Mese: Settembre 2011

"Assalto indecente", di Pietro Spataro

Avere un premier come Berlusconi è ormai non più solo un motivo di imbarazzo ma un drammatico problema di sopravvivenza. In una situazione economica così fragile, mentre tutti si interrogano sul futuro del Paese, Piazza Affari continua a perdere e il differenziale con i Bund tedeschi si allarga pericolosamente, lui fugge dagli odiati pm e non trova di meglio che sferrare un attacco all’opposizione. «Rovina l’Italia», ha detto sbarcando a Bruxelles in attesa di quella manciata di minuti che Barroso, vanRompuye Buzek sono stati costretti a concedergli. Certo, non è la prima volta che Berlusconi utilizza un palcoscenico internazionale per screditare l’Italia. Non è nemmeno la prima volta che le sue performance creano sconcerto negli interlocutori più abituati alle normali regole della politica (per esempio: rispondere alle domande dei giornalisti, cosa che ieri si è rifiutato di fare). Ma oggi quel che ieri appariva ridicolo diventa drammatico. Un Paese sull’orlo del burrone non può permettersi un premier che è un pericolo per la sua stabilità. E che addirittura supplica l’Europa di imporre le scelte da …

L’incredibile vicenda del “bonus bebè”, di Manuela Ghizzoni

Tra le pieghe di una manovra iniqua e sbagliata c’è un “piccolo” risultato positivo di cui ci attribuiamo il merito come Pd: la soluzione all’incredibile vicenda del bonus bebè, che tante notti insonni ha causato ad almeno 8 mila famiglie italiane, di cui circa 300 modenesi. Tutto ha avuto inizio prima delle elezioni politiche del 2006, con la decisione del Governo Berlusconi di assegnare un bonus di 1000 euro alle famiglie allietate dall’arrivo di un nuovo nato e con un reddito non superiore ai 50 mila euro. Una regalìa che ha rischiato di trasformarsi in un incubo per quelle famiglie che hanno frainteso l’amorevole letterina inviata dal Premier (“Felicitazioni per il tuo arrivo. Lo sai che la nuova legge Finanziaria ti assegna mille euro? Un grosso bacio”). Nel luglio scorso, a distanza di 5 anni dalla riscossione del “bonus”, a quelle famiglie il Ministero delle Finanze ha recapitato una lettera dal tono assai meno amichevole: in essa si contestava l’indebita riscossione del bonus e si prefigurava la violazione del codice penale con conseguente sanzione amministrativa …

"La crisi economica e quella della politica", di Stefano Rodotà

I tempi dell´emergenza scardinano le regole, distorcono le istituzioni, riducono i diritti. Inevitabile, si dice. Tesi assai discutibile, ma che comunque non esonera dall´obbligo di misurare gli effetti, anzi i guasti, che tutto questo produce, per avere cognizione della realtà e per prepararsi, se mai sarà possibile, a ricostruire un sistema di nuovo guidato dalla normalità democratica. Non è vicenda soltanto italiana. Ma, come purtroppo accade sempre più spesso, in Italia assume caratteri patologici e pericolosi, e sta determinando quello che ormai deve essere definito come un permanente stato di eccezione. Tra luglio e agosto, sotto la pressione della crisi finanziaria e del diktat della Banca centrale europea, sono state messe a punto due frettolose “manovre” economiche, adottate con decreto legge e affidate poi a continue e sgangherate riscritture. Valutazioni di merito a parte, l´accelerazione impressa all´approvazione di quei decreti ha determinato un funzionamento del sistema parlamentare che accentua in modo inquietante la già evidente crisi della rappresentanza. L´urgenza di una risposta adeguata, pena il tracollo finanziario, ha infatti creato uno stato di necessità che …

"Chi ci difende dall’infamia, presidente?", di Stefano Menichini

La posizione di Giorgio Napolitano è, in questa fase, di comprensibile difficoltà. Nessuno meglio di lui – per di più in contatto costante con Draghi – è consapevole del rischio mortale che sta correndo l’Italia. Nessuno meglio di lui, con le relazioni e con l’esperienza che ha, si rende conto di quanto negativamente pesi il fattore Berlusconi in questa crisi. Nessuno meglio di Napolitano, infine, sa che il quadro politico attuale è del tutto inadeguato ad affrontare la situazione, a compiere le scelte difficili che quasi quotidianamente vengono auspicate dallo stesso Quirinale, e a reggere alle pressioni degli egoismi corporativi, del malessere sociale e della speculazione finanziaria. Oggi però da Montecitorio uscirà l’ennesimo voto di fiducia, il cinquantesimo della legislatura. Siamo in un regime parlamentare, dunque il capo dello stato può fare riferimento solo alla sussistenza di una maggioranza parlamentare: l’attuale, per quanto mercenaria, regge. Anzi, dopo l’allineamento della Lega si confermerà anche nel salvataggio di Milanese. È però anche vero che da mesi il presidente della repubblica si è proposto come garante di un …

