Mese: Settembre 2011

Università, PD: "un altro no alla "riforma" Gelmini"

Ghizzoni: non abbiamo mai avuto dubbi sulla bruttezza e sull’inefficacia della legge 240 sull’università – nota come legge Gelmini – così come non li abbiamo mai avuto sul fatto che i suoi effetti sarebbero stati distorsivi e penalizzanti per il sistema. Ne arriva conferma, ad esempio, dal decreto sui criteri per il riparto delle risorse destinate al piano straordinario per i reclutamento di professori associati. Infatti, la norma della legge 240 istitutiva del piano- ma sarebbe forse meglio denominarlo “pianino” poiché si avvarrà di soli 13 milioni “sottratti” al Fondo di finanziamento ordinario (FFO) – non ha liberato le nuove assunzioni di associati dalla tagliola del 90%. Questa percentuale rappresenta il rapporto tra FFO e spese per il personale che le università non devono superare per poter procedere a nuove assunzioni. Tale rapporto ormai dipende ben poco dalle politiche adottate dalle università ed è invece fortemente condizionato dai continui tagli del governo al fondo di finanziamento ordinario. In questo contesto, anche gli Atenei più risoluti nel perseguire rigorose politiche del personale saranno nell’impossibilità di rispettare …

"Vertice con Bossi e visita al Quirinale. Berlusconi cerca di puntellare il governo", da repubblica.it

In mattinata incontro tra il premier e lo stato maggiore della Lega anche in vista del voto di domani su Milanese. In serata colloquio con Napolitano sulla tenuta della maggioranza e le misure per la crescita. Di Pietro: “Mandiamoli a casa prima che ci scappi il morto”. Faccia a faccia in mattinata con Umberto Bossi e colloquio con il presidente della Repubblica in serata. Per Silvio Berlusconi quella di oggi è l’ennesima giornata campale nel tentativo di fronteggiare una situazione che si fa via via più complicata. L’ingorgo di problemi per il premier si fa sempre più ingarbugliato: declassamento del debito italiano da parte di S&P, guai giudiziari, maggioranza traballante, voto sull’arresto di Marco Milanese 1dietro l’angolo e come se non bastasse rigurgiti secessionisti della Lega 2. E proprio quest’ultimo aspetto è stato al centro con ogni probabilità dell’incontro avvenuto stamane a palazzo Grazioli tra il presidente del Consiglio e una delegazione del Carroccio guidata dal suo leader storico. Berlusconi sa di dover fare affidamento in queste ore sulla correttezza del capo dello Stato, ma …

"Tremonti non rischia: nel nuovo decreto solo riforme a costo zero", di Alessandro Barbera

Nulla su pensioni e liberalizzazioni. «Mancano le condizioni politiche». Poco o niente sulle privatizzazioni. «Argomento da approfondire con calma». Un altro decreto ci sarà, ma conterrà solo misure «a costo zero»: nuove norme per lo snellimento burocratico, la possibilità di emettere obbligazioni per chi finanzia le grandi opere, forse una mini Tremonti-ter per le infrastrutture, risorse alla banda larga dall`asta delle frequenze. Ieri mattina al ministero dell`Economia c`erano Abi, Confindustria e Rete Italia, l`associazione che raccoglie le piccole imprese. Dall`altra parte del tavolo quattro ministri: Giulio Tremonti, Maurizio Sacconi, Roberto Calderoli e Altero Matteoli. Dopo quattro ore di discussione, la sintesi di una fonte presente all`incontro non è rassicurante: “Un incontro deludente”. Il governo non sa che fare e aspetta gli eventi”, ovvero il voto di domani sul caso Milanese e le sue eventuali ricadute politiche. I fatti raccontano una verità solo in parte diversa. II ministro dell`Economia sciorina le ragioni per le quali, spiega, è inutile prendere nuove misure «sotto la pressione dei mercati». A meno che non si tratti di «riforme strutturali» lontane …

