalle Ss ma anche con la realpolitik degli Stati sovrani, in bilico tra il diritto al risarcimenti delle vittime ed i sempre più delicati equilibri europei. La richiesta tedesca è perentoria: Berlino chiede all’ Aja che vengano annullate le sentenze dei tribunali civili italiani sugli indennizi alle vittime di crimini nazisti. Si parla di cifre ingenti: per i tre procedimenti attualmente passati in giudicato, siamo a complessivi 51 milioni di euro, secondo un’interrogazione rivolta al governo federale dal partito di sinistra Die Linke. Tuttavia, solo limitandosi 47 procedimenti in corso, a quanto scrive la Süddeutsche Zeitung, non è improbabile che la somma finale da esborsare alle vittime e ai loro familiari si aggiri intorno ai 150 milioni di euro. C’è poi chi pensa …

"Mancano docenti e risorse ma Gelmini non se ne accorge?", di Mariagrazia Gerina

Il ministro non va in una scuola, come dovrebbe, ad aprire l’anno scolastico. Ma parla dalle tv del premier, mostrando soddisfazione. Il pd: migliaia di cattedre restano scoperte. Le scuole di ogni ordine e gradoriaprono i battenti tra i disagi e le proteste. Ma per il ministro Mariastella Gelmini, va tutto bene. Nel partito che l’ha portata al governo, come nella scuola pubblica italiana, che Berlusconi, tre anni fa, ha affidato alle sue mani. «Il Pdl è unito e compatto, ci sono le condizioni per proseguire e completare la legislatura», assicura, affrontando impettita, dei due corni quello che in questo momento forse turba di più i suoi sonni. E con lo stesso spirito di rimozione, e una buona dose di ritualità, fa finta di avere sotto controllo anche l’altra questione, che invece turba i sonni di insegnanti, genitori, studenti. Alle prese con una scuola che non ha niente a che fare con quella che il ministro annuncia dal vecchio, piccolo, rassicurante schermo. Forse non è un caso se il suo «in bocca al lupo» agli …

"Scuola. La bocciatura dell'OCSE. Sempre meno diplomati e laureati", di S.I.

Disagi e proteste hanno dato il via, ieri, al nuovo anno scolastico. Studenti e professori si sono subito fatti sentire contro i tagli applicati dal governo a suon di sit-in e flash mob, concentrati soprattutto nella Capitale, anche in vista del primo appuntamento di piazza previsto per il 7 ottobre. Le classi, invece, hanno accolto gli alunni fra i disagi: ci sono aule sovraffollate (le prime da 32 alunni del liceo Talete di Roma), le sedie che mancano, gli intonaci che vengono giù (a Pisa, alla primaria Novelli, i bambini sono stati costretti a disertare per motivi di sicurezza), i bagni utilizzabili solo in certe fasce orarie perché mancano i bidelli (succede alla media Levi di Bari). E oggi l’Ocse si prepara a sfornare un’altra pagella fatta di luci e ombre sul nostro sistema scolastico che, scorrendo i dati, resta sostanzialmente immobile con i problemi di sempre: diplomati in calo, pochi laureati, programmi ingessati, docenti sottopagati, record di ore passate fra i banchi a cui non corrisponde una preparazione degli studenti, mancanza di un sistema …

"Chi ci Salverà? Migliaia di Giovani Imprenditori", di Edoardo Nesi*

A me pare del tutto evidente che la crescita in Italia non tornerà più finché non si andrà a metter mano al problema gigantesco della perdita di competitività dei nostri prodotti sui mercati mondiali a causa dell’avvento di questa globalizzazione selvaggia, al fatto che abbiamo letteralmente consegnato ai cinesi le chiavi di casa nostra. Contrariamente a quanto ci viene detto, questa non è una crisi globale. È la crisi dell’Occidente. La Cina, l’India, il Brasile, la Russia crescono. Crescono eccome. Sono i Paesi che profittano dalla globalizzazione mentre noi la subiamo. Vittime e prigionieri della rigidissima disciplina di bilancio europea e del sacro terrore degli abbaioni dei mercati finanziari, schiacciati come siamo dalla soma del nostro titanico debito e della nostra altissima — e condivisissima — evasione fiscale, non possiamo né lanciare programmi di spesa infrastrutturale, né abbassare le tasse alle piccole e medie imprese e ai loro dipendenti, come qualche giorno fa ha proposto Obama. Eppure bisogna ricominciare a crescere. Come? Una volta scalciata nel dimenticatoio l’idea che la nostra economia possa sostenersi coi …

Scuola, Pd a Gelmini: ripristinare insegnamento storia dell’arte a superiori

De Biasi e Ghizzoni: la storia dell’arte va insegnata e non umiliata. “Con allarme due anni fa, nel corso dell’esame della ‘epocale’ riforma delle scuole superiori, abbiamo denunciato l’impoverimento dei contenuti della scuola e in particolare abbiamo segnalato lo scempio della drastica riduzione delle ore di storia dell’arte, fatto tenuto un po’ sotto silenzio dal sistema dei media. Ci ritroviamo oggi meno sole, grazie alle autorevoli prese di posizione pubbliche che chiedono con convinzione di ripristinare l’insegnamento della storia dell’arte nelle scuole italiane. La storia dell’arte e’ la nostra storia, e’ parte della nostra identità nazionale, e’ educazione al bello, e dunque al rispetto. E’ attraverso lo studio dell’arte che capiamo il faticoso cammino della cultura come leva di civiltà. Nulla di più moderno e attuale. Il ministro Gelmini se ne deve fare una ragione. non è mai troppo tardi per capire e per agire. riveda quella scellerata decisione e ripristini la storia dell’arte fra le materie degne di insegnamento. Dalla crisi economica e civile in cui siamo immersi si esce guardando alla cultura, unica …