"Insegnanti più poveri di dieci anni fa", di Flavia Amabile

Il rapporto Ocse: in Italia stipendi giù dell’1% E i colleghi all’estero guadagnano il 40% in più. La bocciatura arriva dall’Ocse ed è pesante. Secondo l’organizzazione internazionale l’Italia investe troppo poco per l’istruzione. E per gli insegnanti la vita è davvero dura: avevano già stipendi più bassi di quelli dei colleghi, devono subire ulteriori riduzioni mentre all’estero la paga dei prof aumenta. I giovani diplomati che pure in passato non hanno mai raggiunto un numero così elevato – non arrivano ancora alla media Ocse. Secondo il ministero dell’Istruzione gran parte dei dati pubblicati dall’Ocse confermano la necessità di proseguire nella direzione adottata dal governo. In realtà nel rapporto viene fotografata una realtà ben diversa. Un unico dato è positivo, l’affollamento nelle classi. Esiste un insegnante ogni 10,7 alunni nella scuola primaria (media Ocse 16) e uno ogni 11 alunni nelle secondarie (media Ocse 13,5), e una media generale di 21/22 (23 quella Ocse). A scuola e università, però, l’Italia riserva il 4,8% del Pil contro una media Ocse del 6,1%. Terzultimo posto: peggio di noi …

"Signor dietrofront", di Massimo Giannini

Ci sono molti modi per naufragare. Giulio Tremonti lo sta facendo alla sua maniera. Inseguito dal fantasma di Marco Milanese, che è per lui come un morto che afferra il vivo, il ministro scompare e riappare, simula e dissimula, dice e non dice. Schiacciato dal peso di una crisi economica che ha saputo fiutare ma non ha voluto affrontare, schiantato dai vecchi patti e dai nuovi ricatti subiti dal suo ormai nemico Cavaliere, l´ex “genio dei numeri” alterna le solite fughe nei cieli stellati dell´alta filosofia kantiana alle discrete sortite negli scantinati della bassa macelleria italiana. Oggi alla Camera sarà convertita in legge la manovra più confusa e contraddittoria del dopoguerra. Uscita da ben quattro pasticciati rifacimenti, su ciascuno dei quali il ministro è stato costretto a piazzare il suo imbarazzato cappello, la maxi-stangata da 54 miliardi non ci salva dal feroce verdetto quotidiano dei mercati e non ci basta a raggiungere il pareggio di bilancio nel prossimo triennio. Lo hanno capito tutti, e prima di tutti lo ha capito la Commissione europea, che già …

"Storia dell'arte una riforma contro l'italia", di Francesco Bonami

Per tutta la vita andando in giro per il mondo quando la gente scopriva che ero italiano, di Firenze, e per di più che lavoravo nel campo dell’arte regolarmente esclamava «Of course!», è ovvio!, che uno nato a Firenze abbia scelto come professione l’arte. Naturale, come per uno nato su un’isola fare il pescatore. Wonderful! Meraviglioso! Essere così fortunato da nascere in un Paese dove a colazione si mangia pane e Rinascimento. Chissà come rimarrebbero delusi i miei interlocutori se avessi avuto il coraggio di confessare che in Italia Educazione Artistica e Storia dell’Arte sono da sempre, nelle scuole inferiori e superiori, materie considerate un gradino sopra l’Educazione Fisica. Chissà come sarebbero delusi nel venire a sapere che oggi il ministro della Pubblica Istruzione ha fatto una riforma abbastanza confusa da rendere queste materie ancora meno essenziali all’insegnamento scolastico tanto che in alcuni istituti sono addirittura eliminate. Che situazione paradossale quella di vivere dentro un museo e non avere fin da piccolissimi la possibilità di conoscere gli strumenti per utilizzare la realtà che ci circonda …