"Mr Prezzi, il cappuccino?", di Attilio Geroni
«Tre euro e trenta, grazie». Pago la prima colazione, due brioches e un cappuccino. Abituato al «tre euro e venti» guardo lo scontrino e scopro che ad essere aumentato è il cappuccino, e mica di poco: dieci centesimi. Mr. Prezzi, please, venga a prendere un caffé da noi. Proprio perché l’Iva non c’entra niente. È successo venendo al giornale una mattina. Non una mattina qualsiasi, ma sabato 17 settembre, giorno dell’Iva al 21%. Pendolarismo relativamente facile nel week-end, Gallarate-Milano e ritorno. Si può partire un po’ più tardi per arrivare al lavoro senza incolonnarsi subito dopo la barriera. Si può gustare con più calma la colazione, di solito due brioches e un cappuccino. Ci si può fermare a chiacchierare con qualche amico, in una cornice da bar sport alle nove del mattino: «Tre euro e trenta, grazie». Pago, saluto, esco e comincio un tour minimalista per vedere se il mondo di alcuni dei miei acquisti preferiti – elettronica varia, ma soprattutto cd musicali – è già impercettibilmente cambiato nel primo giorno di rincaro. Vado a …