In mattinata incontro tra il premier e lo stato maggiore della Lega anche in vista del voto di domani su Milanese. In serata colloquio con Napolitano sulla tenuta della maggioranza e le misure per la crescita. Di Pietro: “Mandiamoli a casa prima che ci scappi il morto”. Faccia a faccia in mattinata con Umberto Bossi e colloquio con il presidente della Repubblica in serata. Per Silvio Berlusconi quella di oggi è l’ennesima giornata campale nel tentativo di fronteggiare una situazione che si fa via via più complicata. L’ingorgo di problemi per il premier si fa sempre più ingarbugliato: declassamento del debito italiano da parte di S&P, guai giudiziari, maggioranza traballante, voto sull’arresto di Marco Milanese 1dietro l’angolo e come se non bastasse rigurgiti secessionisti della Lega 2. E proprio quest’ultimo aspetto è stato al centro con ogni probabilità dell’incontro avvenuto stamane a palazzo Grazioli tra il presidente del Consiglio e una delegazione del Carroccio guidata dal suo leader storico.
Berlusconi sa di dover fare affidamento in queste ore sulla correttezza del capo dello Stato, ma le ultime uscite del Senatur rischiano di far precipitare i già difficili rapporti con il Quirinale 3. A conclusione del vertice, durato circa un’ora e mezza, nessun partecipante ha rilasciato dichiarazioni, ma non è difficile immaginare che altro argomento al centro dei colloqui siano state
le possibili misure da inserire nel provvedimento per la crescita annunciato dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
E proprio di questo, stando almeno a quanto lasciano trapelare gli stati maggiori del Pdl, parlerà Berlusconi anche nell’appuntamento fissato per le 19 sul Colle con Giorgio Napolitano. L’inziativa sarebbe partita da palazzo Chigi con l’intenzione di rassicurare il presidente della Repubblica su cosa intende fare il governo per rilanciare la crescita e lo sviluppo dopo che proprio ieri Napolitano aveva chiesto di accelerare su un pacchetto di misure in tal senso. Ieri il capo dello Stato aveva ricevuto però anche i capigruppo del Pdl, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto e il ministro leghista dell’Interno, Roberto Maroni, con l’intenzione di sondare la maggioranza 4 e capire la sua capacità di affrontare la crisi economica. Non è escluso quindi che il tema sarà al centro stasera anche del confronto tra Napolitano e Berlusconi che proprio domani deve passare attraverso le forche caudine del voto segreto sulla richiesta di arresto dell’ex braccio destro di Tremonti, Marco Milanese 5, nell’ambito dell’inchiesta P4.
Intanto, ad infiammare ancora di più un quadro già di per sé molto teso, arrivano anche le dichiarazioni di Antonio Di Pietro. Tornando a chiedere le dimissioni di Berlusconi, il leader dell’Idv parla di un esecutivo che “chiuso nel suo bunker, pensa di poter ancora governare il Paese mentre nel Paese sta sbocciando la rivolta sociale”. “Prima che ci scappi il morto – conclude Di Pietro – mandiamo a casa questo governo”. Affermazioni alle quali ha replicato con durezza il Pdl. “Di Pietro ha toccato il fondo – sostiene il portavoce Daniele Capezzone – Con la sua frase di oggi e il suo ‘prima che ci scappi il morto’, l’ex pm si conferma un incendiario irresponsabile”.
Torna oggi a chiedere un passo indietro del premier anche il Pd. “Non mi piacerebbe per l’Italia che il cambio politico avvenga sui problemi del collaboratore di Tremonti. Serve un sussulto di dignità e spererei che Berlusconi si dimetta oggi, prima del voto su Milanese”, dice il segretario Pierluigi Bersani. “Per salvare la dignità del paese – aggiunge il leader democratico – faccia un passo indietro per esprimere consapevolezza della gravità della situazione e generosità”.
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