"Come si è rotto il blocco sociale berlusconiano", di Rinaldo Gianola

Ci sono cose che noi italiani non avevamo mai visto, nè sentito. Forse solo la mente geniale di Philip Dick avrebbe potuto immaginarle in questa triste, dolorosa pagina del ventennio berlusconiano. Solo la drammaticità della crisi italiana che rischia di destabilizzare tutta l’Europa per colpa di «bunga bunga Berlusconi» come ha titolato ieri la Bild, il più diffuso giornale tedesco, può spiegare fatti clamorosi, quasi impensabili fino a pochi mesi fa. E come se un mondo intero si fosse ribaltato, è tutto il contrario di prima. I fedelissimi sono scomparsi, la claque si è spenta, gli alleati scappano, restano solo Ferrara&Minzolini, temerari guerrieri della prima serata Rai, a guardia del premier e della sua maggioranza sempre più fragile. Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia afferma: «Siamo stufi di essere lo zimbello internazionale quando portiamo le nostre merci all’estero…», e invita il governo ad «andare a casa, non ho paura a dirlo». Un sindacalista più che moderatomcome Raffaele Bonanni dice che «abbiamo bisogno subito di una svolta». L’ex democristiano Beppe Pisanu: «Il Paese non è mai …

"La valutazione della ricerca fa bene soprattutto ai giovani", di Stefano Fantoni*

Da quando si è ufficialmente insediata, all’inizio di maggio, dopo quasi cinque anni dalla sua istituzione, l’Agenzia nazionale per la valutazione dell’università e della ricerca (Anvur) è stata oggetto di numerosi interventi, alcuni di supporto, con suggerimenti costruttivi, altri di aspra critica che denunciano paure a mio avviso infondate. Mi sembra quindi opportuno fare il punto sulla logica che guida l’azione dell’Agenzia, più che rispondere a singoli interlocutori. Il campo di azione dell’Anvur è vastissimo, dalla valutazione della ricerca a quella delle strutture universitarie, dall’accreditamento di nuove sedi e corsi alla determinazione delle regole per l’accesso ai ruoli accademici, punto questo che ha comprensibilmente suscitato il maggiore interesse, e di conseguenza gli attacchi più violenti, cui cercherò di rispondere spiegando la ratio della nostra proposta. Nel fornire al ministro indicazioni per il regolamento sull’attribuzione dell’abilitazione scientifica per professore universitario associato e ordinario, gli obiettivi che Anvur si è posta sono: innescare un processo di miglioramento dell’Università e individuare metodi di riconoscimento della qualità dei ricercatori e docenti che riducano il margine di arbitrio delle commissioni …

"Inagibilità scolastica: nove edifici su dieci hanno bisogno di cure", di Mariagrazia Gerina

«Che nessun genitore debba più piangere i suoi figli», così si era detto Antonio Morelli, dopo il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, 31 ottobre 2002. «Da allora, nulla è stato fatto perché quello che è accaduto ai nostri figli non si ripeta nel resto d’Italia», recita la sua denuncia amara, nove anni dopo.«Avremmodovuto imparare da San Giuliano: e invece sette anni dopo, a L’Aquila altri ragazzi sono finiti sotto le macerie», gli fa eco Carlo Fonzi, abruzzese, che di mestiere fa il preside, mentre scorre le immagini della Casa dello studente sbriciolata. «La scuola che dirigo attualmente si salvò, perché più periferica», racconta. Questione di fortuna, in un certo senso. Perché l’istituto magistrale Collecchi, come la maggior parte degli altri edifici scolastici abruzzesi, non aveva neppure il certificato che ne garantisse l’agibilità statica. Quello arrivò postumo. «Ma ancora oggi mancano il certificato anti-incendi e quello igienico- sanitario», denuncia. Voci dalla scuola che frana. E cifre, non meno drammatiche, quelle raccolte da Cittadinanzattiva nel suo IX Rapporto sulla Sicurezza degli edifici scolastici. Illustrato …

«Riforme subito o Governo a casa», di Nicoletta Picchio

Lo dice prima di lei l’economista Jacques Attali: «Questa settimana è cruciale per la credibilità dell’Italia. Il governo deve annunciare le riforme entro una settimana», anche perché «se non si arriverà ad un salvataggio della Gracia, subito dopo l’Italia è a rischio». La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, condivide e rilancia: «O il Governo vara riforme serie nell’immediato, domani o nei prossimi giorni, oppure deve andare a casa. Non ho paura a dirlo, è evidente che è così». Per poi precisare: «Siamo una democrazia parlamentare, è il Parlamento che deve decidere, non sta a Confindustria. Ma serve il coraggio di riforme impopolari, il paese rischia tantissimo. Continueremo ad essere una voce forte, senza paura di essere criticata». Se ne parlerà nel direttivo e nella giunta di oggi e domani: «Decideremo cosa fare». E intanto continua il pressing: «Ripetiamo da settimane che il tempo è scaduto e che la situazione è inaccettabile, anche perché l’Italia è un paese serio, ha grandi potenzialità, siamo il secondo esportatore d’Europa e il secondo paese manifatturiero». La Marcegaglia, Attali e …