Il verdetto è arrivato poco dopo le 19, con i risultati definitivi della Manche, regione a nordovest della Francia. Per la prima volta da 50 anni, la sinistra ha conquistato il Senato transalpino. Un sorpasso storico che rappresenta un grosso e preoccupante smacco per il presidente Nicolas Sarkozy e il suo governo, a pochi mesi dalle elezioni presidenziali fissate per maggio del 2012. Lo scrutinio per il rinnovo di metà della Camera alta, organo di rappresentanza delle regioni e delle collettività eletto per scrutinio indiretto tramite decine di migliaia di grandi elettori, contrariamente a quanto pronosticavano molti commentatori, la gauche ha potuto cantare vittoria già in serata, raggiungendo la certezza matematica dei 23 seggi necessari senza attendere i risultati delle consultazioni nelle regioni d’Oltremare al di là dell’Atlantico.
PARIGI, IL CENTRODESTRA PERDE
A Parigi, dove il centrodestra si presentava spaccato, con una lista ufficiale guidata dal ministro dello Sport Chantal Jouanno e una ‘dissidentè capeggiata dall’ex consigliere dell’Eliseo Pierre Charon, la maggioranza di governo ha mantenuto solo 2 seggi sui 12 assegnati. Mentre il centro-sinistra ha sfondato, con 5 seggi per il partito socialista, 2 per i verdi di Europe Ecologie e 1 per il partito comunista.
I SOCIALISTI ANNUNCIANO: ABBIAMO VINTO
La sinistra ha detto di aver conquistato per la prima volta in oltre 50 anni la maggioranza assoluta al Senato. Lo ha annunciato Jean-Pierre Bel, capogruppo dei socialisti al Senato. Non è chiaro se i dati di Bel siano effettivi oppure solo proiezioni, ma il presidente del Senato, il conservatore Gerard Larcher, ha dichiarato che la sinistra «ha fatto un passo avanti. Più grande di quello che pensavo».
La sinistra francese, i socialisti e i loro alleati, affermano di aver ottenuto la maggior parte dei seggi del Senato da quando la Camera alta venne istituita nel 1958. La gauche ha dichiarato di aver già vinto i 23 seggi che le servivano per controllare il Senato, assemblea eletta a suffragio indiretto (partecipano solo i circa 150.000 eletti in tutte le istituzioni politiche francesi) a differenza della Camera, l’Assemblea Nazionale.
In palio oggi c’erano 170 senatori su 348. Se l’annuncio trovasse conferma cambierebbe poco visto il ruolo secondario del Senato, ma formalmente e simbolicamente è un segnale forte: segnerebbe un’ulteriore confitta per la destra di Nicolas Sarkozy a otto mesi dalle presidenziali di maggio.
La vittoria della gauche impedirebbe poi all’Eliseo di portare avanti la riforma costituzionale (in cui c’è bisogno dei tre quinti dei voti di Camera e Senato) del pareggio di bilancio cui Sarkozy tiene molto.
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