"La linea di affondamento", di Massimo Giannini
Il verdetto di un´agenzia di rating non vale come un voto di sfiducia del Parlamento. Dunque non sarebbe giusto se il downgrading di un debito sovrano fosse di per sé sufficiente a far cadere un governo. Ma la «retrocessione» decretata da Standard & Poor´s nei confronti del nostro Paese non si presta ad equivoci. La bocciatura inflitta dei «signori del rating» certifica quanto purtroppo è già noto, e quanto le cancellerie, le istituzioni europee e i mercati finanziari decretano ormai quasi ogni giorno. L´Italia di non ha più un governo nel pieno delle sue funzioni. La sua maggioranza politica è fragile, le sue manovre economiche insufficienti. E tutto questo pesa in modo determinante sul futuro della nazione, che difficilmente potrà risanare i conti pubblici e far ripartire la crescita economica. È accaduto quello che si temeva da giorni. L´unica differenza è il nome dell´agenzia. Tutti aspettavano la batosta di Moody´s. E invece è arrivata quella di S&P, che ha giocato d´anticipo. La sostanza non cambia. Il caso Italia è ormai esploso, ed è deflagrato anche …